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È enorme! Certo un po' trascurato ma bellissimo anche nella sua lieve decadenza. Questa sarà casa per noi. Un rifugio verso dove far ritorno dopo le missioni, sempre che torniamo.
«Ragazzi!» ci raggiunge una voce familiare.
Eren era già arrivato con la squadra del Capitano Levi dato che è sotto la sua speciale custodia.
«Siete entrati tutti? Quindi gli unici a entrare nella gendarmeria sono Annie, Sina, Marco e Jean?» chiede posando lo sguardo su ciascuno di noi.
«No, solo Annie. Noi siamo qui» chiama l'attenzione del mutaforme il ragazzo castano chiaro.
Subito l'altro si gira per guardare i ragazzi.
«Non fare quella faccia sorpresa» dice Sina in tono piatto.
«E comunque manca Reka. Lei è...» mi aggiungo io. Non riesco ancora a dire quella parola, come se non dicendola non fosse reale.
«Cosa? E come?!»
«Non tutti hanno la fortuna di morire in modo glorioso. Nessuno l'ha visto. È morta da sola come un cane» sputo a denti stretti.
«Oi reclute! Venite forza, sono arrivate le divise» interrompe il momento di serietà un uomo con la bandana e invitandoci a raggiungerlo per indossare le nuove uniformi.
Sono come quelle dei cadetti ma cambia solo lo stemma. Ora portiamo con fierezza il simbolo delle ali della libertà! Dovremo portare onore a questo nome.
«Ah reclute, ora che siete qui dovrete avere cavalli più veloci e resistenti, quindi domani vi verrano portati al recinto quelli nuovi e potrete decidere quello che volete» ci spiega come ultima cosa il signore.
«Vorrei un bel cavallo robusto e affidabile. Sarà come un nostro amico per tutte le missini, e anche l'unica salvezza lì fuori, quindi dovremo creare un bel rapporto con loro!» mi gaso subito a sentir parlare di cavalli. Sì, sono i miei animali preferiti!
«Sì ma calma, se continui così non arrivi a domani» mi prende in giro Sina.
«Vorrei dire qualcosa ma so già che poi vengo preso a padellate in testa. Dovreste ridere non urlare» borbotta Connie facendoci intendere che battuta fosse. Mi scappa una risata lo stesso. Sì non voglio che lo chiamino così ma se detto nei momenti giusti può essere simpatica come cosa.
«Abbiamo colto il messaggio, piccione» si incupisce l'interessato dietro di lui. Ha uno sguardo che sprigiona voglia omicida, paura...
«E poi tu perché ridi? Non eri stata sempre tu a dire che è maleducazione?» sbraita nella mia direzione.
Non riesco a trattenere di più le risate ed esplodo.
«Scusa scusa» pausa risate «...è che come l'ha detto...poi tu hai fatto quella faccia...no non ce la faccio» e muoio di nuovo.
«Perlomeno sei tornata a contorcerti dal mal di risate..» si arrende grattandosi nervosamente dietro il collo. Che cucciolo che è quando fa così!
«Sì Sir! Lo hanno anche detto quegli appiccicosi gentiluomini, no? Sei l'unico in grado di farlo» gli ricordo raggiante ma a quanto pare la cosa lo fa solo arrossire vistosamente di punto in bianco.
«Jean tutto bene?» chiedo preoccupata per un eventuale colpo di calore.
«S-sì..sì» balbetta impacciato anche nei movimenti. Me che gli è preso ora? Non ho detto niente di che. Mica come quella volta del problemino maschile che l'ho costretto a spiegarmi. Un innocuo ricordo, santo il muro del Wall Sina!
«Non ti starai mica ammalando vero?» insisto alzandomi sulle punte per tastare la sua fronte.
Lui puntualmente arrossisce ancora di più. E BASTA PERÒ!
Ymir, Sina, Christa e tutti gli altri, seppur in modi diversi, dimostrano un certo senso di "non ci posso credere...". Pure Mikasa. Che mi sono persa nel mentre?
«Che ho fatto?» chiedo a Sina quando tutti si stanno allontanando.
La ragazza mi guarda con ovvietà per poi dire «Ok tutto ma perché non riesci a capirlo? Sei per caso così ottusa da non arrivarci? Passa le tradizioni che non puoi conoscere per diversi motivi, ma questo mi sembra troppo per una come te» e mi lascia lì impalata a riflettere su cosa intendesse.

«Ecco le vostre stanze. Scegliete quelle che volete. Qui non ci sono dormitori separati perché ovviamente siamo tutti adulti e sappiamo contenere gli eccessi di ormoni, dico bene?» ci osserva con serietà una donna con capelli tendenti al bianco, come Reka. Annuiamo tutti per paura di far arrabbiare quella donna che sembra parecchio severa.
Quando si allontana possiamo finalmente darci dentro con la guerra alla stanza migliore.
«Voglio io questa! È molto più grande!»
«Che se ne fa un nano come te di tutto questo spazio? Lascialo a quello più grosso del gruppo!»
«Tu prendi quella! Fai sempre un casino pazzesco quando vai al bagno di notte, lì sei più vicino»
«Te lo scordi, io non sto vicino a quel casino fatto stanza»
«La voglio io quella con vista montagne! Mi ricordano casaaaaa»
«RAGAAAAAAZZI! CALMI! Tireremo a sorte camera per camera» propongo prendendo delle matite «Chi becca quella rotta si prende la camera in questione»
Anche se controvoglia decidono tutti di seguire la mia idea e darsi alla preghiera. Iniziamo così dalla prima stanza che si aggiudica Sasha. Andiamo avanti così finché non rimane solo la fantomatica "stanza vicino al bagno" che per gran sfortuna si becca Berth. Beh ha il sonno pesante quindi non dovrebbe sentire niente in ogni caso.
L'ordine partendo da inizio corridoio quindi è il seguente:
Sasha
Reiner
Connie
Jean
[T/n]
Mikasa
Sina
Marco
Christa che a quanto pare ha una doppia con Ymir (ditemi se non è fortunata lei a beccarsi la stanza proprio con la sua cotta)
Armin
Berthold
Ora che ognuno ha la sua possiamo disfare i bagagli.
Cavoli mi è andata anche bene! L'albero davanti alla finestra impedisce una forte luce diretta ed è perfetta per me che amo le stanze più scure possibili.
Come dimensioni ci sta. Ha un'ottima libreria che riempirò immediatamente, l'armadio capiente vicino al tavolo con la sedia e dalla parte opposta il mio amato letto. Finisco di sistemare le poche cose che mi sono portata e mi butto a provarlo. È così comodo!
Qualcuno bussa e gli urlo di entrare.
«Beh visto che alla mattina passo qui davanti mi fermerò a buttarti giù dal letto eh? Vedo che ti sei già accomodata anche» scherza la moretta vedendomi ben spiaggiata sul letto.
«Come vuoi. Non ci sono problemi per quello, ma non aspettarti la paga» le rispondo sarcastica.
«Ci vediamo dopo giù pigrona» mi saluta richiudendosi la porta alle spalle. Mi riabbandono al relax della mia nuova cuccia ma a quanto pare non ha vita lunga questa pace e qualcun altro bussa.
«Avanti» sbuffo esasperata.
«Tutto ok vicina? Ti piace la stanza?» chiede una voce tanto conosciuta.
«Sì, Jean, e come puoi notare sto testando la comodità del mio nuovo letto»
Il ragazzo fa un giro della stanza per poi fermarsi e sedersi non sulla sedia della scrivania, certo che no, ma direttamente sul tavolo. Lo guardo un po' torva ma finge di non capire cosa gli voglia dire e mi rivolge un sorriso innocente.
«Ammetto che è bella ma la mia ha un bagno privato» si vanta.
«Cosa?! Da quando ce n'è una con il bagno?»
Jean sorride beffardo per poi spiegare che eravamo tutti interessati alle dimensione della stanza e alla vista che non abbiamo badato al resto. Anche lui non se ne è accorto subito ma solo quando ha iniziato a sistemare il tutto ha notato una porta.
«Fortunato...» sbuffo.
Il ragazzo ride per la mia reazione, che anche se cerco di nasconderlo, è parecchio invidiosa.
«Non andarci di notte se possibile, non vorrei svegliarmi» chiedo implorante.
«Sei seria [T/n]? Tu? Nemmeno la comparsa del Colossale ti butterebbe giù dal letto» Ok forse ha ragione...
«Ecco in realtà c'è un altro motivo per cui sono venuto qui..» aggiunge dopo un po' timidamente. Mi tiro su a sedere donandogli tutta la mia attenzione ma qualcuno bussa e ci interrompe. Wow questa stanza è parecchio soggetta ad attenzioni.
«Andiamo? È ora di cena» mi informa una voce dall'altra parte.
Guardo Jean che si è dovuto bloccare a metà discorso. Lui scuote la testa e dice che può tranquillamente rimandare e mi porge una mano per alzarmi e raggiungere gli altri.

«Ymir ma quindi come funziona la doppia? È tanto più grande?» mi incuriosisco prendendo posto al tavolo. Noi reclute siamo le ultime a sederci dopo aver fatto una fila lunghissima per prendere le nostre porzioni. Sasha giustamente si è lamentata tutto il tempo e appena ha avuto la sua parte si è fiondata sulla cena e l'ha finita subito.
«Abbiamo un bel po' di spazio certo, ma è brutto avere letti separati» si intristisce la lentigginosa.
«Ymir! Basta con questa storia! Non li uniamo, fine della questione. Hai sentito cosa ha detto la Caposquadra Elisabeth prima» Christa segue sempre alla precisione le regole quindi la castana sa di non poter ribattere altro.
Qualcun altro si unisce alle chiacchiere.
«Hey quindi quello è il Capitano Levi?» chiede Reiner a Eren. Il suicida sa bene chi sia dato che è stato pestato per bene davanti a tutte le alte cariche militari. «Sì» risponde infatti semplicemente, rabbrividendo pure.
«Quindi l'uomo più forte della storia è così basso?» si esalta Connie che non ha molto centimetri di differenza. Finalmente ha la conferma che anche i nani possono essere tosti.
«Vedi di non farti sentire deficiente» lo ammonisce Ymir «altrimenti sarai conosciuto come l'uomo più idiota della storia. Ah no, lo sei già!»
I due iniziano a battibeccare tra loro come loro solito e tutti si godono la scena.
Mikasa in disparte guarda tutta la commedia con tranquillità ma non riesco a smettere di osservare come il suo sguardo e quello del Capitano siano molto simili. La forza è quasi la stessa, magari l'uomo ha più esperienza, e non mi sorprenderei se lei diventasse il suo successore.
«Qualcosa non va [T/n]?» mi chiede il soggetto dei miei pensieri.
«Oh scusa, no non volevo essere molesta. Ero assorta dai pensieri»
«Oh, va bene» finisce il discorso la ragazza. Semplice e concisa. La sua calma è qualcosa di prezioso che vorrei avere anche io.

𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}Where stories live. Discover now