CAPITOLO 1

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Furono tre ore scomode. Molto scomode.

La sfortuna volle che mi ritrovassi seduto vicino ad un vecchio dall'atteggiamento parecchio inquietante. Ma la cosa più fastidiosa fu sicuramente la coppietta che mi ritrovai davanti, che era molto, come dire, affettuosa.

Furono tre ore di viaggio parecchio intense considerando che i due davanti a me non facevano altro che mangiarsi la faccia ed ispezionarsi l'esofago a vicenda, con tanto di gridolini da parte di lei che mi irritavano parecchio. Avrei potuto mettermi le cuffie ed ascoltare un po' di musica, se solo non avessi lasciato l'astuccio con tutti i cavi e gli auricolari sul tavolo della cucina. Che stupido. E pensare che mia madre più volte mi aveva chiesto se avessi preso tutto. E io le avevo pure risposto spazientito che sì, avevo ricontrollato più volte e avevo tutto. E invece ora mi ritrovavo con il telefono al 47%, senza caricatore e senza cuffie.

Cercai almeno di distogliere lo sguardo dalla coppia nonostante gli schiocchi di labbra e le risatine mi continuassero ad innervosire alquanto.

Il paesaggio mi annoiò presto, per cui mi voltai ad ispezionare il resto della carrozza fino a posare gli occhi sul signore seduto affianco a me. Appena mi voltai a guardarlo notai come i suoi occhi fossero fissi nei miei. Aveva uno sguardo di pura ansia e continuava a stringere al petto un borsone aperto pieno di quelli che parevano essere quotidiani. Si guardò intorno agitato e poi con uno scatto tornò a fissarmi con quei due occhi da pazzo.

Un gridolino più acuto degli altri da parte della ragazza davanti a me mi fece voltare, distolsi quindi lo sguardo da quel signore strano. Sbuffai e mi rimisi a guardare fuori dal finestrino, sperando solo di arrivare il prima possibile.

Finalmente sentii l'autoparlante annunciare l'imminente arrivo del treno alla stazione centrale di Seoul. Mi alzai con calma, afferrando lo zainetto nero che tenevo tra i piedi, e questo provocò un sussulto al signore seduto nel posto vicino al mio, come se avesse paura che potessi prendere anche il suo inutile borsone pieno di giornali per poi scappare via.

Uscii da quei quattro posti infernali e tirai giù la mia valigia dall'apposito scomparto sopra ai sedili. Più che valigia era in realtà un grosso borsone nero, con delle spillette su un lato e una targhetta con il mio nome e il mio numero di telefono. Telefono che, dopo aver controllato, era al 42%. Vedere la batteria scendere mi aveva sempre messo parecchia ansia, ma rimisi il telefono in tasca senza pensarci troppo per poi avviarmi alle porte del treno.

Avevo passato tutta la sera precedente a fare una lista mentale di quello che avrei dovuto prendere il giorno seguente, riuscendo comunque a dimenticare qualcosa. Tutto il viaggio lo avevo fatto cercando di non pensare al filmino porno che avevo davanti ai miei occhi sperando di arrivare il prima possibile.
Solo in quel momento, davanti alle porte della carrozza del treno, mi fermai un attimo a pensare a cosa sarebbe successo una volta arrivato a Seoul.

Non ero mai stato un fifone, ad una gita scolastica avevo addirittura insistito per fare bungee jumping e lo avevo fatto per ben due volte. Non mi faceva paura nulla, o almeno così credevo. Perché quella che ora si stava instillando in me in quel momento era sicuramente qualcosa che si avvicinava fortemente ad uno stato di inquietudine: era ansia. Avrei fatto un salto nel vuoto, non letteralmente questa volta. Mi stavo trasferendo lontano da casa per la prima volta, da solo, senza famiglia né amici. E se l'università non mi fosse piaciuta? Se la città fosse stata troppo caotica? Se il mio compagno di stanza al dormitorio fosse stato uno stronzo antipatico?

Preso da tutti questi pensieri iniziai involontariamente a trattenere il fiato e a sperare che quelle porte non si aprissero mai.

Ma lo fecero comunque.

Presi un respiro profondo, uno di quelli che ti riempiono i polmoni facendoti alzare spalle e petto. Trattenni per qualche secondo l'aria e poi espirai facendo il passo che mi avrebbe condotto al nuovo capitolo della mia vita.

Cherry tea - TAEKOOKWhere stories live. Discover now