CAPITOLO 10

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Iniziava a fare freddo sul serio, per cui quella mattina decisi di non andare a correre, ma di godermi ancora un po' il tepore del mio letto.

Ero tornato a Seoul la sera prima e, fortunatamente, il professore quel giorno sarebbe stato assente, così avrei potuto riposarmi dal viaggio.

Dopo aver parlato con HaiRan mi sentivo molto più sereno, anche se una parte di me era ancora dispiaciuta. Avrei voluto veramente ricambiare i suoi sentimenti, renderla felice. I sentimenti però non si possono controllare, e lei questo lo aveva capito subito.

C'eravamo svegliati e avevamo guardato Netflix. Io, lei, una coperta ed i popcorn: come ai vecchi tempi.

Eravamo felici e questo era l'unica cosa importante.

Poi io ero dovuto partire. Quelle 3 ore di viaggio furono le più tranquille che avessi mai fatto. Ero senza preoccupazioni, solo io e la musica. Avevo guardato fuori dal finestrino il paesaggio scorrere via veloce per tutto il tempo, senza pensare a nulla.

Una volta arrivato al dormitorio mi ero fatto una doccia e poi mi ero buttato sul letto addormentandomi praticamente subito. Neanche il ritorno in camera, rumoroso come al solito, di P-hyung era riuscito a svegliarmi.

Ed ora ero lì, nella stessa posizione in cui mi ero addormentato, a fissare il soffitto e a chiedermi quale fosse la fantomatica sorpresa che Taehyung mi aveva preparato.

Le cose ora sarebbero state forse ancora più difficili di prima per me. Non dovevo lasciarmi coinvolgere troppo da quella che fosse ormai evidente essere una cotta colossale per quel ragazzo.

Non sapevo il suo orientamento sessuale e, in ogni caso, non sapevo se gli sarei mai potuto piacere io. Stavo bene con lui, era una delle poche persone con cui avevo legato e non avrei mandato tutto a puttane affrettando i tempi. HaiRan aveva ragione, questa volta non era solo un'infatuazione, una cosa da una botta e via. Non potevo fare errori.

Mi girai su un fianco e vidi che anche P era sveglio. Era seduto sul letto con le gambe incrociate ed il suo portatile appoggiato su di esse. Se ne stava lì, con le sue grosse cuffie over-ear giallo canarino e il suo pigiama grigio con tanti piccoli avocado disegnati sopra, a scrivere qualcosa.

"Buongiorno" gli dissi alzando la voce per farmi sentire date le cuffie che portava.

Alzò la testa dal computer e mi fece uno dei suoi sorrisi sghembi. Mi era mancato per quei pochi giorni che ero stato a Busan, alla fine avevo vissuto con lui per un mese e mi ero abituato alla sua presenza.

"Buongiorno, ben tornato."

Appoggiò il portatile a lato e si alzò dal suo letto facendomi segno con la mano di fargli posto sul mio. Mi misi quindi a sedere con la schiena appoggiata alla testata del letto. P invece si sedette scompostamente occupando il resto del mio letto.

"Allora? Com'è andata a casa? Divertito?"

"Beh, divertito non è la parola che userei per descrivere il weekend che ho passato, ma sono felice di essere andato e sono felice anche di essere tornato qui."

Era vero. Ero finalmente felice. L'ansia che avevo vissuto quando ero arrivato per la prima volta a Seoul era sparita. Avevo chiuso le faccende in sospeso: la mia nuova vita era cominciata ed io non vedevo l'ora di viverla.

"Beh Jeon, sono felice per te." Mi disse dandomi un pugno sulla spalla.

"Tu invece che hai fatto mentre non c'ero?"

"Niente di ché, sono stato al Y venerdì sera con gli altri" lo vidi cercare di nascondere un sorriso prima di continuare a parlare "E poi ci sono tornato anche sabato."

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora