10.

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Shinichi fermò l'auto poco distante dall'asilo di Beika.
Quando Ran fece per scendere, lui la prese per il polso. Quel gesto le riportò alla mente il momento in cui il detective le si era dichiarato, davanti al Big Ben. Sentì il cuore saltare un battito.
-Ti riaccompagno a casa? -le chiese Shinichi riportandola coi piedi per terra. -Con questa pioggia tu e Aika rischiate di prendervi un raffreddore.
Nonostante fuori facesse freddo, Ran avvertì un improvviso calore. Ma perché Shinichi le faceva sempre quell'effetto? Le sembrava di essere tornata al liceo, quando ancora non si erano messi insieme, o alle medie, quando si era resa conto dei sentimenti che provava per lui e per ogni piccola cosa arrossiva. Odiava quando succedeva.
-Ehm... se non è un problema... -disse la karateka.
Shinichi le sorrise: -Nessun problema. Ti aspetto qui.
-D'accordo.

Ran uscì dalla macchina e aprì l'ombrello. Poi richiuse la portiera e s'incamminò verso il cancello dell'asilo. Ne approfittò per calmare il battito del cuore e tornare a un colorito normale. Ciò che il detective le aveva detto a Londra le era tornato nella mente come niente.
Tentò di scacciare il pensiero mettendosi a cercare qualcosa (qualsiasi cosa) nella borsa, ma l'unica cosa che le venne in mente fu quella di ricordarsi di svuotarla per darle una bella pulita. Era anche un po' rovinata, ora che ci faceva caso.
-Ciao Ran. -la salutò una voce femminile. Ran alzò lo sguardo dalla borsa e sorrise: -Buon pomeriggio, ispettrice Sato.
La donna sembrava rimasta la stessa di quasi dieci anni prima, con capelli corti e scuri, occhi chiari e il corpo magro. L'unica differenza era la fede d'oro che portava all'anulare sinistro e la bambina che teneva per mano. Hikaru, copia spuntata della madre, sorrideva a Ran.
-Ti ho già detto che puoi darmi del tu e di chiamarmi Miwako. -disse Sato. -Ormai ci conosciamo da anni.
-È l'abitudine. -rispose la karateka per poi rivolgersi alla bambina. -Ciao Hikaru.
-Ciao. -salutò la piccola, timida. Quando faceva così somigliava per filo e per segno a Takagi.
-E Mamoru? -chiese Ran.

-Lo stiamo andando a prendere. -rispose Sato.
-Com'è la prima elementare? Si sta abituando?
-Penso proprio che adori la scuola. -la poliziotta rise. -È identico a suo padre.
-Salutatemeli entrambi. -si raccomandò la karateka. -Ora meglio che vada a prendere Aika.
-Certo. Ci vediamo.
-A presto. -poi Ran entrò all'interno dell'asilo, lasciò l'ombrello all'ingresso, tolse le scarpe e si diresse verso la classe di Aika. Come sempre, il corridoio era un via vai di mamme e papà venuti a prendere i bambini e, osservando una famiglia passarle accanto, la giovane si chiese se prima o poi anche lei e Shinichi avrebbero varcato la porta dell'asilo insieme per uscirne con Aika, come una famiglia. Per rendere quel desiderio reale, però, doveva dire la verità a Shinichi e sperare che lui non la odiasse.

Con questo ultimo pensiero, Ran arrivò alla classe di Aika, dove la maestra aspettava i genitori dei bambini sulla porta. I piccoli, intanto, si divertivano a giocare con le bambole, le macchinine e le costruzioni presenti nella classe.
-Buon pomeriggio. -salutò la maestra con un sorriso.
-Buon pomeriggio. -ricambiò Ran, poi l'altra donna si voltò verso i bambini e richiamò l'attenzione di Aika, che stava giocando poco distante.
-Anche oggi nessun problema. -disse la maestra a Ran.
-Sono contenta. -rispose la karateka.
-Okaachan! Piove tantissimo! -esclamò Aika appena si fu avvicinata. -Giochiamo nelle pozzanghere?
-Se non pioverà così forte sì. -disse Ran prendendo la bambina per mano. Dopodiché salutarono la maestra e si avviarono verso l'ingresso, dove misero le scarpe.

***

-Aika, ti piace l'asilo? -domandò Shinichi dopo un po' che Ran e la bambina furono salite in macchina e lui ebbe rimesso in moto.
-Sì! Però non c'è la biblioteca... -rispose la piccola, guardando fuori dal finestrino. Ran ridacchiò senza farsi vedere dai due: quella peste era spiccicata a suo padre. Le piaceva leggere, anche se prima di dormire era Ran che le raccontava qualche storia per farle prendere sonno.
-La biblioteca? -fece Shinichi stupito.
-Aika ama leggere. -spiegò la karateka guardando Aika sul sedile posteriore.
-Ah, capisco. Anche io speravo ci fosse la biblioteca all'asilo, ricordi? -disse il detective. Ran rise: -Sì, è così che sei finito nella stanza sbagliata.
-Sbagliata?
-Gli altri stavano dormendo.

La figlia di Shinichi Kudoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن