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Aperta la porta trovo il mio compagno steso a terra. Lo affianco velocemente felice di rivederlo ma noto che ha parecchie ferite in tutto il corpo.
«Non ci credo...» sussurro incredula.
«Già. Ma non preoccuparti, passa tutto» cerca di scherzare il ragazzo ma le sue smorfie di dolore lo tradiscono. Mi escono altre lacrime pensando che tutto quello che ha subito è solo a causa mia. La sua mano calda si appoggia sulla mia guancia e mi asciuga una lacrima. Scena molto da libro romantico devo dire.
«But you are here in my heart, so who can stop me if I decide that you are my destiny»
Mi viene da sorridere. Allora la conosce!
«You'd be the one I was meant to find»
«No one can say what we get to be»
Inizio a ridere accompagnata dalle sue risate.
«Hey piccioncini che ne dite di andare?» ci richiama la nostra amica che controlla il corridoio. Aiuto Jean ad alzarsi e sorreggersi, come ai vecchi tempi spensierati in cui mi ha accompagnata al ballo della mia amica, ora anche sua.
«Grazie per essere venuta in mio soccorso. Immagino abbiate già capito tutto su Sina»
«Già...purtroppo, non lo avrei mai immaginato. Comunque non ringraziarmi per qualcosa di cui ho la colpa. Anzi scusami, tanto. Guarda come ti hanno conciato a causa mia. Scusa, scusa tanto!» ripeto più volte. Tutto è successo perché si è affezionato a una persona come me, che alle spalle ha una vita ricamata dal rischio dell'illegalità.
«Naaaaaaah..mi sembrava che avessimo detto niente più "scusa". Non mi sembra di essere diventato smemorato da un momento all'altro e di essermi inventato cose nuove» mi ferma «E poi...l'ho appena detto: Nessuno può dire cosa diventeremo, no?» aggiunge timidamente. Sono così felice che sia il Jean di sempre! Alle sue parole mi salgono nuovamente le lacrime agli occhi, per la felicità questa volta, e sprofondo in un caloroso abbraccio.
Sono così sollevata che sia ancora qui, vivo e vegeto. Ok forse un po' ferito ma pur sempre vivo.
«Hey voi due! Prendetevi una stanza a sto punto» ci prende in giro la giovane donna ferma più avanti ad aspettaci.
«Per cosa?» chiedo confusa al ragazzo.
Lui scoppia a ridere «Sono felice che sei sempre la stessa e che hai ancora le tue domande molto ingenue» mi risponde divertito ma una fitta di dolore lo interrompe. Meglio tornare a casa.

«Eccoci qui. Spero che il viaggio sull'Ercole Express sia stato di vostro gradimento Sir» porgo una mano al ragazzo per aiutarlo a scendere. Lui scende lasciandosi scappare qualche smorfia.
Nel tragitto verso la base ha raccontato a me, Armin, Mikasa e Marco quello che gli è stato fatto. Annie è tornata dalla gendarmeria e la caposquadra Hanji è rimasta a palazzo a sistemare alcune faccende prioritarie, per il resto saremmo dovuti presentarci in futuro anche noi altre reclute.
Ci ha spiegato che Sina, dopo avergli dato la mia lettera ha insistito perché la seguisse al ballo per recuperarmi. Ovviamente dopo aver letto il mio biglietto e aver visto la sua insistenza stava sospettando di qualcosa e la ragazza ha interpretato il suo silenzioso viaggio come una riflessione sulla lettera, in modo romantico però, non sospettoso nei suoi confronti. Quando sono arrivati ha abbassato la maschera da brava ragazza e lo ha fatto condurre nella cella in cui lo abbiamo trovato, qui è stato pestato su ordini del Marchese.
Diamine se è uno schifoso. Oltre che usare la figlia per ingannare la ragazzina oggetto del suo desiderio ha anche il disumano vizio di far rapire e picchiare i suoi eventuali rivali. Che verme.
«[T/n]? Hey ci sei? Forse è meglio se vai a dormire, è tardi. Io qui mi arrangio» richiama la mia attenzione il castano chiaro.
«Oh no, nessuno problema. Prima di andare la caposquadra mi ha detto che nelle tue condizioni non potrai partecipare alla missione di domani e mi ha chiesto di occuparmi di te come "infermiera privata". Ecco che succede a studiare primo soccorso. Non vorrai mica discutere un ordine di un superiore spero» dico girando intorno al letto dell'infermeria dove è steso il ragazzo. Prendo qualche benda e del disinfettante e mi preparo a ripulire le ferite.
«Porti ancora la collana» osserva Jean.
Sorrido al pensiero di quel ciondolo che qualcuno considererebbe infantile, ma che per me vuol dire tanto.
«Certo. Non l'ho ancora tolto un secondo»
Il ragazzo sorride illuminato dalla tenue luce della stanza.
«Ecco...per quella cosa che è successa..» arrossisce subito e capendo a cosa fa riferimento anche io non posso far altro che imitarlo.
«S-sì beh ecco...v-volevo solo dire che per me ha significato molto. C'erano racchiusi i miei veri sentimenti, ecco» poi a bassa voce aggiunge tra sè e sè «Maledizione, perché è così complicato?»
Prendo un bel sospiro. La parte complicata è andata, e povero lui che deve aspettare una mia risposta.
«Jean come sai, più di chiunque altro oserei dire, non conosco bene i vostri modi e quello che va detto in queste situazioni. Nel mio mondo ho sempre visto ragazze sposarsi o per combinazioni fatte tra genitori o per amore verso l'aspetto o il portafogli dell'altro, quindi è complicato. Ma una cosa la posso dire con certezza: mi hai sempre aiutata, mi sei sempre rimasto vicino e a quanto pare ti faresti anche picchiare per me, sei sempre stato paziente e mi hai spiegato tutto quello che ti chiedevo e hai anche subito la mia geniale idea di portare una torta a tua madre. Quindi direi che tu sei la persona per cui cucinerei tutti i dolci che conosco e li porterei da ogni tuo parente. Se stai ancora aspettando una risposta esplicita ebbene sì: anche io provo un gran affetto per te. Non so ancora cosa sia "amore" ma sono sicura che saprai spiegarmi anche quello» concludo il mio monologo con un ampio e genuino sorriso.
«Quindi tu stai veramente dicendo che ricambi?» il ragazzo si ferma a guardarmi un po' incredulo.
Annuisco timidamente, non ho mai avuto una relazione e spero di fare tutto giusto.
Una mano calda mi toglie le bende e l'alcol dalle mie e mi invita a raggiungerlo più vicino. Mi siedo sul bordo del letto e i nostri occhi si incatenano tra loro. Mi mancava così tanto il suo sguardo complice ma rassicurante. Poi lui allarga le braccia invitandomi in un confortevole abbraccio in cui subito mi getto. Mi costringe a stendermi sopra al suo corpo e in quella posizione, venendo accarezzata dalle sue mani gentili sulla testa, il sonno della lunga giornata si fa sentire e mi lascio cullare fino a che non mi addormento, ancora tra le sue braccia.

𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora