ⅩⅩⅤⅡ

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Una settimana dopo la festa di Halloween – che Jimin aveva più volte affermato essere stata un "successo" – tutto era tornato alla normalità. O meglio, alla normalità se si escludeva il fatto che la casa del lilla fosse stata completamente distrutta e che, ancora fino a quel giorno, nessuno aveva la minima idea di che fine avesse fatto Namjoon per tutte le quarantott'ore successive ai festeggiamenti.

Ad ogni modo, quel sabato sera, invece di ubriacarsi a casa del proprio migliore amico, Taehyung teneva compagnia a Jieun mentre Jeongguk era fuori ad occuparsi di alcuni affari per conto degli Hellhound.

Anche se, a dirla tutta, non è che il biondo stesse proprio "tenendo compagnia" a Jieun; più che altro, infatti, le stava facendo da complice in un atto di vandalismo.

Quando gliel'aveva fatto notare, la ragazza aveva ribattuto che non poteva essere considerato vero e proprio vandalismo se l'edificio che stavano per imbrattare apparteneva a suo padre, ma Taehyung non ne era comunque stato molto convinto. Jieun non aveva chiesto il permesso né a Jeongguk né, tantomeno, a Crims. Per cercare di salvarsi la pelle, le aveva fatto promettere che, in caso fossero stati scoperti, lei avrebbe dichiarato che lui aveva fatto del proprio meglio per fermarla, anche se senza risultato.

In quel preciso istante perciò, muniti di pennelli e dozzine di barattoli di tintura colorata, i due si trovavano nell'ufficio al secondo piano del Bangtan, in quella che, almeno per il momento, era a tutti gli effetti la camera da letto di Jieun. La ragazza, infatti, con la scusa che ormai la stanza sarebbe rimasta sua ancora per molto tempo, aveva deciso di personalizzarla. E con personalizzarla, come Taehyung aveva sfortunatamente imparato a proprie spese, non intendeva aggiungere qualche lucina colorata o delle fotografie, ma dipingere un enorme murale sulla parete accanto al letto, dal pavimento al soffitto.

Jieun pianificava quel progetto da qualche giorno ormai, tanto che aveva già abbozzato il disegno e comprato la vernice da utilizzare. L'unica cosa che, invece, sembrava aver completamente dimenticato di fare era chiedere il permesso al fratello.

«Allora», parlò Taehyung dopo qualche minuto dall'inizio dei lavori mentre era intento a tracciare sul muro i contorni del dipinto. «Dove andrai quando Guk vedrà quello che hai fatto e ti caccerà da qui a calci nel sedere?»

Dal punto sul pavimento in cui era seduta, Jieun sollevò la testa per fargli la linguaccia come una bambina capricciosa. «Guk non lo farebbe mai!», si lamentò, stuzzicandolo leggermente con la punta della matita che teneva in mano. «Mi ama!»

Taehyung voltò la testa quel tanto che bastava per rivolgerle un'occhiata scettica. «E pensi sia abbastanza?», domandò ancora, senza però riuscire a mantenere un'espressione seria e facendosi scappare un sorrisetto.

Jieun mise il broncio. «Smettila!», esclamò fintamente offesa. «Sono sicura che gli piacerà!»

«Ah sì? Ed è per questo che non gli hai detto niente?»

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora