Capitolo 15

30 3 2
                                    

Christophe pov's

Mi guardai intorno, quelle pareti bianche e rovinate probabilmente per la vecchiaia di quel posto, mi mettevano in soggezione.
Gli ospedali li odiavo, anche perché non recano bei momenti.
Guardai quella donna, così dura in viso, sicura di sé, guardare attentamente mio padre sul lettino. Qualcosa, però, mi diceva che le mie supposizioni, sul fatto che la donna fosse la madre di Daniel, quel ragazzino, non fossero totalmente errate. I miei pensieri, vennero interrotti dalla voce dura e squillante della donna bionda.
<< la situazione, non è poi così grave.
Le ferite si rimargineranno in poche settimane e non sono profonde.
Per cui, le consiglio, di prendersi una pausa dal lavoro. Almeno per circa 2 settimane, e se dovrebbe esserci bisogno anche tre. >> Disse ferma e decisa.
La squadrai.
Non aveva un minimo di compassione negli occhi, sembrava facesse quel lavoro solo per essere pagata e basta.
Di solito, le infermiere, dottoresse che siano, ci mettono il cuore nel proprio lavoro affezionandosi ai propri pazienti.
Ma in quella donna, niente di tutto questo inspirava.
Mia madre fece un sospiro di sollievo, era felice che a mio padre non fosse successo niente di grave. Non notò nemmeno il tono che usò quella dottoressa, poiché tutte le sue preoccupazioni erano centrate solo su mio padre.
<< la ringrazio, mio figlio ed io eravamo molto preoccupati sulla salute del papà >> disse mia madre riconoscente, con quel suo solito sorriso dolce che la caratterizzava.
La donna bionda, rise con amarezza.
<< beh, non posso dire lo stesso di mio figlio Daniel. Sta sempre per le sue, e di sua madre, anche se dovesse succederle qualcosa, non importa più di tanto >> finì con una smorfia in volto indecifrabile.
Spero non sia quel Daniel che conosco anche io..ma dati i fatti, penso proprio sia lui. Quel ragazzino che mi rompe sempre i coglioni e che nello stesso tempo, tenta di spaccare quel muro che mi sono creato da solo. Cercando di valicarlo con la sua "felicità" e con il suo estremo coraggio. Dato che, facevo di tutto, pur di allontanarlo, e ancora non cedeva. Mi irritava, ma allo stesso tempo mi incuriosiva.
Chissà perché con la madre ha un rapporto così.. sul punto di battaglia. Sembrava si odiassero, o meglio, che lei odiasse il figlio.
Mia madre non rispose, sorrise timida, non sapendo realmente cosa fare.
Non dissi nulla, riguardo al fatto, che conoscevo Daniel, o che probabilmente veniva nella mia stessa scuola. Non era una cosa necessaria da far sapere.
Vista la situazione, non volevo intavolare nessuna conversazione con quella donna.
La donna prescrisse le cure per mio padre. E ce ne andammo poco dopo.
Era già notte fonda e mia madre, appena tornati a casa, mi rimproverò un'ennesima volta, sul fatto che puzzavo di fango e umidità.
Così, mi dirigo subito in doccia senza aspettare altre sgrida.
Mi torna in mente quella piccola mano, che piano, si avvicinava lentamente cercando un minimo contatto con la mia.
Quel piccolo ed insignificante contatto che ci fù, mi mandava leggermente in confusione, non capivo neanche io il reale motivo.

! Attenzione! Scena con riferimenti sessuali.
Se non vi piace, potete passare al prox capitolo che verrà.
Inconsapevolmente, la mia mano, arrivò al mio membro. Cominciai a segarlo piano, poi sempre più veloce, con ritmi veloci, gemendo dal piacere attento a non farmi sentire.
Quella poca lucidità che avevo, era andata a farsi fottere.
Venni con getti abbastanza pieni e subito mi chiesi perché cazzo l'avevo fatto.
Per sfogarmi? Perché, pensare a lui, mi eccita in qualche strano modo? Perché ero incazzato?
Perché pensare alle nostre mani che si toccavano me l'ha fatto venire duro? Che cazzo mi sta succedendo?
Tante domande vorticavano nella mia mente e che ancora, non volevo dare una risposta.
Diedi pugni forti al muro del box doccia incazzato verso me stesso.
Dovevo smetterla di fare così, dovevo farlo anche subito.
Anche solo, pensare, a un futuro "felice" con il ragazzo dei miei sogni, mi dava il volta stomaco.
Non esistevano queste cazzate. Da quando fui nato, non mi fù data prova che queste cose potessero esistere.
Avevo l'esempio di mia madre e mio padre forse? No, penso solo, che come tutto, prima o poi finirà male. Come è sempre successo, nella mia vita, d'altronde.
Sì, persi tutte le speranze, da quando lei era mancata.
Cominciai a pensare solo ed esclusivamente negativo e mai a cose positive che potevano succedere. Quell'avvenimento, segnò per sempre la mia vita. E da allora, ho sempre avuto le idee ferme, restando completamente impassibile davanti ad amori, coppie, gente che diceva di amarsi. Consideravo queste cose come vere e proprie idiozie.
Non c'era amore in me, solo voglia di sesso.
Mi convinsi così, uscendo dalla doccia avvolgendomi un'asciugamano alla vita.


Eccomi tornata con un nuovo capitolo, perdonate la lunga attesa, ma avevo tanti impegni importanti da sbrigare.
Cercherò di aggiornare molto più di frequente <3

Sono il tuo sorriso. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now