Capitolo 13

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Daniel pov's
Lo aiutai ad alzarsi da terra, perdette l'equilibrio quando cercò di schivare un destro. Lo guardai intensamente, i miei occhi velati di preoccupazione.
I suoi occhi neri erano mimetizzati con il buio della notte, quei corti capelli corvini erano sporchi di polvere e fango. Appena si alzò, mostrò quel bellissimo corpo da palestrato, i muscoli nelle braccia che si intravedevano già dalla maglia. Le spalle larghe e possenti. Quegli occhi cupi e neri come un cielo senza stelle, mi incantavano. Rimasi come impietrito in quella posizione per vari secondi, ad osservarlo. Come se ne stessi studiando ogni piccolo particolare.
Christophe, mi strattonò con la delicatezza di un elefante e mi destò da quei pensieri.
<< Ora sto bene, levati di torno e stai al sicuro. >> Disse tossendo forte poco dopo.
Sentivo che tra un minuto e l'altro le sue gambe sarebbero cedute.
Gli misi un braccio nelle mie spalle, mentre lui mugugnava qualcosa in disapprovazione. Cercai di chiamare mia sorella disperato, mentre avevo Christophe che minuto dopo minuto si indeboliva. Venne a prenderci per mia gran fortuna e ci fece salire.
Non chiese nulla di che, se non.
<< Perché non state mai attenti voi minorenni? Vi cacciate sempre nei casini. Dove abita il tuo amico? >> sbuffai ma risi allo stesso tempo nel sentire i suoi rimproveri.
Come se lei non avesse mai fatto cazzate di questo genere. Come uscire, bere, ubriacarsi, cacciarsi nei casini.
Ero venuto con Cristine e la sua mini-auto. Aveva già il patentino.
So, che dopo, sarebbero arrivate delle grosse conseguenze. Ma decisi di non pensarci e di mettere da parte questo problema. D'altronde, se lo sarebbe dovuta aspettare dato che mi ha lasciato solo senza neanche porsi problemi nel cercarmi. Christophe, ringraziò mia sorella. Quella grande mano, era posta delicatamente nel sedile.
Un forte desiderio di toccarla e unirla alla mia mi pervase. Allungai il braccio, e accarezzai quella pelle morbida con la mia mano. Ora, accarezzava quella del ragazzo di fianco a me.
La accarezzai dolcemente, percorrendo con le dita ogni centimetro di pelle e ogni venatura. Toccai le sue dita lunghe.
Lui, non disse nulla. Rimase serio, come di suo solito. Mentre io lo guardavo desideroso di toccare altre parti del suo corpo.
I nostri sguardi si incrociarono per un secondo. Ritrassi la mano senza farmi beccare da mia sorella. Ma il buio aveva già avuto vantaggio. Per fortuna, non vide nulla di quello che feci. E quando Christophe uscì dalla macchina si limitò a dire un "grazie ancora. Arrivederci."
Dentro di me, era un vortice d'emozioni.
Paura, eccitazione, confusione, malinconia.

Sono il tuo sorriso. [IN REVISIONE]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن