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Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l'inutil vita
estremo unico fior
-Pianto antico, Giosue Carducci-

«Papà adesso basta!» l'urlo di Albus risuonò per tutta la casa facendo sobbalzare Lily intenta a leggere un libro e facendo sospirare Ginny, suo figlio e suo marito sembravano assolutamente incapaci di avere una conversazione civile.
Harry si voltò sconfitto, dando le spalle alla porta che il ragazzo gli aveva sbattuto in faccia, e si diresse verso la sua camera cercando di non crollare.
Non sapeva come comunicare con Al, non sapeva come abbattere il muro che gli stava costruendo davanti, vederlo allontanarsi faceva ogni giorno più male ma non sapeva come evitare che ciò avvenisse.

La rossa lo raggiunse preoccupata.
«Non ce la faccio Gin, ci provo eppure tutte le volte finisce peggio di quella prima» disse il moro tra i singhiozzi abbracciandola per lasciarsi cullare dal battito ritmico del suo cuore.
«Tesoro, Al è solo spaventato di non essere all'altezza, è insicuro e ha paura di deluderti»
«Non potrebbe mai farlo, sarò sempre fiero di lui»
«Non ti vergognerai perché è l'unica serpe della famiglia e perché è amico di un Malfoy?»
«Come potrei vergognarmi di lui che è stato di gran lunga una persona migliore di me?»
«Ecco, ora devi solo dirlo a lui. E ricorda: non ha bisogno di Harry Potter, a lui serve solo papà»
«Amore un'altra cosa: tu sai cosa è successo con Scorp?»
Ginny sorrise sentendo Harry chiamare l'amico del figlio non per nome ma addirittura con il soprannome, poi rispose:
«Credo abbiano litigato, ma non saprei dirti con precisione per cosa»
«Su, adesso va a parlargli» lo spronò.
Con un ultimo sorriso incerto il salvatore del mondo magico si preparò ad affrontare la prova più difficile di tutte: comunicare con suo figlio attualmente incazzato a morte con lui.

Bussò delicatamente alla porta.
«Albus?» chiamò gentilmente.
Sentì rumore di passi e attese fiducioso che venisse ad aprirgli ma ciò non successe così, con un sospiro, si rassegnò a parlare in corridoio come l'idiota che in effetti era.
«Albus? Ricordi cosa ti ho detto la prima volta che hai preso il treno per Hogwarts? Che la casa in cui saresti stato smistato non avrebbe fatto la differenza, e per me é ancora così. Sei tu, solo tu che ti definisci non la tua casa. Ti voglio e ti vorrò sempre bene»

«E con Scorp?» chiese il ragazzo aprendo la porta della camera.
«Anche lui é okay Al purché tu sia felice. Ammetto che c'è stato un periodo in cui avrei preferito che tu facessi amicizia con chiunque altro, qualunque persona purché non fosse un Malfoy. Poi ho capito, ho capito che tu eri stato più bravo di me, eri riuscito ad andare oltre i pregiudizi, a "perdonargli" il suo cognome. Non posso che essere fiero di te per questo. Un'ultima cosa: vorrei che tu capissi che oggi ho insistito tanto per sapere cosa è successo non perché non mi fidi di lui ma perché ero preoccupato per te, vorrei averti sempre dimostrato che con me puoi parlare, purtroppo non è stato così ma vorrei che tu lo sapessi lo stesso: su di me puoi e potrai sempre contare»

Il sorriso di Albus arrivava da un orecchio all'altro, dopo molto tempo gli occhi gli brillano di nuovo. D'istinto si slanciò verso il padre e lo abbracciò come se volesse recuperare tutto il tempo perso, tutte le occasioni sprecate.
Si sarebbe riappacificato con Scorpius più tardi ora doveva godersi suo padre, finalmente.

-🌙-
Il nucleo centrale di questa os (cioè la riappacificazione tra Harry e Al) è tra le bozze da quando ho letto "La maledizione dell'erede", ero in un punto cruciale e i due stavano litigando così, quasi senza che me ne accorgessi, ho aperto Wattpad e iniziato a scrivere come secondo me sarebbero potute andare le cose, come si sarebbe comportato l'Harry che avevo lasciato alla fine dei Doni della morte. Questo è quello che ne è venuto fuori, spero che vi piaccia! 
A presto, Selene
ps. ogni commento e/o stellina sono sempre graditi <3

Magic, love and other stuff || One-shotWhere stories live. Discover now