Buonanotte

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It go, right foot up, left foot slideLeft foot up, right foot slideBasically, I'm saying either way, we 'bout to slide, ayyCan't let this one slide, ayy

Il silenzio tra me e Taehyung per tutta la strada di ritorno torna a farsi piacevole. Nell'aria si inebriano solo il rumore delle cicale e delle nostre scarpe sui sassi.

"Come fai a sapere dove abito?" Domanda camminando davanti a me, con ancora la mia felpa addosso.

"Jimin mi ha detto che ti eri trasferito e davanti casa sua c'è un palazzo che viene accupato da turisti o da familiari di alcuni abitanti." Spiego senza smettere di camminare dietro di lui, la strada è tutta in salita per raggiungere il suo appartamento momentaneo ma non sento nessuna fatica.

"Ah, capisco. Ovviamente in questa cittadina tutti sapete i nomi di tutti e dove abitano." Lo raggiungo volgendogli un imbarazzato sorriso sulle labbra accompagnato da un'alzata di spalle.

"Non è colpa mia." So che potrebbe sembrare ridicolo, ma bene o male so dove abitano quasi tutti a Mokpo, almeno tutti i miei ex compagni di scuola. Dopo vari minuti ancora in silenzio giungiamo davanti quello che dovrebbe essere il suo palazzo. Un posto molto carino a parer mio, l'esterno del palazzo è circondato da un piccolo giardino con un viale in mattoni per condurlo verso l'interno del palazzo, ovviamente c'è un cancello a recintare tutto questo.

"Allora." Irrompe il silenzio tirando fuori le chiavi dalla sua tasca. "Grazie per avermi accompagnato, ti inviterei dentro ma voglio evitare di svegliare mio padre." Commenta alzando gli occhi al cielo.

"Perchè? Tuo padre dorme?" Domando come se fosse la cosa più strana del mondo ed effettivamente per me lo è. Mia madre non riuscirebbe mai ad andare a dormire prima del mio ritorno a casa, infatti credo che adesso stia sul divano cercando di spezzare la noia guardando un film horror in compagnia di papà, almeno fin quanto riesce a resistere sveglio.

"Certo che dorme, deve aspettare me?" Ridacchia aprendo quel vecchio cancello quasi arrugginito. "Buonanotte Guk."

"Notte Taehyung." Sussurro a mia volta aspettando che entri dentro. La mia felpa.. vabbe, me la riprenderò la prossima volta. Giro i tacchi e me ne torno a casa, almeno la strada che devo fare è tutta in discesa adesso, anche se buia. Non ho nemmeno un paio di cuffie per passare il tempo. Esco fuori dalla via di Taehyung e inizio a incamminarmi verso casa, che dista un paio di metri in discesa. Stupido paesino costruito in salita. L'aria fredda della sera si schianta sulle mie braccia nude e su un punto sensibile del mio collo. Afferro il cellulare dalla tasca, non penso che Taehyung abbia fatto qualcosa di tanto grosso in quel piccolo frangente di tempo. Il cuore inizia a battermi estremamente forte al ricordo di ciò. Che io abbia iniziato a soffrire di tachicardia a nemmeno 19 anni? Le sue labbra sul mio collo, le sue mani che cercavano di aggrapparsi a me. Solo io percepisco dello strano in tutto ciò?? Lui si è comportato come se non fosse successo niente per tutto il tempo. Non lo capisco e mi imbarazza tutto questo. Il telefono non mi permette di vedere nulla a causa delle vie poco illuminate, anzi, quasi per nulla illuminate. Sbuffo ed aumento il passo per raggiungere casa mia. Ho bisogno di fare un bagno caldo e mettermi sotto le coperte. Dopo un paio di minuti arrivo a casa, mia madre mi stampa un bacio sulla fronte prima di andare a dormire, mio padre già dorme. Salgo al piano di sopra dopo essermi levato le scarpe e accendo la luce del bagno per potermi lavare velocemente. Faccio scorrere l'acqua calda e mi tolgo la maglietta. C'è uno strano bozzo rosso alla base del mio collo, esattamente dove Taehyung si è avvinghiato coi denti, altro che qualcosa di grosso, il segno è enorme e soprattutto tanto rosso. Non è un semplice cerchietto piccolo che avevo visto in qualche foto online, è una cosa indefinita rossissima. Che imbarazzo. Effettivamente le labbra di Taehyung sono parecchio grandi ma non pensavo potessero fare questo schifo. Mi tolto anche i pantaloni ed i calzini e le mutande per mettermi sotto la doccia, per domani andrà via tanto, non ha morso con troppa forza. Il getto d'acqua potente sopra la mia testa mi riporta alla realtà, di solito fare la doccia il sabato sera era un modo per farmi tornare chi ero, dopo una serata intera a fingere di essere chi non sono. Ma questa volta non mi sento un'altra persona, o almeno non del tutto, sento che per un pò sono stato anche davvero io. Meglio cosi, forse è l'influenza del ragazzino di Seoul che mi fa bene, comunque la sua mente aperta è positiva per me. Per lui due ragazzi che scherzano insieme non sono un problema, con gli altri io non avrei mai potuto avvicinarmi in quel modo e non avrei avuto neanche il coraggio di farlo. Basta con questi pensieri, Jeongguk, non ti fanno bene. Riprendo a lavarmi con shampoo e sapone e chiudo l'acqua della doccia cercando un accappatoio per uscire da essa. Uno dei difetti di essere alti è avere accappatoi che ti arrivano massino sotto il ginocchio e le maniche non sono mai più lunghe del gomito, quindi si muore sempre di freddo. Torno nella mia stanza e mi vesto per andare a dormire, i capelli si asciugheranno da soli tanto. Spegno la luce gettandomi tra le coperte, si, anche se siamo a luglio io dormo con le coperte. L'accappatoio è posato sulla sedia e ci penserò domani mattina a rimetterlo al suo posto. Controllo velocemente il telefono prima di andare a dormire, la chat di gruppo coi ragazzi ovviamente contiene nuovi messaggi a cui non risponderò. Tutti esultano per la serata anche se si stanno preoccupando a cercare un'altra discoteca, tristezza per la partenza di Jimin per la sua vacanza, un messaggio vocale di Jinsoul che ci chiama pazzi inoltrato da Hoseok, niente di che. Spengo il telefono e lo metto sotto carica prima di addormentarmi.

Sento dei passi, un ragazzo senza maglietta è fermo in una stanza vuota, la sua pelle lattea fa contrasto coi pantaloni neri che porta, non riesco a guardarlo in volto. Gli sbucano delle ali sulla schiena, anch'esse nere come la pece. C'è una luce fortissima dietro di lui, troppo forte.

"Guk! Guk!" Mi chiama, ma la sua voce non sembra appartenergli, sembra quella di mia madre. infatti è realmente lei che mi sta chiamando per svegliarti. "Svegliati, Guk. Un ragazzo è venuto a trovarti."

"Un ragazzo?" Mormoro vedendo quello strano tizio dei miei pensieri sparire dalla mia mente lasciando entrare la figura della mia stanza illuminata dal sole dato che mia madre ha aperto tutte le finestre.

"Si, penso sia quello nuovo venuto da Seoul." Esclama entusiasta riprendendo l'accappatoio che ho lasciato sulla sedia. "Guk che hai fatto al collo?" Mi alzo di scatto correndo verso il bagno.

"Nulla. E' una zanzara. Digli che mi lavo e scendo."

FUUBUTSUSHI | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora