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Quando mi sveglio sono stranamente la prima. Di nuovo.
Dato che sono andata a letto ancora in abiti civili non serve nemmeno cambiarsi. Esco dal dormitorio con un libro in mano e vado alla mensa. Nemmeno lì c'è anima viva quindi prendo una tazza di tè caldo e mi rilasso leggendo. Dopo un po', ovvero una mezz'ora buona, sento la porta aprirsi. Alzo gli occhi per vedere chi arrivasse e trovo il ragazzo che la sera prima ha chiaramente espresso il fatto che non ha bisogno del mio aiuto. Lo vedo sbuffare grattandosi il collo per poi raggiungermi al tavolo.
Io lo tengo sott'occhio mentre bevo dalla mia tazza.
«Buongiorno» saluta sedendosi.
«MH» saluto io facendo un po' l'offesa.
Jean fa un sospiro e poi prende parola.
«Scusa per ieri..sono stato un po' brusco lo so. Invece dovrei ringraziarti. Solo che è da un po' che non mi esce dalla testa il discorso di quella mattina e vederti così vicina al qua tipo rosso-»
«Aspetta aspetta...tu eri arrabbiato per questo?» dico sorpresa. E io che pensavo a chissà cosa!
Il ragazzo mi guarda un po' intimidito e fa cenno di sì con il capo.
«Ti prego no! Anzi ora che so chi è vorrei renderlo sterile con un calcio» faccio beffarda. Dio ti ringrazio..non ha capito niente!
Lui sembra ancora più in imbarazzo.
«Ah scusa non..io non volevo arrivare a conclusioni affrettate! Scusa, davvero...» biascica. Quanto può essere carino in queste situazioni? Sembra un cucciolo! Mi viene da ridere e al ragazzo non scappa.
«Faccio tanto ridere per caso?» chiede alzando un sopracciglio.
Io scuoto la testa muovendo i capelli [c/c] arruffati.
«No sono solo sollevata che tu non abbia capito» mi esce ma poi mi accorgo che potrei avergli dato un indizio troppo grande. Speriamo che  sotto questo punto di vista sia stupido...
«Eh? Ah, come vuoi..» Sì. Per fortuna lo è.
Poi mi ruba la tazza e finisce quello che è rimasto del tè. Ah la gara!
«Come è andata la gara alla fine?»
«Ho vinto ovviamente!» risponde fiero. Quanto se la tira...e non riesco a trattarmi dal roteare gli occhi.
«Hey che staresti insinuando?!»
Alzo le mani in segno di resa e mi faccio comparire un'espressione innocente.
«Io? Niente!» dico per poi ridere.
«Ahahah molto simpatica» fa offeso.
Io non riesco a non pensare che sembra sempre più puccioso. Con gli altri non lo da' a vedere, peccato.
Asciugo una lacrima per poi proseguire «Beh come mai tutti ancora a letto?»
Jean mi guarda confuso ma poi ricorda che io ieri sera non c'ero.
«Dato che è stata un'idea del capitano Pixis il tardo orario, hanno lasciato la giornata libera per tutti così che possano riposare»
Ora capisco molte cose. Non sono io a essere impazzita per aver iniziato ad alzarmi presto.
«E come mai sei già in piedi?»
Non sembra molto convinto di dirmi il motivo ma poi sputa il rospo «Vado a trovare mia madre. Ho vinto grazie a una sua ricetta e devo anche scusarmi con lei per ieri. Grazie a te non ho fatto una cazzata»
Dico che non fa niente. Insomma chi ha dei genitori affettuosi deve approfittarne.
C'è un attimo di silenzio e poi se ne esce con una proposta che lo fa arrossire.
«Vuoi accompagnarmi? Mia madre ha detto di portare qualche amico ma stanno tutti dormendo..»
Non c'è niente che faccia arrossire..questa volta magari ha solo caldo, chissà.
Accetto energicamente. Sarebbe brutto non andare a trovare quella simpatica signora che si è anche preoccupata di portare qualcosa da mangiare. Al che mi viene un'idea.
«Jean quanto tempo abbiamo?»
«Beh è presto, cerchiamo di essere lì tra due ore magari»
Perfetto! Corro in cucina a chiedere il permesso per usarla e sono così gentili da concedermelo.
«Cos'hai in mente?» si preoccupa il mio collega.
«Ora andremo a fare un po' di spesa e preparerò un dolce da portare da tua madre. Non voglio presentarmi a mani vuote! Non fa parte dei miei insegnamenti»
«Sì ok ti lascio fare perché so che non ti posso fermare quando hai un'idea, ma di solito quando si va a casa di amici non si portano regali di cortesia. Quello è per altre occasioni e n-»
Perché sia così insistente non lo capisco. È un bel gesto tutto qui.
Gli lancio un'occhiataccia per zittirlo e lo trascino fuori per fare la spesa.

«A tua madre potrebbe piacere una torta di frutta?»
Lui sembra un po' in imbarazzo per questa domanda. «Ecco non so bene cosa le piace...»
«Va bene, non ti preoccupare. Allora vada per la frutta. Di solito è la più apprezzata» provo a tirarlo un po' su. È da tanto che non abbiamo una conversazione serena senza quella sensazione di imbarazzo che riguardi noi due e devo ammettere che è bello.
Mi fermo a prendere un po' di mele, un po' anche per il mio cavallo a cui ne avevo promesse, e qualche altro frutto particolare.
«Ti posso rubare una mela? Le amo» allunga le mani Jean.
«Non far mai sentire questa frase a Eren. La userà contro di te per il resto della sua vita»
«EDDAI!» si lamenta e poi da un morso al frutto.

Torniamo alla caserma e prendiamo d'assalto la cucina. Preparo tutti gli ingredienti davanti a me e inizio a lavorare.
Preparo la base della crostata e la metto a cuocere nel forno a legna. Poi passo alla preparazione della crema che andrà in frigo. Mentre aspetto che siano pronte mi cambio per essere un minimo presentabile e non avere i vestiti sporchi di farina. Penso sia la prima volta che metto questo vestito. Ricordo che me l'ha regalato mia nonna. È abbastanza lungo da non farmi sentire in imbarazzo, arrivando fino alle ginocchia, ma anche fresco. È di un bel beige chiaro ma il corpetto è bordeaux come le rifiniture della gonna. Beh mi sembra una buona occasione per sfruttarlo.
Quando la base è pronta verso la crema sopra e decoro con la frutta che avevo comprato poco prima. Perfetta!
«Pronta a partire capo!»
Jean sembra rimasto abbastanza di sasso. Mi sta squadrando da quando ho messo la testa fuori dalla cucina.
«Qualcosa non va?» guardo il mio vestito per trovare tracce di macchie, magari causate dalla frutta.
Lui scuote la testa per riprendersi «No no stai benissimo, scusa» dice per poi distogliere lo sguardo.
Io prendo la scatola con dentro la torta e ci
incamminiamo.

«Che è successo di così importante da te? Sempre che si possa sapere..»
Mi congelo sul posto. Devo dirgli la verità? Accidenti non voglio rovinare la giornata...
«Ecco..te ne vorrei parlare ma..non ora ti prego. È una bella giornata. E quello che ho da dirti no e vorrei essere sincera»
Lo guardo negli occhi implorando di capirmi. Jean grazie al cielo non insiste e cambia argomento.
«Ok beh..hai qualche altra domanda sul mondo, piccola bambina che sta scoprendo il linguaggio quotidiano?» mi chiede ammiccando.
Io ci rifletto un attimo.
«Oh sì! Cosa vuol dire questo gesto?» e gli mostro il dito medio.
«Serve a mandare a fanculo le persone. Dove l'hai visto?»
«Ymir...» rispondo guardando il mio dito. Wow..e io spreco tempo a discutere con mio padre quando basterebbe solo questo?
«Eccoci»
Jean si ferma davanti una casa abbastanza grande e dalla forma un po' irregolare.
«Che c'è, ora fai la timida?» mi stuzzica spingendomi un po' avanti per poi bussare.
Una voce dall'altra parte ci avverte che sta arrivando e di attendere un secondo. Quando apre, la stessa signora delle sera prima ci saluta con un caloroso sorriso.
«Oh Jean-bou, sei venuto! E hai portato qualcuno! Entra entra» mi fa accomodare la padrona di casa.
Non posso non notare il nomignolo del castano e quando lo guardo per ricevere una risposta mi fa cenno di passarci sopra.
Anche se non molto arredata, la casa si presenta subito accogliente e mi regala un tepore che mi mette subito a mio agio. Casa Kirschstein è il massimo!
«Accomodati cara» mi invita la signora. Io mi metto comoda in una delle sedie intorno al tavolo e appoggio la scatola con il regalo su di esso.
«Scusa non so il tuo nome..»
«Giusto, chiedo scusa. Sono [T/n] [T/c]. Piacere mio»
La donna mi sorride. «Piacere»
Jean prende parola, ricordandosi che anche lui è un padrone di casa.
«Ecco madre, [T/n] ha voluto preparare un dolce per non venire fin qui a mani vuote» dice e nel mente apre la confezione.
Tira fuori la mia creatura e io posso solo sperare che non la spiaccichi al suolo. Quando è sana e salva prendo un sospiro di sollievo.
«È molto bella cara! Ma non serviva disturbarsi così tanto. Prendo subito dei piatti»
Da prima della classe quale ero a lezione, non posso di certo lasciar fare a qualcun altro.
«Stia comoda. Se mi dice dove posso trovarli li prendo io» dico sorridendo.
Lei prova a controbattere ma Jean, cercando di non farsi vedere da me e fallendo, le fa segno di lasciarmi fare.
«D'accordo allora. Sono nel ripiano a destra» mi indica così io mi alzo ed eseguo.
«Che ragazza carina, Jean-bou. Sono felice»
«Mamma guarda che è lì e ti sente anche se sussurri» risponde lui un po' irritato dall'ovvietà della faccenda, ma comunque sussurrando a sua volta.
«E che male c'è? È la verità. Ma se sapevo che mi avresti presentato la tua ragazza oggi, mi sarei resa come minimo presentabile»
«Non è la mia ragazza...è qui come mia amica, vecchia racchia che salta a conclusioni affrettate»  dice barbottando. È sempre più buffo. Quando fa l'austero non riesco più a prenderlo seriamente.
«Oh pensavo fosse così. Che peccato..» ribatte la donna un po' sconsolata.
Non riesco a non sorridere alle gentili parole della signora Kirschstein.
Però definirci fidanzati...non avrei nemmeno mai pensato di trovare qualcuno che avrei sopportato, figuriamoci anche solo pensare a un fidanzato.
E ora che mi hanno parlato anche di matrimonio non so più che cosa debba succedere nella mia vita.


Hey gente, eccomi tornata!
La storia sta procedendo molto bene, ho dei capitoli pronti per voi quindi non rimarrete a secco. Buon proseguimento <3

𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}Where stories live. Discover now