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«Credo di volerlo crescere come se fosse mio figlio».

Jeongguk rimase leggermente spiazzato da quell'improvvisa ammissione e spalancò di scatto gli occhi, voltando il viso alla propria sinistra. Taehyung se ne stava seduto al posto di guida della sua nuova auto – quella che Minhee gli aveva appena dato – e guidava lungo la strada buia, illuminata solo dalle luci della città e dalla luna crescente.

Era un sabato sera e i due ragazzi avevano appena finito di cenare assieme a Minhee. La donna aveva insistito per tenere Hyunwoo con sé quella notte, così che loro potessero passare un po' di tempo da soli, e loro non avevano opposto più di tanta resistenza.

In quel momento erano diretti al Bangtan dove – sapendo di poter fare ciò che volevano senza doversi preoccupare di Hyunwoo – avevano programmato di trascorrere qualche ora con i loro amici. Eppure, nonostante la serata che li attendeva, Taehyung sembrava avere ancora in mente il bambino.

«Cosa?», domandò Jeongguk, il cervello incapace di formulare una frase migliore.

«Hyunwoo», chiarì Taehyung, malgrado fosse ovvio. «Credo di volerlo crescere come se fosse mio figlio, non mio nipote». Spostò per un'istante gli occhi sull'espressione stupita del suo ragazzo e poi tornò rapidamente a concentrarsi sulla strada. «Credo solo... Credo che sarebbe più facile per lui, no? Soprattutto mentre è ancora piccolo e deve imparare le basi delle dinamiche familiari».

Lo sguardo di Taehyung incontrò ancora una volta quello di Jeongguk, che era finalmente riuscito a chiudere la bocca. L'Hellhound annuì lentamente mentre il biondo riprendeva a parlare. «Voglio dire, ovviamente quando sarà grande abbastanza da capire gli dirò la verità e... bè, succederà tra anni quindi non è che me ne devo preoccupare subito, però penso davvero che sia la cosa migliore per Hyunwoo».

Dopo quelle parole, Jeongguk rimase in silenzio per un lungo momento, abbastanza perché Taehyung cominciasse a preoccuparsi. «P-pensi che sia una cattiva idea? Ho solo pensato che-».

«No, no!», lo interruppe velocemente il corvino. «No, Tigre. Penso sia una buona idea. Penso sia un'ottima idea».

«Dici davvero?». Un piccolo sorriso rincuorato spuntò sulle labbra del più grande.

Jeongguk rise piano. «Certo che sì, capisco cosa vuoi dire. Sarebbe più difficile dovergli spiegare perché non ha i genitori, piuttosto che il contrario, e tu non vuoi che venga preso di mira. I bambini possono essere davvero crudeli».

«Penso che verrebbe preso di mira comunque per il fatto di avere due padri, ma questo è tutto un altro argomento», sbuffò Taehyung con leggerezza.

L'Hellhound ghignò quasi impercettibilmente. «Due padri, eh?», domandò, un sopracciglio sollevato e lo sguardo puntato sul viso del biondo, che spalancò gli occhi di scatto e li fece passare più volte da lui alla strada.

Crimson | 𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Where stories live. Discover now