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Jeongguk rise mentre rincorreva Taehyung per le scale che portavano al suo appartamento. Il biondino stava cantando ad alta voce le parole della canzone che suonava nel bar al piano di sotto, interrompendosi ogni tanto per via delle risate.

Si era fatto tardi e il loro gruppo aveva iniziato lentamente a congedarsi. Jeongguk aveva preso in giro Taehyung per tutta la sera, come spesso faceva, e dopo uno specifico commento che aveva colto il maggiore di sorpresa, si era beccato un drink addosso: Taehyung gli aveva puntato un dito contro con fare accusatorio e, dimenticandosi completamente del bicchiere che teneva in mano, era riuscito a bagnargli del tutto la camicia. Non appena si era accorto di ciò che aveva combinato, il biondo si era portato sorpreso una mano alla bocca, senza realmente riuscire a nascondere una risatina divertita, e poi, consegnato il bicchiere vuoto a Jimin, era letteralmente scappato in direzione dell'appartamento dell'Hellhound.

Perciò eccolo lì: con il fiatone in cima alle scale, la porta del loft chiusa davanti a sé e più nessuna via d'uscita. Ridacchiò di sé stesso: non ci aveva pensato molto bene quando si era precipitato lungo la rampa di scale. Si voltò per vedere Jeongguk che faceva gli scalini a due a due, la camicia ancora fradicia, ma con un enorme sorriso stampato sul viso.

Indietreggiò leggermente, colpendo la porta con la schiena. Ci poggiò sopra le mani e aspettò che l'altro lo raggiungesse, intrappolandolo tra il suo corpo e il muro. Una volta in cima alle scale, Jeongguk si fermò per inchiodarlo sul posto con lo sguardo.

«Non è stato molto carino da parte tua, Tigre», mormorò con voce profonda, avvicinandosi lentamente per posargli le mani sui fianchi e spingerlo contro la porta. «Qualcuno potrebbe pensare che il tuo sia solo uno stratagemma per farmi togliere i vestiti.»

Taehyung si portò una mano al cuore, fingendosi stupito. «Io?» boccheggiò. «Mai.» Ma il sorrisetto appena accennato sulle labbra lo tradì. Jeongguk incarcò con calma un sopracciglio, per niente convinto, e fissandolo negli occhi, allungò una mano per abbassare la maniglia. Il più grande non smise di guardarlo neanche per un secondo, il labbro inferiore stretto tra i denti e il cuore che minacciava di uscirgli dal petto.

Non appena Jeongguk riuscì a far scattare la serratura, si allontanò leggermente dalla porta e lasciò che Taehyung compisse qualche passo indietro, scivolando all'interno dell'appartamento.

«Bè, se non è quello che stavi cercando di fare, allora...», iniziò a dire Jeongguk, accendendo le luci e passandogli accanto senza neanche guardarlo, dirigendosi verso il balcone. Tuttavia, non riuscì neanche ad avvicinarsi, perché fu fermato quasi immediatamente dalla presa di Taehyung sul colletto della sua giacca.

«D'accordo», sussurrò dietro di lui il ragazzo dai capelli color del grano, infilandogli le mani sotto la giacca per sfilargliela lentamente dalle spalle. «Forse non sono così contrario all'idea...». Gli rimosse completamente l'indumento e lo lanciò verso il tavolo da pranzo, osservandolo scivolare lungo la superfice lucida in legno.

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Where stories live. Discover now