Capitolo 20

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Christophe pov's

Dopo che fui tornato a casa da quella giornata pressante, mia madre fa capolino sull'uscio della porta e mi scruta a braccia conserte.
Dopo che mi diede la solita strigliata, di cui io feci finta di ascoltare la ramanzina, mi buttai sul letto a peso morto pieno di dubbi, che mi affollavano la testa da abbastanza tempo.
Sospirai, portandomi una mano tra i capelli corvini tirandoli indietro in un gesto nervoso.
Ultimamente, ero diventato più nervoso, e non a causa dei miei mancati sorrisi o della mia mancata "vitalità", era quel biondo che mi sconvolgeva e non ne sapevo nemmeno il motivo.
La reazione che ha avuto, è stata insolita, non avevo mai visto reagire un ragazzo tanto rompipalle e docile in quel modo.

Ma nessuno è buono al cento per cento.

La mattina seguente, i ragazzi confabulavano fra di loro, ed io mi dileguai a sedermi nel primo posto libero che mi capitava.
Cristine, mi si para davanti, come un'imponente palazzo.
<< prego? >> Ironizzo, alzando gli occhi al cielo.

Quella ragazza mi dava i nervi, non si sa ma mi ha odiato dalla prima volta.

<< Cosa ti ha detto Daniel? >> Mi chiese lei.
La guardai senza dire niente, e lei si innervosì di più, i suoi occhi se avessero potuto mi avrebbero incenerito, per quanto fosse arrabbiata.
<< Non so di cosa tu stia parlando. >> Mi decisi a rispondere.
<< Andiamo, lo sai benissimo che ha finto di star male soltanto per stare con te >> finì con una faccia inorridita, storcendo il labbro.
Quasi non scoppiai a ridere per la ridicolità di questa ragazza.
<< perché ti interessa saperlo? Non sei la sua cagnetta da guardia da badare ogni volta a lui >> feci un sorriso di scherno e lei mi prese per la maglia e mi avvicinò a sé.
<< TU NON TI DEVI PERMETTERE, PERCHÉ TU NON SAI ASSOLUTAMENTE NIENTE DI NOI, MI HAI CAPITA?? >> urlò iraconda.
Eppure non mossi un muscolo.
<< Ora mi puoi mollare. >> Dissi serio.
Lei rimase interdetta, e mi mollò.
Indignata andò a sedersi il più lontano possibile da me.
Dopo le lezioni, mi precipitai fuori dall'istituto.
Oggi lui non c'era.

E chissà dov'era.

Mi ritrovai a pensare.
Ormai non capivo niente di quella situazione andatasi a creare, sapevo solo che aveva qualche problema se aveva portato quella fottuta siringa.
Camminai senza una meta per quelle corte e strette strade che mi portavano fuori dalla via della scuola.
Sbuffai di nuovo, appena trovai "la pazza" seduta su una panchina a piangere.
Mi avvicinai silenziosamente e mi sedetti anche io.
Il suo sguardo saettò subito su di me e mi fulminò furtiva.
<< posso sapere il motivo del perché c'è l'hai sempre con me? >> Chiesi.
Lei non rispose.
Si limitò a sistemarsi meglio nella panchina di legno.
<< Va bene, ho capito non parli. >> Continuai, ma lei mi bloccò subito.
<< Perché tu sei piombato a caso tra noi due, l'hai distratto da ogni cosa, dallo sport che fa, dallo studio.. da.. -fece una pausa- da me..>> finì poi.
<< Ne sei innamorata? >> Chiesi senza peli sulla lingua.
Sembrava non essere pronta a quella domanda e si accigliò.
Poi mi urlò che non erano miei affari e scappò via da quella situazione, esattamente come aveva fatto stamane.
Anche se sapevo la risposta, perché più evidente di così non lo era mai stato, provai una sorta di fastidio che mi fece digrignare i denti.

Daniel Pov's

Era così freddo il vento, a volte chiedevo a me stesso, come ci mettessi la forza di camminare dopo quello che feci nel corso della mia vita.
Cammino senza sosta, questa mattina non ho avuto il coraggio di farmi vedere dopo quello che era accaduto ieri tra me e Christophe.
Avrei voluto sparire dalla faccia della terra, e non lasciarne più tracce: se solamente avrei potuto.
Il mio cuore prese a battere frenetico quando vidi mia madre aspettarmi sul ciglio della porta.


nota autrice:
scusate per la lunga attesa:
buona lettura!
cercherò di pubblicare più di frequente

Sono il tuo sorriso. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now