La penitenza

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Say my days are numbered, but I keep wakin' up

Know you see my texts, baby, please say somethin'Wine by the glass, your man a cheapskate, huh?Niggas gotta move off my release day, huh?Bitch, this is fame, not cloutI don't even know what that's about, watch your mouthBaby got a ego twice the size of the cribI can never tell her shit, it is what it isSaid what I had to and did what I didNever turn my back on FBG, God forbidVirgil got the Patek on my wrist doing frontflipsGiving you my number, but don't hit me on no dumb shit

"Ora tocca a te." Mi sento meglio dopo aver detto a Taehyung il mio orribile episodio con la scuola, soprattutto dopo che Hoseok e gli altri ne hanno parlato cosi tanto a vanvera. "Mi dici perchè sei venuto qui in vacanza?"

"Va bene. Ma dopo la smettiamo con questo gioco, okay?" Domanda cercando una conferma da parte mia. Annuisco alla sua domanda e getto a mia volta la sigaretta nascondendola tra la sabbia.

"I miei genitori stanno per divorziare. Loro non ne parlano ma io so che è cosi.. mio padre non riesce ad accettarlo. Mi madre è cambiata da quando ha fatto carriera, pensa solo al lavoro. Mio padre cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione. Io non ce la faccio più a sentirli litigare ogni giorno, ogni fottuto giorno della mia esistenza. Un giorno ho bevuto tanto, nessuno in casa mia fa caso a me quindi posso permettermi il lusso di bere quando voglio, e sono salito sul tetto del mio palazzo. Ho ammirato le luci della città che mi hanno tenuto compagnia per ora e fissavo la strada, credo che ancora ora possa dirti tutte le macchine che sono passate sotto di me mentre cercavo il coraggio di buttarmi giù, ma non sono riuscito a trovarlo. Sono una femminuccia in tutto e per tutto." La sua voce si incrina, io resto immobile alle sue parole. "Quindi, con la coda tra le gambe, sono tornato a casa e mia madre ha iniziato a urlarmi contro per la puzza di alcohol o di sigarette. Ironico eh? Io volevo porre fine alla mia vita e invece sono stato anche rimproverato.. mi sono messo a letto e ho cercato di addormentarmi finchè mio padre mi ha svegliato "Ti va di partire?" Mi aveva detto. Erano le quattro o le cinque del mattino ed io ho acconsentito. In silenzio ho preparato le due valige che ho trovato e di nascosto siamo usciti senza farci sentire da mamma per andare alla stazione. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con mio padre e ho pensato che stare un pò da soli, insieme ci avrebbe fatto bene, ma lui vuole solo essere cercato dalla mamma, non gliene importa di me, sa che se fosse partito da solo lei non lo avrebbe mai cercato ma, dato che si è portato anche me lei ci cercherà." Le parole di Taehyung mi lasciano senza fiato, non so dove mettere le mani in tutto il casino che ha appena sputato fuori. Allungo una mano verso la sua schiena per stringerlo in quello che è un goffissimo abbraccio, lui resta immobile. "Lo hai fatto anche in macchina." Nota riprendendosi il tono naturale della sua voce.

"Che cosa?"

"Stringermi cosi." Dice portando la sua mano sopra la mia. "E' piacevole." Ma ti sembrano cose da dire? E' già abbastanza imbarazzante cosi.

"Forse ora dovremmo sul serio andare, sarai stanchissimo dopo questa giornata."

"Si.. ma prima la penitenza." Figuriamoci se si dimentica questo demone inviato da Seoul.

"Che devo fare??"

"Sarà divertente, fidati di me." Sorride avvicinandosi a me. "Non sarebbe bello vedere come potrebbe reagire la faccia di Hoseok davanti ad un Jeongguk con un succhiotto?" Nei miei sogni questa immagine è sempre presente. Io che cammino verso il nostro bar stringendo la mano di una ragazza bellissima, ancora più bella di Jinsoul, e vedere la sua faccia allungarsi ancora di più.

"Peccato che non ci sia nessuno a darmi un succhiotto."

"Ed io cosa sono?" Silenzio, un imbarazzantissimo silenzio e per nulla piacevole. Questo è completamente fuori di testa. "Dai, fammi divertire finchè sono qui."

"Non penso che sarà divertente dirgli che tu mi hai lasciato un succhiotto sul collo."
"E tu mica devi dirgli che sono stato io, ora avvicinati, è la tua penitenza. Io sono quello messo peggio stasera." Effettivamente ha ragione, un semplice morso non mi farà male.

"Eh va bene." Sbuffo allungando il collo verso di lui. Le sue mani si aggrappano ad esso.

"Non essere cosi teso." Si lamenta avvicinando le sua labbra alla mia pelle nuda. Facile a dirsi per lui, avrà dato altri succhiotti nella sua vita, io mai. Sento il suo respiro caldo infrangersi sulla mia pelle finchè le sue labbra morbide che qualche ora fa avevo ammirato sulle scale del bagno toccano la mia pelle. La sensazione è piacevole, i suoi denti spingono sul mio collo per lasciare il segno e non è per nulla fastidioso, solo imbarazzante. Poso una mano sul suo fianco, ma solo per stare un pò più comodi, dato che siamo un ammasso di corpi spinto forzatamente l'uno contro l'altro per quello che sarà uno scherzo di cattivo gusto. Succhia per qualche secondo la mia pelle mandandomi nell'imbarazzo più totale, cioè la sensazione è quasi piacevole, ma anche scomoda, insomma è strana, ti prego staccati. Si stacca dal mio collo prendendo un gran respiro e appoggia la testa sulla mia spalla. "Sei più rigido di un tronco, Jeon." Si lamenta rialzandola testa e passa la lingua sul mio collo. Mi allontano di scatto.

"Che cazzo fai?" Urlo passandomi la mano sul collo.

"Scusami tanto se c'era la saliva."
"Mi sembra giusto allora leccarla via con altra saliva, complimenti ingegnere." Inizia a ridere rialzandosi dalla sabbia, pulendosi i vestiti e le gambe per togliersela di dosso.

"Ora possiamo andare." Dice soddisfatto iniziando a incamminarsi verso la strada.

"Ti accompagno a casa."

"Non mi serve la tua compagnia." Silenzio, rumore del mare che sbatte contro di esso e del leggero venticello sulle mie braccia nude. Ma davvero fa?

"Potresti anche smetterla di essere cosi maleducato con me." Mi imbroncio affrettando il passo per raggiungerlo.

"Declinare una proposta non significa necessariamente essere maleducati, caro Jeon Jeongguk."

"Ma declinare una mia proposta si invece." Mi fermo davanti a lui, ora riesco a vedere meglio il suo volto essendo più vicini ai lampioni stradali.

"Ci tieni cosi tanto ad accompagnarmi a casa?"

"Come hai fatto l'altra sera a trovarla?"

"Ho girovagato sull'unica strada che conoscevo, poi sto posto non è cosi grande."

"Ma tu non hai paura di niente?"

"Ho paura di tante cose invece." Silenzio.

"Dai, andiamo!" Gli afferro il polso d'istinto ma il suo gemito di dolore mi fa capire di aver fatto un passo falso.

"Aspetta un secondo." Tira fuori la fascia bianca e blu dalla tasca e con cura si ricopre i segni rossi sul suo polso facendo un nodo disordinato alla fine. "Okay ci sono."

FUUBUTSUSHI | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora