Occhi verdi e nuovi problemi

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CAPITOLO 9

Erick's Pov

Risalii le scale, con aria dispiaciuta. Volevo vederlo, conoscerlo, incontrarlo. Per un attimo avevo veramente sperato di intravederlo quel giorno.

Quando arrivai in cima, passando al piano superiore, aprii la porta che permetteva il passaggio tra le aule e l'atrio con gli armadietti. Feci per tirare la maniglia ma-

SBAM!

Caddi in avanti, ritrovandomi per terra. Fu abbastanza strano, perché non sembrava che avessi un contatto diretto con il pavimento freddo e polveroso. Era come se qualcosa o qualcuno fosse sotto di me. Spalancai gli occhi. "Wow" sospirai stupito. Quegli occhi che avevo tanto cercato, ora erano di fronte a me, più brillanti che mai. Mi fissavano come se il mio blu fosse la parte mancante di quel verde. Mi sarei potuto perdere in quelle iridi così dolci. Per un attimo, ma solo per un attimo, mi riuscii a dimenticare di essere disteso sopra di lui. Quando me ne resi conto, iniziai ad agitarmi ed il cuore iniziò a battere all'impazzata.

«Scusami» riuscii a dire, impacciato, drizzandomi in piedi. Gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi. La afferrò saldamente. Era calda e liscia, come la pelle di un bambino. Nel tirarsi su, diede troppa spinta, finendomi in braccio. I nostri visi erano talmente vicini che potevo sentire il suo respiro accarezzarmi le labbra. Mi scostai di lato, anche se avrei dato tutto il mondo per restare ancora così con lui. Lo salutai e corsi via. Non ero certo di aver sentito una risposta da parte sua, ma almeno ero felice di averlo incontrato finalmente.

~*~*~*~*~*~

Ora lo vedevo sempre all'intervallo a parlare con i suoi amici. Ci guardavamo e basta, quando capitava. Io, però, non gli staccavo gli occhi di dosso. Me lo mangiavo con lo sguardo. In lontananza, potevo squadrarlo dalla testa ai piedi. Aveva stile, eleganza e quel pizzico di "ragazzo trasgressivo" che piaceva a me. I suoi capelli castani erano tirati in piedi da una cresta semi-perfetta. Mi superava di poco in altezza. Non che fossi basso, per carità.

Di colpo, si avvicinò a lui una sua compagna d classe. Lo aveva abbracciato. Io guardai tutta la scena con aria scocciata. Mi dava fastidio che qualche ragazza potesse liberamente abbracciarlo e io non gli avevo neanche parlato. Ero geloso, si. Si può essere gelosi di qualcosa che non si ha? Bene, io potevo.

Si girò verso di me e mi sorrise, mostrandomi i suoi canini che assomigliavano molto a quelli di un vampiro. Quel gesto mi tranquillizzò alquanto. Mi faceva impazzire, letteralmente. Accennai un saluto con la mano e lui contraccambiò. Mi fece segno di avvicinarmi. Tentai, ma alcuni suoi amici lo portarono via da me.

Ci rimasi male, ma almeno anche lui voleva conoscermi. Ero così stra maledettamente positivista. Durante le ore di lezione, fissai per tutto il tempo la sua foto. Amy sapeva tutto e non si preoccupò più di tanto. Io avevo bisogno di parlargli, ma ero troppo timido e poi, non sapevo neanche se provasse quello che provavo io. Non potevo essere diretto senza prima averne la certezza.

~*~*~*~*~*~

Passai un mese intero a pensare a lui, incontrandolo ad ogni intervallo. Non riuscimmo mai ad avere la vera e propria occasione per parlarci, ma i nostri sguardi dicevano tutto.

Quell'intervallo lui mi passò accanto, mettendomi una mano sulla spalla. Mi sorrise vivacemente. Dentro di me, ero come un fuoco. Potevo sentire io mio sangue ribollire e le guance andare a fuoco. Il mio cuore perse un battito. Penso di essere arrossito in quel momento. Mi voltai nella sua direzione e vidi lui che sorrideva. I suoi occhi erano chiusi a fessura, ma si poteva ancora vedere quel verde luccicare. La mia attenzione venne catturata dalla mano che, nonostante la sua fretta di tornare in classe, non mollava la presa dalla mia spalla. Sorrise ancora imbarazzato. Poi, però, i suoi amici lo trascinarono di forza verso di loro e io rimasi ancora con quel sorriso da ebete stampato in viso. D'un tratto, mi arrivò un messaggio da Clarabel.

"Vieni qui, Jim deve pagarla. Le spiegazioni a dopo. Muoviti xx"

Trasformai la mia espressione felice, in una seria. Corsi in classe, allarmato dalla situazione. Jim era seduto su una sedia. Si poteva notare un segno di mano sulla sua guancia, come se qualcuno gli avesse dato una sberla. Clarabel lo fissava con ira, mentre si massaggiava la mano. In quell'aula, la tensione si poteva tagliate persino con un paio di forbici. Le mie robe erano sparse sul pavimento. Io rimasi sconnesso e allibito. Guardai attorno a me e vidi Samantha, nervosa, che tentava di rimettere in ordine tutte le circolari di classe. Era la nostra rappresentante ed era la migliore. Era una ragazza molto responsabile ed ordinata, una ragazza con la testa sulle spalle. I suoi capelli neri e boccolosi, raccolti in una coda, lasciando scendere la frangetta sulla sua fronte, la facevano sembrare una di quelle ragazze dei fumetti Manga. I suoi occhiali neri e le sue guance paffute color corallo, la rendevano giovane per i suoi 15 anni. Era una ragazza costantemente attenta e studiosa, dando il meglio di se in ogni cosa che faceva. Aveva un carattere abbastanza mansueto, ma se si infuriava diventava peggio di un toro. Dal colore delle sue orecchie, ovvero rosse, si poteva intuire che aveva appena urlato. Io ponevo tante domande, ma nessuno mi rispondeva.

Jim si alzò, aprì la porta e uscì. Samantha lo seguì. Si potevano udire delle grida provenire dal corridoio. Clarabel si diresse verso la porta, chiudendola.

«Cosa è successo?!» chiesi confuso.

«Si risolverà tutto, sta tranquillo» rispose, avvicinandosi a me. Mi fissava con pena, come se fossi sempre io quello sfortunato. "Si risolverà tutto". Quelle parole sembravano prevenire una disgrazia. Cosa intendeva dire?! Cosa aveva fatto Jim per meritarsi uno schiaffo? Lui non era un tipo da far arrabbiare così tanto Clarabel, a meno che non abbia creato un problema a me. Lei era sempre pronta a menare quando qualcuno mi offendeva, ma ora Jim che motivi aveva per farlo?!

«Promettimi di non arrabbiarti...» riprese a parlare. Annuì ingenuamente .

«Jim ha parlato con Felipe, raccontandogli del foglio con sopra il suo nome e del fatto che osservi la sua foto durante le lezioni». Sgranai gli occhi, pensando che fosse solo un brutto sogno. Indietreggiai. Se aveva parlato veramente con lui, allora perché Felipe prima mi aveva fatto segno di avvicinarmi?

L'intervallo era finito, così non potei andare a cercarlo per chiedergli delle spiegazioni. Raccontai tutto ad Amy. Lei era dubbiosa almeno quanto me. E poi, perché Jim glielo aveva raccontato? Non me aveva motivo. Avevo troppo bisogno di cercarlo...

L'amore é uguale per tuttiWhere stories live. Discover now