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Steso sul proprio lato del letto, gli occhi puntati fuori dalla finestra, Jeongguk osservava con sguardo pigro due piccoli uccellini svolazzare avanti e indietro sulla ringhiera del balcone, il piumaggio dorato che brillava nella luce chiara del mattino.

Hyunwoo dormiva placidamente sul suo petto nudo, le piccole labbra socchiuse e le manine strette in due adorabili pugnetti. La perfetta copia di Taehyung che, rannicchiato al suo fianco tra le coperte, con i capelli color del grano illuminati dal sole e le lunghe ciglia scure che gli sfioravano le guance, era a propria volta immerso nel mondo dei sogni.

Il corvino fece vagare lo sguardo tra di loro, stupefatto.

Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare parole adatte per descrivere quanto si sentisse felice in quel momento. Quanto la vita gli apparisse incredibilmente bella.

Erano mesi ormai che aspettava quel giorno. Il primo periodo era stato il più duro, le sue responsabilità erano raddoppiate, i suoi compiti e i suoi doveri aumentati esponenzialmente. Col passare del tempo si era in qualche modo abituato all'assenza del padre e all'obbligo di sostituirlo, eppure non poteva negare che gli mancasse da morire.

Il processo di Crims era fissato per le nove, il che significava che presto Jeongguk avrebbe dovuto interrompere la serenità da cui era circondato per andare a farsi una doccia e prepararsi ad uscire. Inoltre, gli sarebbe anche toccato svegliare Taehyung, perché il biondo aveva deciso di aver perso già troppe lezioni e che era ora di tornare all'Università. Minhee aveva accettato di badare a Hyunwoo la sera prima, dopo una chiamata piuttosto agitata da parte del figlio.

L'Hellhound fece sprofondare la testa contro il cuscino, una mano intrecciata ai capelli del proprio ragazzo, l'altra poggiata delicatamente sullo schiena di Hyunwoo. Sapeva di star tirando un po' troppo la corda, ma decise comunque di rimanere steso lì ancora per qualche minuto: ne valeva la pena.

Non riusciva a credere che d'ora in poi quelle sarebbero state le sue mattine.

Certo, si era svegliato alle cinque e mezza per via del pianto di Hyunwoo ed era dovuto scendere al piano di sotto per preparargli il biberon, eppure non gli era per niente dispiaciuto. Era abituato ad alzarsi presto - in quell'ultimo anno l'insonnia l'aveva accompagnato come un'amica fedele - e quel minuscolo esserino che adesso gli sbavava sul petto era l'unica ragione al mondo in grado di convincerlo ad abbandonare momentaneamente il calore delle coperte e, soprattutto, di Taehyung.

Quando l'ora lampeggiante sul display del cellulare lo informò che erano già passati quindici minuti dal suono della sveglia, Jeongguk si rese conto di non poter rimandare ulteriormente. Mentre la consapevolezza di doversi alzare lo investiva, si confortò col pensiero che, nell'immediato futuro, lo attendevano ancora centinaia di mattine perfette come quella.

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Where stories live. Discover now