FUUBUTSUSHI | TAEKOOK

Volevo una sigaretta

You want me, I want you, baby

My sugarboo, I'm levitatingThe Milky Way, we're renegadingYeah-yeah-yeah-yeah

Avete presente quelle persone che riescono sempre ad inventare scuse su scuse? Io non sono tra quelli, ma neanche lontanamente.

"Volevo una sigaretta." Resta a guardarmi. Potevo dire a sto punto che mi serviva il sale, le scuse più dementi le trovo solo io..

"Una sigaretta?" Ripete anche lui incredulo per le mie parole e non posso biasimarlo. Mi supera e riapre la porta del bagno iniziando a incamminarsi verso un'altra stanza, deduco la sua. "Potevi benissimo inventarti un'altra scusa, caro Jeon." Sbuffa afferrando uno zaino gettato su un letto davvero grande, cerca per qualche istante le sigarette dentro di esso e poi me ne porge una. "Se avessi voluto realmente una sigaretta saresti andato al tabacchino piuttosto che venire da me." Perchè questo ragazzino che non è qui da nemmeno dieci giorni mi conosce cosi bene?? Non è assolutamente giusto. Afferro la sigaretta dopo che se ne è messa una lui tra le labbra e lo seguo verso il suo balcone. Si siede per terra e se l'accende con tutta la tranquillità di questo mondo. "Non ti siedi?"

"C'è tuo padre." Rispondo guardandomi stranito intorno. Come può fumare con tanta tranquillità? Ma sono io strano o lo sono loro?

"Lo so, ti ha fatto entrare lui." Mi siedo accanto a lui, se non si fa problemi perchè mai dovrei farmene io? "Tutto bene?" Domanda picchiettandomi una spalla con l'accendino. Lo afferro ed accendo la sigaretta che mi ha gentilmente dato. Per tornare a casa dai miei io devo fare attenzione che la puzza se ne sia andata completamente e, per sicurezza, spruzzarmi del deodorante una volta a casa, mentre lui fuma con tutta tranquillià qui, con suo padre presente. Annuisco alla sua domanda.

"Sono stato da Namjoon, gli ho raccontato la storia del succhiotto." Annuisce.

"E quindi?"

"Si è addormentato mentre parlavo." Scoppia a ridere, coprendosi gli occhi col polso sottile ma coperto dalla sua fascia.

"Questo è un segnale per farti capire che sei noioso."
"Non è vero."

"Ah no?"

"Tu ti diverti con me, ridi sempre." Scuote la testa lasciando che il fumo esca dalle sue labbra.

"Sono più le volte che mi fai incazzare in realtà rispetto a quelle che mi fai ridere." Questa mi è nuova, alla fine sono io che faccio incazzare Taehyung, non il contrario.

"Non sono stato io quello ad imbrattare le scarpe."

"Hai rotto il cazzo tu e le scarpe." Forza un sorriso avvicinandosi al mio volto. Cosa vuole fare? Perchè si sta avvicinandosi cosi tanto? Indietreggio con la schiena d'istinto e sento le sue mani riprendersi gli occhiali da sole che avevo dimenticato di portare ancora. Che panico sena motivo. "Perchè questa reazione? Mica volevo baciarti." Ridacchia mettendosi gli occhiali sulla testa, a reggersi i capelli.

"Mai dire mai con te." Rispondo a mio volta prendendo un tiro di sigaretta. Sento la sua mano sulla mia spalla e mi volto istintivamente verso di lui, in tempo per sentire la sua lingua leccarmi per bene la guancia. Rimango immobile per qualche secondo mentre lui scoppia a ridere dovendo tenersi lo stomaco per le mani. Questo ragazzo è completamente fuori di testa, ora ne ho le prove.

"Scusami." Cerca di dire tra le risate. "Ma dovevo proprio farlo."

"Almeno non mi hai baciato davvero."
"Non sono cosi stronzo da rubarti il tuo primo bacio per un gioco, non preoccuparti. Se lo hai mantenuto fino ai 18 anni un motivo ci sarà."

"E chi ti dice che io non abbia mia baciato nessuno? Ho baciato una ragazza." La sua faccia diventa senza espressione.

"Ah si?" Domanda con un tono piatto. "Quindi sei solo vergine."

"Perche stiamo parlando della mia vita privata?" Alza le spalle, come se fosse un argomento da niente, mentre io sento il cuore impazzirmi nel petto, ho paura che potrebbe uscirmi dalla gola.

"Quindi ti piacciono le ragazze.." Mormora alzando lo sguardo verso il cielo non completamente sereno, probabilmente tra poco si metterà una pioggiarella estiva.

"Certo che le ragazze mi piacciono, non mi piacciono le persone di questo posto. Una volta a Seoul vedrai come rimorchierò." Ridacchio facendogli un falso occhiolino nonostante non mi stia guardando.

"Sto bene cosi, non voglio vedere." Si alza in piedi di scatto e lancia la sigaretta dal suo balcone, tornando dentro casa.

"Vabbè, stavo scherzando.." Mormoro facendo esattamente la stessa cosa. Una volta dentro lo trovo steso sul suo letto, con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Forse è il caso che io levi il disturbo. "Vado a casa io, ci sentiamo." Nessuna risposta. Mi avvio verso la porta.

"Aspetta Guk." Urla alzandosi dal letto per venire verso di me. Mi fermo voltandomi verso di lui, però non dice nemmeno una parola.

"Cosa?" Domando incuriosito, sembrava volessi dirmi qualcosa, eppure non parla.

"Ti va di stare in spiaggia insieme domani sera?" Che domanda strana. Il cuore nel petto aumenta di nuovo il suo battito e per qualche strano motivo mi sento particolarmente a disagio da questa domanda.

"Ti faccio sapere domani." Biascico nervosamente aumentando il passo verso l'uscita di casa sua. Sono andato nel panico con nulla. Mi chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle e inizio a scendere furiosamente le spalle. Si può sapere cosa c'è che non va in me? Voleva solo passare del tempo insieme a me sulla spiaggia ed io l'ho snobbato come se fosse Hoseok o uno degli altri, anzi, forse avrei accettato un loro invito. Ma lo ha chiesto con uno sguardo cosi insistente, come se pensassi "Di di si." o magari è stata solo la mia immaginazione. Cammino in fretta verso casa mia, ancora oggi non ho il suo numero, forse anche questo è un segno, forse non devo avere il suo numero e non devo nemmeno andare con lui sulla spiaggia domani sera, piuttosto dovrei andare a riprendere la mia uniforme scolastica per domani. Arrivo a casa mia e mi chiudo la porta alle spalle con forza, forse un pò troppa dato che mia madre accorre spaventata cercando di capire cosa avesse causato cosi tanto rumore.

"Gukkie, tutto bene?"

"Ma che ne so." Rispondo freneticamente correndo in fretta nella mia stanza, per evitare altre domande.