I POV'S

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[Questo capitolo lascio che le protagoniste siano Clarabel & Angel, le migliori amiche del protagonista. Volevo solo far capire che l'unico ad avere altri problemi a cui pensare non fosse solo Erick, ma anche altri.

Nonostante tutto, non smetterò di parlare di Lui... buona lettura!

Ah, colgo anche l'occasione per ringraziare tutte le persone che hanno votato e letto la storia. GRAZIE MILLE! ;)...]

CAPITOLO 6

CLARABEL'S POV

Avevo il fiatone. Stavo rincorrendo Marcus nell'intento di scoprire cosa stesse tramando. Da un pó di tempo a questa parte, i suoi comportamenti erano alquanto sospetti. Lui mi piaceva, e non poco. Mi ero completamente innamorata di lui ma, ahimè, era già fidanzato. Lo vidi passare abbracciato ad una ragazza, presumibilmente la sua.

Era uno sgorbio dai, come poteva stare con una pantegana simile?! Pensai.

Sarà stata la gelosia a prendere il sopravvento, ma quando lui mi salutò, io girai i tacchi e ignorai completamente la sua presenza. Proseguii dritto, senza un'effettiva meta. Quando mi ritrovai nella via che conduceva a casa mia, decisi di fare un salto a casa della mia migliore amica.

Citofonai e mi corse ad aprire la madre: che deliziosa signora.

«Salve» salutai, con dolcezza.

«Ciao, prego entra» contestò lei, con premura. Percorsi tutto il giardino soffermandomi sulle gardenie, che mi piacevano tanto. Entrai in casa.

«È permesso?» chiesi per ottenere il permesso di passare.

«Avanti, avanti!» rispose la mia migliore amica, arrivando dalla cucina.

Mi prese per mano e mi trascinò in camera sua, dove chiudemmo la porta a chiave per non fare entrare nessuno. Aveva già capito di cosa avevo bisogno, così prese la mia testolina e se la poggiò sulla sua spalla. Tirai un sospiro, prima che la mia mente potesse essere sovrastata dai pensieri. Iniziai a ricordare.

Pensai a quel giorno in cui Marcus ritornò a casa dei suoi zii ubriaco, perché si, lui era il cugino della mia migliore amica. Saranno state le quattro o le cinque del mattino, ma il cielo era ancora del tutto scuro. Scesi le scale, dopo essere stata svegliata da un tonfo, per constatare che non fosse entrato nessun ladro. Quando fui arrivata in salone, mi ritrovai partecipe ad uno scenario patetico. Marcus stava entrando barcollante dalla porta, per poi accasciarsi al suolo. Rimasi a guardare la scena fino a quando, presa da uno strano istinto materno, dovetti sollevarlo di peso e trascinarlo sul divano. Corsi in bagno a inumidire uno straccio con dell'acqua calda. Ritornai in salone e notai il suo corpo inerme disteso sul tappeto, di nuovo. Sbuffai, irritata. Mi toccò risollevarlo con fatica e riporlo sul divano, come un oggetto. Mi accertai che fosse ben coperto e gli posai lo straccio umidiccio sulla fronte. Stava bollendo, ma sapevo che era uno degli effetti dell'alcol. Mi sedetti sulla sedia e lo fissai mentre dormiva. Era una visione così angelica. Da un pò di tempo, mi ero presa una bella sbandata per lui. Socchiusi gli occhi. Forse mi addormentai. Non so bene se fosse così, ma ero certa di non ricordare più niente.

La mattina seguente, mi svegliai sdraiata sul divano con un braccio che mi cingeva i fianchi. Aprendo gli occhi, vidi Marcus sveglio e che mi osservava dormire, come avevo fatto io la notte precedente.

«Buongiorno principessa» mi sussurrò con dolcezza.

«B-Buongiorno» risposi io, paonazza. Lui alzò una mano, ma io pregai tutti i santi possibili ed immaginabili per far sì che quel momento non terminasse. Portò il suo arto sulla mia guancia, accarezzandola. Il mio cuore partì da zero a mille, nel giro di poco tempo. Sudai freddo. La sua mano passò poi all'altezza dei miei occhi, sfiorandoli.

L'amore é uguale per tuttiWhere stories live. Discover now