☆ c a p i t o l o 10☽

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Erano le cinque e dieci del mattino quando Remus e Sirius misero piede in cucina, il primo sbadigliando e il secondo con quello che sembrava un nido di capelli in testa.

Peter e James erano già lì ad aspettarli, ovviamente. Potter si era raccomandato più e più volte di non tardare, ma Lunastorta reputava dieci minuti di ritardo perfettamente accettabili, soprattutto dato l'orario e le pochissime ore di sonno che avevano alle spalle. Certo, lui e Black non ci avevano pensato due volte a fare tardi la sera prima, eppure nessuno dei due rimpiangeva nulla.

"Finalmente", esordì James, apparentemente il più sveglio tra i quattro. "Ci avete messo un'eternità."

"Sirius non voleva alzarsi", commentò Remus, trascinandosi assonnato verso il tavolo e afferrando tra le mani la ricetta della torta che Ramoso aveva recuperato dal libro di ricette di Hope pochi minuti prima.

"Remus non voleva vestirsi", ribatté Black in tono saccente, guardando divertito il diretto interessato, il quale però non gli diede il piacere di ricevere una risposta e decise di rimanere in silenzio.

James e Peter non fecero caso al commento o, almeno, decisero di ignorarlo, per non rischiare di imbattersi in una conversazione scomoda e imbarazzante.

Peter si spostò accanto a Lupin e allungò il collo per leggere il foglio leggermente stropicciato e un po' macchiato in un angolo.

"Gli ingredienti li abbiamo tutti", esordì Codaliscia, indicando con una mano il burro, la farina, lo zucchero e altri sacchetti disposti sul tavolo. "La bacchetta invece?" chiese poi a Lunastorta.

"Certo", disse lui, iniziando a frugare tra le tasche interne dell'enorme giacca beige – di almeno due taglie più grande – che gli avvolgeva il busto.

"Ecco."
Remus impugnò la bacchetta e sussurrò un "Silencio", rendendo silenziosi i loro movimenti e neutralizzando i rumori degli elettrodomestici.

"Perfetto", sorrise James. La sua voce ora sembrava più bassa del solito e leggermente attutita.

"Da quello che ho letto non dovrebbe essere difficile. Ho solo qualche dubbio su cosa sia una planetaria...", borbottò sovrappensiero con le mani sui fianchi.

"È quell'aggeggio lì", disse Lunastorta, indicando una grande ciotola metallica collegata ad una specie di frusta da cucina. "Serve per impastare".

Le bocche di Ramoso e Codaliscia formarono due "O" perfette, mentre Sirius – decisamente meno colpito di loro dall'attrezzo babbano – prese il sacchetto di farina e iniziò a pesarlo sulla piccola bilancia bianca che occupava il piano di lavoro accanto al lavandino. Quando la lancetta si fermò sul trecento, Black ne prese il contenuto e lo versò nella fantomatica planetaria argentata.

"Ei! Aspettami!" si lamentò James, raggiungendolo con due ampi passi e fermandosi al suo fianco.

I preparativi della torta iniziarono ufficialmente e con grande entusiasmo di tutti, più o meno.

Mentre Sirius pesava lo zucchero, James aggiungeva le uova nell'impasto. Al primo tentativo imprecò quando parte dell'albume gli sporcò le mani, ma quelli successivi andarono meglio.

Nel frattempo Remus e Peter si misero a preparare la panna montata con la quale avrebbero decorato elegantemente – o almeno speravano – la torta. Il primo versava lentamente la panna fresca nel recipiente, mentre Minus girava con forza la frusta, più velocemente che poteva. Non ci volle molto prima che un paio – anzi, almeno cinque o sei – schizzi gli arrivassero in faccia. Uno di questi doveva essergli finito nell'occhio, dal momento che Peter lasciò cadere la frusta e si portò la mano al volto, piagnucolando qualcosa su quanto bruciasse.

Defenceless. | WolfstarWhere stories live. Discover now