8.

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Shinichi si mosse d'istinto: si alzò dalla sedia e corse a controllare le condizioni dell'uomo a terra. Non respirava, così gli mise due dita sul collo. Poi avvertì un odore di mandorle amare e capì.
-Avvelenamento da cianuro. -appurò. Poi, guardando le persone attorno a lui, aggiunse: -Purtroppo non c'è più niente da fare.
Tutta la gente presente si mise a mormorare parole incomprensibili, anche se Shinichi le poteva immaginare tranquillamente. Succedeva ogni volta che si ritrovava a risolvere un caso davanti a tante persone.
-Chiamate la polizia. -ordinò il detective ai camerieri. Poi alzò la voce per farsi sentire da tutti: -E che nessuno tocchi nulla, potrebbe esserci del veleno su qualsiasi cosa presente in questa sala.

Si guardò attorno in cerca di dettagli. La tazza di caffè che la vittima stava bevendo era rovesciata sul tavolo e la macchia scura si stava allargando lentamente sulla tovaglia bianca. Le bacchette usate fino a poco prima giacevano a terra, poco lontane dalle mani dell'uomo. La sedia era rovesciata sul pavimento.
-E tu chi saresti? -domandò una voce. Shinichi si rialzò in piedi e tolse gli occhiali da sole: -Mi chiamo Shinichi Kudo e sono un detective privato.
I mormorii divennero esclamazioni di sorpresa, ma ormai il detective ci era abituato, considerando che andava così tutte le volte.
-Siamo alle solite, eh? -fece Ran, che si trovava ancora al loro tavolo poco distante. Il detective la guardò e le sorrise a mo' di scuse.

La polizia di Osaka arrivò dopo pochi minuti e Shinichi spiegò i dettagli che aveva già scoperto all'ispettore Otaki. I sospettati erano principalmente tre: la moglie della vittima, Saeko Nakamoto, e i due colleghi, il signor Yoshikawa e il signor Miya, che avevano accompagnato il povero malcapitato in viaggio di lavoro.
-Informazioni sulla vittima, agente? -chiese l'ispettore a un poliziotto.
-Si chiamava Hisashi Nakamoto e aveva 55 anni. Come ci hanno spiegato i signori, erano tutti in viaggio di lavoro. -rispose il giovane.
-Causa della morte?
-Avvelenamento da cianuro, sembra. Stiamo facendo analizzare le bacchette e tutto ciò che era sul tavolo.
Shinichi ascoltò l'essenziale, mentre la sua mente razionale cercava e immagazzinava dettagli ed elaborava una possibile soluzione al caso.

Dove poteva trovarsi il veleno? Come ci era venuta a contatto la vittima? Come lo aveva ingerito?
In base alle prime indagini, il cianuro era presente solo sulle bacchette e sulla tazza che si trovavano a portata di mano del signor Nakamoto. Ma non si trattava di un suicidio. Era un omicidio premeditato, su questo non c'erano dubbi.
La dinamica, se le prime analisi erano corrette, era semplice: Hisashi Nakamoto aveva ingerito il veleno perché aveva mangiato un biscotto con le mani, sporche di cianuro a causa del contatto con le bacchette. Ma perché la vittima aveva proprio quel paio di bacchette? Le aveva prese a caso al buffet... forse l'assassino le aveva sostituite con quelle avvelenate mentre nessuno guardava. Allora bisognava solo trovare le bacchette inutilizzate. Dove poteva averle buttate l'assassino?

-Vi siete alzati tutti? E per andare dove? -domandò l'ispettore Otaki in quel momento.
-Io avevo dimenticato il cellulare in camera e sono salita a prenderlo. -spiegò la signora Nakamoto.
-Noi siamo andati entrambi alla toilette. -rispose il signor Miya indicando sé stesso e il collega.
-E siete andati nello stesso momento lasciando la vittima da sola? -chiese Shinichi.
-Sì, mentre la signora era via ci siamo alzati anche noi. -disse il signor Yoshikawa.
-E ci sono testimoni che ci possano dire cos'ha fatto la vittima in quel lasso di tempo? -fece il detective dell'Est rivolto agli altri ospiti dell'hotel. Nessuno rispose con certezza, non ci avevano fatto caso.
-Io ho visto quel signore che andava a prendere qualcosa da mangiare. -disse una vocina timida. Shinichi si voltò e fu sorpreso di vedere Aika fare un passo avanti.

-Sicura Aika? -le domandò abbassandosi al suo capo. La piccola annuì: -Mentre tu e la mamma parlavate, ho visto che si alzava e parlava con la cameriera gentile. -indicò la signorina. -E poi è tornato al suo posto con la tazza.
Shinichi guardò Ran, proprio accanto alla bambina: -Tu hai visto qualcosa?
-Ho solo visto che si alzava, ma stavo parlando con te e non ci ho fatto tanto caso. -rispose la karateka.
Il detective riportò la sua attenzione su Aika: -Aika, ti ricordi cosa ha fatto di preciso quel signore?
-Sì. -e la bambina iniziò a raccontare, facendo venire uno spunto a Shinichi per risolvere il caso.
-Grazie, Aika. Sei stata bravissima. -le disse.
-Hai capito tutto, vero? -chiese Ran quando lo vide rialzarsi da terra con un sorriso sulle labbra.
-Ne dubitavi? -fece lui. Si rivolse al resto dei presenti: -Il caso è risolto, signori. Ho scoperto chi ha ucciso il signor Nakamoto e il trucco che ha usato.

La figlia di Shinichi KudoWhere stories live. Discover now