4.6K 198 189
                                    

───────•••───────

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

───────•••───────

Quando raggiunsero il campus, il parcheggio era già disseminato d'auto: la maggior parte appartenenti alla squadra di cheerleading e a quella di basket, che arrivavano sempre in anticipo per via del riscaldamento. Jeongguk parcheggiò la moto ad un'estremità per lo più deserta dello spiazzo e attese che Namjoon, assieme a Seokjin seduto alle sue spalle, si fermasse a propria volta nello stesso posto d'auto. Il più grande si era fatto accompagnare dal ragazzo dai capelli grigi perché non possedeva ancora una motocicletta: lavorava quante più ore possibile proprio per risparmiare denaro e permettersi di comprarne una. Mateo, invece, era finito in un incidente all'inizio dell'anno e la sua moto era andata completamente distrutta. Da allora, utilizzava l'auto del cugino, ovvero la piccola vettura malandata che si fermò nel parcheggio accanto ai veicoli degli altri due Hellhound.

"Devo andare a cambiarmi", avvisò Taehyung non appena scese di sella, porgendo a Jeongguk il casco che si era appena sfilato. "Cerca di non metterti nei guai", lo ammonì poi con leggerezza, abbozzando un sorrisetto.

L'Hellhound sistemò il casco nel cassetto portaoggetti e gli si avvicinò lentamente, le mani infilate nelle tasche dei jeans e l'aria fintamente ingenua. "Nessuno saprà mai che siamo qui", promise, nonostante il ghignetto sulle labbra sembrasse dire l'esatto contrario.

Taehyung allora si voltò verso Seokjin. "Puoi assicurarti che si comportino bene?"

Il rosa gli rivolse la grottesca imitazione di un saluto militare. "Contaci", assicurò ammiccando. Tra tutti, Seokjin sembrava di gran lunga essere il più maturo e sicuramente l'unico in grado di tenere l'intero gruppetto sotto controllo. Taehyung non aveva idea di cosa aspettarsi da quella serata, ma sperava vivamente che non capitasse niente di irreparabile.

Proprio mentre faceva per dirigersi verso l'entrata della palestra, un braccio muscoloso gli si allacciò attorno alla vita e lo tirò indietro. Jeongguk lo costrinse a girarsi e, senza dargli il tempo di chiedere cosa stesse succedendo, gli afferrò il viso tra i palmi e premette con fervore le labbra sulle sue. Taehyung si sciolse come burro.

"Ora puoi andare", ghignò infine il corvino non appena si separarono, le mani ancora strette attorno al suo viso. Fece qualche passo indietro e si appoggiò contro un fianco della moto, incrociando le braccia al petto.

Il più grande ridacchiò allegro, allontanandosi a propria volta e rivolgendogli un timido gesto di saluto con la mano. "Sì, signore", sussurrò, la voce suadente e profonda.

Dopodiché, l'ultima cosa che vide prima di correre verso l'entrata dell'edificio, fu Jeongguk premersi la lingua contro l'interno di una guancia e scuotere leggermente la testa, una scintilla affamata nelle iridi scure.

Era in ritardo.

Nel momento in cui fece irruzione nello spogliatoio riservato agli Elite, fu accolto dallo sguardo ostile della sua cheerleader dai capelli color pece preferita. "Gentile da parte tua decidere di unirti a noi, Kim", lo schernì Jennie, osservandolo compiere a grandi passi l'intera lunghezza della stanza per raggiungere la sezione maschile degli armadietti senza degnarsi di risponderle.

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Where stories live. Discover now