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"Allora Bambolina, non siamo ancora in vena di chiacchiere?" La voce risuonò minacciosamente tra le pareti della stanza e a Taehyung corse un brivido freddo lungo la schiena mentre, attraverso le ciglia umide di lacrime, sollevava lo sguardo per incontrare gli occhi glaciali dell'uomo difronte a lui. Si agitò sulla sedia di metallo su cui era seduto, il materiale ruvido della corda che gli bloccava i polsi gli graffiò la pelle. Dal soffitto sopra la sua testa scendevano come neve migliaia di particelle di polvere, causate probabilmente dai movimenti degli altri membri della gang al piano superiore. Nonostante il pianto e il naso tappato, il ragazzo riusciva comunque ad avvertire un odore acre di prodotti chimici mescolato ad un nauseabondo tanfo di sudore e sangue.

"Perché stavi ficcando il naso in giro, Bambolina?" gli sputò ancora in faccia l'uomo, abbassandosi e afferrando bruscamente le braccia della sedia ai lati del suo corpo. Il suo alito era ripugnante tanto quanto lui.

Taehyung strinse i pugni e si maledisse in ogni lingua immaginabile. Non riusciva a credere alla situazione in cui si era cacciato.

L'uomo ringhiò ancora una volta come un animale ferito, furioso per via del continuo silenzio. Si rimise dritto e prese un profondo respiro, come se stesse cercando di calmarsi, e poi sollevò un braccio, serrando la mano in un pugno. Terrorizzato, Taehyung strinse forte gli occhi e tentò di prepararsi al colpo, infilandosi le unghie nei palmi delle mani.

Pochi secondi dopo, un tonfo rumoroso che non assomigliava per niente al suono che emette la pelle a contatto con altra pelle, rimbombò tra le pareti sporche. Rendendosi conto che il colpo non sarebbe arrivato, lentamente e con un pizzico di esitazione, Taehyung riaprì gli occhi e lanciò una timida occhiata di fronte a sé: l'uomo teneva ancora il pugno sollevato, ma qualcos'altro aveva attirato la sua attenzione.

La piccola porta di legno sul retro della stanza era stata spalancata con forza, andando a sbattere contro i mattoni di cemento che costituivano il muro, e due uomini massicci avevano fatto il loro ingresso, trascinandosene dietro un altro. Taehyung spalancò gli occhi alla vista del corpo che veniva buttato al suo fianco sul pavimento come un sacco della spazzatura. La faccia del ragazzo incosciente era tumefatta e completamente ricoperta di sangue. Un conato di vomito gli minacciò lo stomaco quando il pensiero che potesse essere morto gli attraversò la mente: c'era troppo sangue, così tanto che quell'eventualità doveva essere tutt'altro che remota.

Entrambi gli uomini gli rivolsero una coppia identica di ghigni crudeli. "Guarda chi abbiamo trovato, Capo", dichiarò con fare compiaciuto uno dei due.

L'assalitore di Taehyung emise un verso di scherno. "Jeon", grugnì, dando un nome al corpo praticamente senza vita che giaceva immobile al suolo. Una smorfia grottesca gli deturpò il volto. "Legatelo. Quando si sveglierà faremo una chiacchierata amichevole anche con lui." 

Quell'ultimo commento sarcastico fece tornare il respiro a Taehyung. Sapere di essere chiuso in una stanza con una persona priva di sensi era di gran lunga meglio che sapere di esserlo con un cadavere.

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Where stories live. Discover now