Stelle e canto di cicale

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Will it be better when I graduate?

Or will we just remain as schoolmatesAnd when we talk, you're telling liesI still don't understand why

Namjoon ci abbandona, come al solito, alla fine della collinetta, pronto per tornarsene a casa. Faccio scendere Taehyung dalle mie gambe che si è scoperto particolarmente leggero e lo seguo subito dopo chiudendomi dietro lo sportello, tanto gli altri erano già scesi dal lato di Jimin. Faccio il giro dell'auto per salutare Namjoon mentre gli altri commentano la serata avvicinandosi ad un muretto in pietra.

"Grazie per tutto e scusa ancora." Dico timidamente poggiando una mano sul finestrino completamente abbassato. Da un'ultima occhiata al mio gruppetto di amici per un secondo e poi torna a guardarmi.

"Taehyung mi piace." Dice sorridendomi. Non aveva mai fatto apprezzamenti verso i miei amici, questa era la prima volta in assoluto. "Buonanotte Gukkie!" Rimette in moto l'auto e mi allontano per lasciarlo risalire la collina e tornarsene a casa. Mi avvicino agli altri leggermente spaesato per le parole di colui che avevo sempre visto come un fratello maggiore per me, sono tutti intenti a salutarsi, soprattutto Yoongi che sta già sbadigliando e casa sua si trova ad essere la più lontana.

"Andiamo a casa Taehyung?" Domanda Jimin dando un leggero colpetto sul suo braccio dato che il ragazzo si è accasciato sul muretto, stringendosi il più possibile per probabilmente scaldarsi.

"Voglio restare ancora un pò qui." Dice chiudendo gli occhi. Il ragazzo annuisce e inizia a camminare insieme a Jin il capellone ed Hoseok.

"Devo immediatamente correre da Jinsoul a raccontarle tutto." Dice il capobranco iniziando a correre, senza aspettare una risposta. Probabilmente questo piccolo episodio resterà sulle loro bocche per tutta l'estate, cosi come successe a me anni fa. Saluto con un gesto della mano Jimin ed il capellone e mi avvicino ad un Taehyung mezzo tremante e coi vestiti ancora bagnati. Mi siedo accanto a lui e mi tolgo la felpa nera restando con una semplice maglietta dello stesso colore e gliela lancio addosso.

"Crudele da parte di quei baristi lanciarti un secchio di ghiaccio addosso." Commento alzando gli occhi alle stelle. La risata di Taehyung annulla per pochi secondi il canto delle cicale per poi riprendere.

"Più che altro perchè l'impatto coi cubetti mi ha fatto male in faccia, non per altro." Silenzio. E' cosi piacevole restare in silenzio in sua compagnia.

"Sarà il caso di tornare.."

"Non voglio tornare a casa." Mi interrompere afferrandomi il braccio dopo essersi messo la mia felpa. "Voglio restare qui ad ammirare le stelle ancora un pò. A Seoul non sono cosi belle." Annuisco alle sue parole. Restare ancora un pò non mi farà male, tanto per i miei io dovrei trovarmi ancora in discoteca. "Ti va di andare sulla spiaggia?" Domanda mordicchiandosi il labbro inferiore, mentre fa ondeggiare i piedi in aria, lo farei anche io se le mie gambe non toccassero il pavimento da seduto su questo muretto.

"Adesso?"

"A te piace il mare, me l'hai detto tu." Alzo gli occhi al cielo, dovrei parlare di meno con questo sconosciuto.

"Eh va bene." Salta giù dal muretto ed io mi alzo per iniziare a incamminarci verso la spiaggia, in silenzio. Le strade sono vuote, le luci sono spente. E' come se ci fossimo solo noi in questo paesino sperduto nel mondo. Dopo un paio di minuti raggiungiamo la spiaggia, questa volta non c'è nessun lido a cui rubare temporaneamente i lettini, solo sabbia e sassi. Taehyung si avvicina il più possibile al mare, sentendo il rumore delle onde infrangersi tra di loro, e si siede sulla sabbia. Lo raggiungo. "Si ma tra un pò dobbiamo tornare." Gli ricordo mentre lui tira fuori il suo pacchetto di sigarette dalla tasca, leggermente umidiccio ma almeno le sigarette sono salve, e me ne passa una. "Giuro che ti restituirò tutte le sigarette." Ridacchio accettandola.

"Pensa alla tua penitenza prima." Mi ricorda illuminando il suo volto con l'accendino. Essendo a mare l'unica luce disponibile è quella della luna, il che rende tutto ancora più piacevole. Mi ero completamente dimenticato della penitenza in tutto quel trambusto.

"Cosa vuoi che faccia?"

"Hai mai avuto una ragazza, Guk?" Cosa c'entra questa domanda? Deve smetterla di rispondere con cose che non c'entrano nulla alle mie frasi. "Non rispondi?"

"Perchè ti interessa?"

"Curiosità."
"Facciamo un patto." Propongo. "Io ti dico una mia curiosità e tu una tua."
"Ci sto. Inizia tu però."

"No, non ho mai avuto una ragazza." Dico seriamente facendo un tiro dalla sigaretta. "Tocca a te."
"Cosa vuoi sapere?"

"Perchè porti sempre quella fascia?" Domando indicando la sua famosa fascia sul braccio destro.

"Questa?" Domanda alzandosi leggermente la manica della mia felpa. Scioglie un nodo impacciato su di essa e la lascia cadere per terra. Mi viene difficile scorgere il suo polso con la sola luce della luna ma vedo comunque qualcosa che non dovrebbe essere su un polso, come dei segni. "Ecco perchè."

"Cosa sono?" Domando con l'innocenza di un ragazzino che non ha mai sperimentato altre esperienze fuori dal suo paesino.

"Stigma. Segni. Come li vuoi chiamare. Sono il marchio del mio male." Il suo tono è troppo malinconico. "Ora tocca a te." Non me la sento proprio ora di parlare di me, ma se è quello che vuole..

"Ti racconterò il mio esame. Non sono mai stato uno studente modello, anzi, ho sempre odiato studiare, con tutto me stesso. Però per gli ultimi esami mi sono davvero impegnato. Pensavo tipo che dopo non avrei più dovuto studiare ed ho concentrato tutte le mie energie e le mie giornate sui libri. Eppure il destino ha giocato con me perchè sono stato estratto per primo e questo ha significato avere tutti gli occhi dei ragazzi della scuola puntati addosso e quelli dei loro genitori. E' stato cosi imbarazzante.. le parole non trovavano la loro via di fuga verso le mie labbra, per quanto i miei professori abbiano cercato di aiutarmi ho davvero fallito l'esame." Silenzio, solo onde del mare. Lui annuisce per tutto il mio racconto inalando qualche tiro di sigaretta. "I miei professori hanno cercato di farmi delle domande per farmi parlare ma appena mi davano lo spazio di ampliare il mio discorso la mia mente faceva fatica a racimolare le nozioni. Mi ricordo che appena chiamarono il secondo della lista corsi fuori disperato e mia madre venne ad abbracciarmi, in quel momento esatto mi ricordai esattamente tutti gli argomenti a cui non avevo risposto e mi venne una rabbia assurda." Altro silenzio.

"Fanculo la scuola, Guk." Sono le sue parole. "Io direi di dichiarare questa sigaretta alla scuola. Un qualcosa che ti uccide ma che alla fine si consuma prima di te." Dice prima di sotterrarla nella sabbia.

"Alla scuola."

FUUBUTSUSHI | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora