Capitolo 14

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Christophe Pov's

Appena varcai la porta di casa, mi aspettò dietro la porta, una grande disgrazia da aggiungere alla mia collezione.
Gli occhi verdi di mia madre ormai in lacrime che uscivano a fiotti.
Mi guardò con sguardo disperato, come se da un momento all'altro stesse per crollare e cadere.
Teneva tra le braccia il corpo di mio padre, ferito.
Lo stringeva forte al suo corpo, quasi come se da un momento all'altro, potesse portarlo via qualcuno.
Mi raccontarono varie volte di come quel loro amore era nato così per caso, due ragazzi comuni del Liceo, che s'incontravano di nascosto, nella biblioteca per baciarsi, per dimostrarsi il loro amore, lontani da occhi indiscreti.
Quell'amore appena sbocciato, già potente. Ma scambiato da altri come sbagliato. Poiché la mia madre adottiva, era la migliore amica della prima ragazza che spezzò il cuore a mio padre adottivo.
Il primo amore suo, la prima rovina sua.
E mia madre, era proprio la migliore amica di quella troietta che se la faceva con altri.
Ed infine si erano innamorati, l'uno dell'altra, con l'aiuto costante di mia madre che fù sempre stata col cuore buono e sincero.
Lo aiutò nei momenti più brutti, più bui e pieni di dolore della vita di mio padre, e così, conoscendosi sempre più l'un l'altro si innamorarono.
Lei non diede più retta a quella strega, ci fú sua "servetta" per lunghi tempi. Ma alla fine riuscì ad abbandonarla. Lasciandola sola. Come ella meritava di stare.
Ora mio padre, era lì inerme stretto al corpo di mia madre che piangeva come una disperata.
Osai avanzare di un passo, anche se il mio corpo era immobilizzato dalla paura. Cominciò, senza che io le chiesi niente.
<< A lavoro. Sono venuti delle specie di ladri a derubare e hanno lanciato petardi pericolosi..su tutto l'edificio..tuo..padre.. per un frangente di secondo poteva essere colpito per intero..per fortuna l'hanno solo colpito di striscio..>> la voce di mia madre usciva spezzata. I suoi respiri erano irregolari, nel prato verde che erano i suoi occhi, si poteva leggere benissimo quell'ansia e quella disperazione.
Ancora una volta, mi sentii un pessimo figlio, irresponsabile, stronzo e bastardo.
Ero uscito di nuovo senza chiedere, senza spiccare parola. Solo per mostrarmi forte a quei coglioni di omaccioni che fin dalle medie rompevano i coglioni mandandomi i soliti messaggini del cazzo, cosa che ignoravo sempre di continuo. Sperando, che dopo anni e anni alla fine avrebbero lasciato perdere e mi avrebbero lasciato in pace. Ma con gli anni, non cambiava un cazzo.
All'ennesima minaccia sono scoppiato e li ho raggiunti, intuendo il posto dove essi potevano andare.
<< E adesso..cosa facciamo mamma? >> Osai a chiedere con un tono atono per nascondere la mia delusione verso me stesso.
Lei posò il suo sguardo verso di me e disse.
<< Lo dobbiamo portare veloce al pronto soccorso. E in fretta. Christophe, mi hai disubbidito di nuovo cos'hai.. adesso. Cosa ci può mai essere che non va adesso. Ora che sei in un clima diverso, una scuola differente, più ampia, più vicina a casa tua. Perché fai ti comporti in questo modo con noi..? >> Disse con voce incrinata dal dolore che stava provando in quel momento. Si poteva capire che era un misto di delusione e dolore allo stesso tempo.
Come pensavo, l'ennesima cazzata, nuova delusione.
La guardai, ma non dissi nulla. Rimasi come sempre zitto come di mio solito.
Capì da sola.
<< Ne dobbiamo parlare Christophe. >>
Disse seria guardando il viso di mio padre.
Risposi con un sì, con voce bassa.
Andammo subito in quel posto dove mi ispirava cose negative.
Mia madre disperata chiese a delle infermiere, correndo come una pazza, mentre sorreggevo mio padre che a stento si manteneva in piedi.
Arrivò poco dopo, insieme a lei, una signora bionda sulla cinquantina d'anni.
La scrutai da cima affondo. I suoi capelli biondi ricci mi ricordavano quelli di Daniel. Erano per lo più identici, mi sorse un dubbio.
Ma non penso sia la madre, cazzo. Troppe coincidenze sarebbero.
Mi concentro subito sulla situazione e la dottoressa disse
<<Lo assistiamo subito, non si preoccupi>>
Lo portarono in una grande stanza, dove lo fecero distendere su un lettino.

Continua..

Fatemi sapere com'è questo capitolo!
So che questo è un po' noiosetto, ma nei prossimi capitoli, ci saranno molte nuove cose.
Un bacione! <3

Sono il tuo sorriso. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora