Capitolo 2

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Devo dire che mi sono proprio divertita, Monro e Tyler sono due matti. Non ridevo così da un sacco di tempo, dopo cena me ne andai subito a letto. Ero arrivata a Los Angeles di pomeriggio ed ero distrutta, mi addormento appena poggio la testa sul cuscino. Vedo delle imagini che mi passano veloci davanti agli occhi, sento grida, il suoni di sirene e vedo del fuoco, poi il buio e il silenzio totale. Sento una voce che dice il mio nome, è la voce di mio fratello ma poi viene sostituita da quella di un altro uomo. Non so chi sia ma mi fa venire i brividi, mi tappo le orecchie ma più provo a non sentirla più diventa forte. Sento qualcuno vicino, la voce di prima mi sussurra che un giorno toccherà a me, che farò la loro fine e termina dicendo che i legami di sangue sono capaci di uccidere e distruggere. Dopo sento un silenzio talmente assordante che inizia a farmi male la testa, mi sveglio urlando e Monro corre nella mia stanza. Io sto fissando un punto nel vuoto e mi rendo conto di piangere, mio cugino mi abbraccia e cerca di calmarmi, ho il respiro pesante come se avessi corso per kilometri. Ho paura molta, cosa significava quel sogno e perché ho sentito la voce di mio fratello, perché proprio la voce di Cris e di chi era l'altra, cosa dovrebbe toccare pure a me e quale fine faro. Mentre penso a questo Monro mi abbraccia e io mi addormento tra le sue braccia con mille domande in testa.
Pov. Monro
Dormo beatamente nel mio letto fin che non sento suonare quel maledetto campanello, mi alzo senza svegliare Cecilia e vado ad aprire. Chi ti puoi trovare davanti alle otto del mattino di domenica? Quel matto di un italiano, Alessandro che per motivi di praticità chiamo Ale. Lo faccio entrate e con calma gli chiedo.
Monro- Mi vuoi spiegare cosa ci fai qui?
Ale- Ti ricordo che oggi io, tu e Tyler dovevamo vederci.
Monro- Non posso venire, non posso lasciare Cecilia da sola.
Ale- Chi è Cecilia?
Cecilia- Sono io.
Io e Ale voltiamo la testa e tra poco la mia bocca tocca terra, indossa una maglia con lo scollo a v, una gonna di pelle molto aderente e un paio di tacchi che mi chiedo come ci cammini sopra. La cosa che però mi sorprende di più è quel bel paio di gambe che si ritrova, se non fosse mia cugina non so che li farei. Intanto Ale sembra congelato, per farlo riprendere Cecilia li schiocca le dita davanti alla faccia. Dopo che si è ripreso, mi guarda come se si aspettasse una spiegazione.
Monro- Ale ti presento mia cugina Cecilia. Cecilia lui è Alessandro Rossini, che noi chiamiamo Ale. Come per Tyler se per caso ti avvicini a mia cugina sara l'ultima cosa che farai, sono stato chiaro Rossini?
Ale- Sai che non mi piace essere chiamato per cognome e comunque è un vero peccato.
Lo dice guarda Cecilia con il suo solito sguardo da ''tra non molto andremo a letto'' che non deve provare a fare se vuole ancora respirare.
Pov. Cecilia
Decido di andarmene intanto che quei due si linciano con lo sguardo, appena esco sento la voce di mio cugino che mi chiama. Non ci faccio caso e mi ritrovo davanti una macchina sportiva, inizio ad avere il respiro affamato, ho già visto quest'auto. Le gambe mi cedono e senza motivo comincio a piangere, perché mi torna in mente l'incubo di sta notte.
Pov. Ale
Vedo Monro andare verso sua cugina come una furia, prima che arrivi lei cade in ginocchio. Ma cosa le è preso? Monro cerca di calmarla in tutti i modi e alla fine la riporta in casa, dopo che chiude la porta della sua stanza dice.
Monro- Dammi un minuto e arrivo.
Ecco che mi ritrovo ad un bar con Monro che sembra stia per esplodere, Tyler che per la prima volta è serio e io sono confuso. Tyler è il primo a parlare.
Tyler- Li è bastato vedere la sua macchina per avere quella reazione.
Monro- Te lo spiegato che li basta vedere una macchina per avere paura e poi ieri ha fatto un incubo che sicuramente riguarda l'incidente.
Ale- Scusate ma di cosa parlate, non ci sto capendo niente.
Monro sospira e dopo una piccola pausa dice in maniera più seria del suo solito.
Monro- Credo sia il momento di dirvi tutto, però non dovere farne parola con nessuno, soprattutto con Cecilia presente. Invece Ale cortesemente non lasciare più la macchina a vista, di solito non reagisce così da quello che mi hanno detto i mie parenti, di solito trema e si rifiuta di salire ma mai ha reagito così semplicemente vedendo un'auto, probabilmente la tua è dello stesso modello di quella di Cristofer o di qualcuno che lei ha visto. 

Spazio autrice
Ecco il secondo capitolo, li publico più tosto velocemente perché quando e se mi verrà il blocco dello scrittore almeno non avrò pubblicato un capito a settimana. Il terzo potrebbe arrivare molto probabilmente domani e scoprirete perché Cecilia reagisce in quel modo e a cosa è collegato quell'incubo.

Un viaggio per vivere Where stories live. Discover now