La Fine pt.1

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CAPITOLO 28 - Fine

Felipe's Pov

«Stanza 127» indicò la ragazza alla reception, sorridendomi ampiamente.

Ringraziai cordialmente, uscendo a passi larghi dalla hall e inoltrandomi in uno dei tanti corridoi dell'edificio. Se ricordavo bene, le stanze che superavano la centinaia erano collocate al primo piano. Seguii un cartello che indicava la direzione degli ascensori.

«E' guasto» disse una voce alle mie spalle. Mi voltai, notando che Angel mi fissava con cipiglio curioso.

«Cosa ci fai qui?» chiesi, sorpreso di vederla.

«Simon si è fratturato un ginocchio giocando a calcio, sono venuta a trovarlo» sorrise, con un leggero impaccio ad accompagnare la sua voce. Osservai come le sue guance presero lievemente colore, sorrisi di rimando.

«State insieme?» domandai schietto, incuriosito dalla sua reazione.

«No! - rispose, il tono più alto di un'ottava. Avvertii una nota di imbarazzo nella sua voce, il suo viso sembrava volesse prendere fuoco. Risi tra i denti, passando una mano a coprirmi la bocca per mascherarlo. Qualcuno avrebbe dovuto avvisarla che non era molto brava a mentire - Tu, piuttosto, che ci fai qui?»

«Io, uhm, stavo andando a trovare una persona» tentai di contestare, restando sul vago.

«Chi?» approfondì lei, avvicinandosi leggermente per scrutarmi meglio.

«Un amico»

«Che genere di amico?» chiese, alzando un sopracciglio.

«Un amico d'infanzia» risposi, leggermente interdetto per la domanda.

«In che stanza sta?» indagò lei, incrociando le braccia al petto.

«La 127-D» indicai, confuso da questo repentino interessamento. Perché era così importante con chi mi stessi per vedere? Cosa c'era di sbagliato nell'andare a trovare una persona in ospedale?

Poi mi ricordai di un nome, del suo, e capii il motivo di questa avversione nei miei confronti. Angel si stava comportando così per via di Erick? Temeva che lo stessi ingannando di nuovo?

Era questo che pensava di me, che fossi un traditore?

Non seppi se ritenermi offeso o semplicemente comprendere le sue motivazioni. Forse Angel temeva che lo stessi illudendo e non le avrei dato tutti i torti, anche io se fossi stato al suo posto mi sarei sicuramente preoccupato per il mio migliore amico. Soprattutto se si parlava di me, della persona che ama e della stessa che lo ha fatto soffrire senza nessun risentimento. Ma ho tentato di rimediare, mi sono scusato laddove delle semplici scuse non bastavano; vedere Erick piangere è stata probabilmente la peggiore delle punizioni che la vita potesse assegnarmi. Lei e Clarabel sono le uniche spersone a cui è più affezionato in assoluto ed è anche loro compito proteggerlo da chi, come me, ha già tradito la sua fiducia più di una volta. Sono colpevole, ho giocato con il suo cuore come se fosse una palla da calcio e l'ho fatto soffrire, ne sono consapevole. Ma ho giurato, sia a lui che a me, di non ripetere lo stesso errore e di prendermi cura di lui, di essere presente nella sua vita come lui lo è stato nella mia, di stargli accanto come ha sempre fatto al posto mio.

L'ho giurato sulla mia stessa vita.

Certo, non posso pretendere che Angel o Carabel mi possano perdonare, ma avrei lottato per guadagnarmi la loro fiducia e far capire loro di essere finalmente cambiato, oltre che dispiaciuto per come mi sono mostrato.

«Allora non è un problema se vengo anche io» affermò, incamminandosi lungo le scale per salire al primo piano.

«Ma Simon?» chiesi incerto, sostenendo il suo passo affrettato ed osservando i gradini uno ad uno per non inciampare.

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⏰ Última atualização: Dec 09, 2015 ⏰

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