Capitolo 3

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Mi svegliai dopo circa una mezz'ora dato che l'orologio segnava esattamente le sedici e ventisette.
Cazzo, ultimamente devo ammettere di dormire poco se non niente.
La notte mi addormento alle ventidue per poi svegliarmi in automatico alle quattro di notte a non fare un cazzo.
Mi diressi in cucina dove trovai i miei genitori intenti ad ascoltare la tv.
" Pare che la Disney, stia per annunciare l'uscita di un nuovo film animato pare che farà gioire di nuovo tutti i bambini! Attendiamo notizie, restate connessi!"
Esclamò una donna dal telegiornale.
Pfft...Disney.
Da piccolo, la Disney mi faceva ripensare solo alla mia vita di merda.
Perché si sa, in ogni film della Disney deve mancare sempre qualche membro della famiglia.
Pochissimi se ne salvano.
Emisi un sospiro, attirando l'attenzione dei miei.
<< tesoro, perché non esci un po'? Ti distrai..che ne dici? >> mia madre, ultimamente, si preoccupa per me molto spesso.
Ma infondo...non sono poi cambiato così tanto in cinque anni.
Sono sempre stato così e lei ci dovrebbe ormai aver preso l'abitudine.
<< Si . >> dissi soltanto.
Uscii e appena chiusi la porta sfilai una sigaretta dalla tasca dei jeans.
Niente.
Cazzo le avevo terminate.
Non avevo neanche dei soldi a portata di mano, se fossi di nuovo entrato in casa, dopo neanche tre minuti fuori, mia madre avrebbe subito capito o chiesto spiegazioni.
Emisi un'altro sbuffo e mi incamminai con le mani in tasca.
Alzai appena lo sguardo e vidi quel ragazzino dai capelli ricci biondi, quello di stamane.
Si trovava esattamente a pochi metri da me.
Ma certo.
<< Ehi ragazzo! >>
Lui si voltò e i suoi occhi celesti parvero illuminarsi per la sorpresa.
<< Oh! Ciao come stai? Scusa ancora per stama->>
Lo interruppi, facendogli il segno di starsi zitto e lui annuì abbassando lo sguardo.
<< Sisi..le accetterò solo se tu mi comprerai delle sigarette. Mi servirebbero..ADESSO>> dissi marcando l'ultima parola.
Lui alzò di nuovo lo sguardo, per guardare nelle pozze nere che erano i miei occhi e annuì sorridendo.
Dio tutta questa felicità mi da sui nervi...
<< vieni tanto è qui vicino il tabacchino>> dissi.
Arrivammo dopo neanche due minuti davanti alla porta del tabacchino.
Lui entrò per pagare ed io aspettai fuori.
Quando uscì lo ringraziai, cominciando a camminare veloce.
Lui avanzò di poco, come a volermi fermare un'altra volta, ma per qualche motivo si trattenne e lasció perdere.
Dopo circa un'ora di camminata decisi di tornare a casa.
Prima di varcare la porta di casa mia, nascosi il pacchetto di sigarette dentro la tasca del jeans ed entrai con le chiavi.
Possibile che ricordavo sempre le chiavi e non i fottuti soldi?!
Come al solito, trovai mio padre steso sul divano che russava pesantemente.
Mia mamma, invece, era subito scattata in piedi quando sentì la porta aprirsi.
<< Tesoro..già di ritorno? Vabbè tra qualche oretta prepariamo la cena >> mi avvisò e si sedette sul divano intenta a leggere uno dei suoi nuovi libri strappalacrime.
Anche questo giorno finì nell'immediato.
E l'ultimo mio pensiero prima di addormentarmi fu:
Domani sarà sempre la solita giornata. Uno schifo.

Sono il tuo sorriso. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now