15.

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Midoriya's pov
Era tutto buio. Ero sdraiato in mezzo al nulla. Mi sedetti a gambe incrociate e mi guardai intorno. C'era il nulla. Non un'anima viva. Mi alzai in piedi e cominciai a camminare. I miei passi mi rimbombavano nelle orecchie: era l'unico rumore che sentivo. "Kacchan" cominciai a chiamare. Non ricevetti risposta. Sentì una porta aprirsi, e da essa uscì Shigaraki seguito da due Nomu giganteschi. Erano dei mostri alti almeno due metri e mezzo, tenevano la lingua rosa fuori da cui colava del sangue. Uno dei Nomu teneva qualcosa in mano, non riuscivo a capire a causa della distanza. I tre cominciarono a incamminarsi verso la mia direzione. Dalla porta cominciarono ad uscire milioni di Nomu, uno più spaventoso dell'altro. Camminavano imperterriti. Quando mancava ormai qualche metro, mi misi in posizione di attacco. Ma né i Nomi né Shigaraki si fermarono. Chiusi gli occhi e espirai profondamente. Quando gli riaprì i Nomu mi avevano oltrepassato mentre Shigaraki si era piegato davanti a me. "Midoriya Izuku" disse, quasi in un sussurro, provocandomi un brivido lungo la schiena. Poi si rialzo, come se nulla fosse, e si allontanò. Girai il viso ma, dove prima c'erano i Nomu, non c'era più nessuno. Un capogiro mi colse di sorpresa e mi fece cadere a terra. Gli occhi si fecero pesanti, cercai di non chiuderli ma il sonno era troppo persistente e mi addormentai.
Bakugou's pov
Erano passati tre fottutissimi giorni, e quel nerd non aveva ancora aperto gli occhi. Quei suoi meravigliosi occhi verdi non splendevano più, erano sempre chiusi. Quella fastidiosa vocina non mi chiamava più. Passavo i giorni seduto su quella fottutissima sedia ghiacciata di fianco al letto di Deku. Stavo digiunando dal giorno dell'incidente, ma il cibo era l'ultimo dei miei pensieri. Volevo solo che quel nerd del cazzo si risvegliasse e continuasse a chiamarmi con quel nomignolo che tanto odio. Gli tenevo la mano e non spostavo neanche per un secondo lo sguardo dal suo viso. Sembrava un angelo in mezzo a tutto quel bianco. Quello delle pareti, quello delle lenzuola, quello del cuscino, quello del camice che portava e quello che proveniva dalla lampada sul soffitto. Non c'è la facevo più. Ero stanco morto. Appoggiai la testa sul braccio di Deku e mi addormentai. Nel sogno ricordai quando, un giorno, mentre eravamo piccoli, caddi da un tronco dentro ad un ruscello. Lui era sceso per aiutarmi. Da lì ho iniziata a insultarlo, picchiarlo e altri gesti che al solo pensiero rabbrividisco. Il mio sogno, o meglio incubo, venne interrotto da dei mugolii. La mano che stavo tenendo in mano mi strinse. "Kacchan".

Angolo autrice
Ciau, come va ? Spero tutto bene. E con questo capitolo siamo a 15. Grazie per il vostro supporto. Ci vediamo al prossimo capitolo.

Il Mio Alpha_Bakudeku (omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora