Capitolo 13

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Pov. Cecilia
E dire che pensavo sarebbe stato più difficile, mi spiego meglio. Sono andata a una corse clandestina e un cretino ha scommesso la sua Porsche in una corsa contro la mia Ferrari, dopo le raccomandazioni di mamma Cal finalmente è partita la gara. Come pensavo ho vinto e cosi mi sono presa un'auto nuova, la cosa strana è che dopo la corsa un sacco di ragazzi iniziarono a ringraziarmi ma non capisco il perché. Solo dopo mi viene spiegato che mister sono un cretino era il campione a Parigi e che sconfiggerlo significava farli abbassare la crescita, oltre all'umliazione pubblicato per essere stato battuto da una ragazza. Comunque non mi interessa tanto, prendo l'auto e me ne vado. Arrivata a casa Cal mi dice che deve fare una cosa e così se ne va, io entro e trovo solo Ale.
Cecilia- Gli altri dove sono.
Ale- Sono usciti, non mi hanno detto perché. Come è andata la gara?
Cecilia- Ho una Porsche grigia dal campione di Parigi.
Ale si alza dal divano e si avvicina a me, mi fa una carezza sulla guancia e per la prima volta sembra più dolce del solito. Non so per quale motivo ma mi avvicino anche io a lui e prima che me ne renda conto ci stiamo baciando, un bacio dolce senza fretta e senza paura. Una volta finito io resto pietrificata, in questi giorni ci siamo avvicinati sempre di più. Ovviamente non gli ho ancora detto niente del fatto che lui è legato all'uomo che ha ucciso la mia famiglia, ma sento di potermi fidare di lui. Comunque tornando al presente, dopo essermi ripresa lo guardo ancora cercando una risposta nel suo sguardo.
Pov. Ale
Ho baciato Cecilia, Monro mi ucciderà ma sinceramente non me me può fregar di meno. Desideravo farlo da un bel po', non so di preciso quanto ma da quando siamo a Parigi qualcosa nel nostro rapporto è cambiato. Io sono diventato più dolce e lei sembra fidarsi di me. Ora mi guarda negli occhi come se potesse trovare le risposte che cerca, io non riesco a dire nessuna parola ma mi riprendo in feretta. Mi concentro su di lei e le dico un semplice.
Ale- Scusa.
Cecilia- Non ti devi scusare, ti avrei potuto spinge ma non lo fatto, solo credo sia meglio non dire nulla agli altri.
Alec- Ai ragione, anche perché rischio di essere ucciso da Monro e Cal.
Lei fa una piccola risata e poi ci sediamo sul divano, accendo la TV e per tutto il resto del tempo non parliamo. Dopo un po' la stanchezza prende il sopravvento e mi addormento.

Spazio autrice.
Eccomi tornata dopo una vita, ma tra gli impegni e la vena creativa che praticamente mi sbalza in mille direzioni facendomi venire idee che non c'entrano niente con la storia mi ci vuole molto tempo. Che dire ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia anche se so che non ho approfondito molto il rapporto tra Cecilia e Ale ma non è ancora il momento, più in là vi sarà tutto più chiaro.

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