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La giornata è finita ed io torno a casa. Vado immediatamente nella mia camera, ignorando completamente tutti. Butto lo zaino da qualche parte e mi butto sul mio letto dopo aver chiuso la porta.
Il pensiero che sta sera a cena dovrò affrontare mio padre e quindi dovrò subito le sue lamentele, mi dà sui nervi.

Ecco che è ora di cena, perciò mi alzo dal mio letto e vado verso la sala da pranzo, contro la mia voglia. Non ho fame, non voglio mangiare dopo il casino successo oggi.

Ho detto a Seonghwa di odiarlo, lui mi odierà? Non fa differenza comunque, magari mi ha sempre odiato e quindi mi ignorava. Non importa.

Apro la porta della sala da pranzo e vado al mio posto. Mi siedo, ringrazio la domestica che mette inutilmente il cibo nel piatto e sposto lo sguardo su mio padre.

«Non dire nulla, so bene che i miei voti fanno schifo» inizio io «Bene, se lo sai allora mettiti a studiare. Ho già trovato qualcuno che ti darà ripetizioni» alzo lo sguardo verso di lui «Non osare ribattere, figlio ribelle!» abbasso di nuovo lo sguardo. Mi alzo, senza toccare cibo, e me ne vado.

Che giornata di merda, mio padre non vuole capire che so studiare da solo?! Se ho quei voti, è perché mi distraggo continuamente!

Entro in camera mia e sbatto la porta, buttandomi sul mio letto. Inizio a piangere, senza un motivo preciso. Ultimamente piango spesso senza un motivo in particolare.
Smetto di piangere solo quando riesco ad addormentarmi.

...

Apro lentamente gli occhi e mi alzo, stropicciandoli. Realizzo che sono in ritardo di mezz'ora, perciò vado in panico. Mi butto giù dal letto, indosso la divisa scolastica, la cravatta è messa incredibilmente male e la camicia totalmente stropicciata. Nello zaino metto dei libri a caso. Esco di casa, senza neanche essermi messo qualcosa sulla faccia per coprire le occhiaie che si sono formate a furia di piangere e con le notte insonne.

Corro verso la scuola, quando arrivo mi cambio le scarpe il più velocemente possibile e corro verso la mia classe cercando di non volare per le scale o scivolare lungo il pavimento come se fossi un pattinatore.

Spalanco la porta, realizzando che non c'era nessuno «Eh? Dove cazzo sono tutti?» penso ad alta voce, guardandomi intorno, realizzando che l'unico presente in classe era Seonghwa.

Lui alza, per la prima volta, lo sguardo dal libro, incontrando il mio sguardo. Indica l'altra porta, riportando lo sguardo sul libro.
Mi giro verso l'altra porta, vedendola aperta. Di solito è chiusa. Mi dirigo verso essa e mi guardo intorno nel corridoio, ma è ancora vuoto proprio come quando sono arrivato.

«Non c'è nulla» dico, voltandomi di nuovo verso Seonghwa. Lui si alza e viene verso di me, il mio cuore inizia a battere a mille, senza calmarsi.
No, devo calmarmi. Gli ho detto di odiarlo, come faccio a dirgli il contrario poi?

Mentre sono concentrato sul mio battito, lui mi prende per il polso e mi trascina non so dove, fuori dalla classe. Ci avviciniamo a una finestra fuori, allora vedo che sono tutti nel cortile sul retro della scuola. «Perché sono tutti lì...?» penso ad alta voce, osservandoli «Sembra che sta notte qualcuno abbia rubato le risposte di alcuni test. Per questo tutti gli studenti sono stati chiamati nel cortile» io guardo Seonghwa sorpreso, perché per la prima volta mi ha rivolto la parola. «Perché eri l'unico dentro?» chiedo, senza aspettarmi la risposta che voglio ricevere.

«Ho già parlato coi professori» ecco. Infatti non era questa la risposta che volevo. Che fai Hongjoong, ti aspetti che Seonghwa dica "aspettavo te"? Non succederà mai, quindi non coltivare false speranze.

Voglio alzare la mano destra per tirarmi uno schiaffo e riprendermi, ma non si muove. Abbasso lo sguardo, Seonghwa fa lo stesso, allora entrambi realizziamo che ci stavamo tenendo per mano. Lui stringeva la mia e io la sua.

Si stacca subito, vorrei non lasciarlo andare ma allo stesso tempo devo. Nascondo la mia mano nella tasca, probabilmente non la laverò mai più. «Dovresti parlare con i professori comunque» dice, tornando in classe. Lo seguo in classe «Ci parlerò dopo» mi siedo sul mio banco e osservo Seonghwa mentre scrive qualcosa sul suo libro.

«Di che parla quel libro?» chiedo, incuriosito «Scienze in generale» risponde, continuando a scrivere. Nell'altra mano ha un foglietto, che però stropiccia subito appena lo noto.

Decido di non chiedere nulla e di continuare a godermi quel momento da solo con Seonghwa, cosa che non accadrà mai più. «Smetti di fissarmi, mi sento a disagio» dice, io abbasso lo sguardo «Non voglio» scendo dal mio banco e mi siedo al contrario sulla sedia, appoggiando braccia e testa sullo schienale.

Lui sospira e continua a scrivere, senza ribattere. Non poteva ribattere? Almeno avrei avuto una conversazione completa con lui.

Lo osservo con attenzione, osservo ogni angolo del suo volto, i suoi fantastici occhi scuri e i capelli corvini sempre ben sistemati. Soffermandomi spesso sulle sue labbra carnose che vorrei baciare ogni volta che le vedo.

Vorrei rimanere così in eterno, poterlo studiare così in eterno. Voglio che lui sia mio, eppure non riesco ad averlo.

Improvvisamente si alza, io lo guardo «Vado in bagno» dice, chiudendo il suo libro e mettendolo nel suo zaino.
Lo seguo con lo sguardo, nell'attesa che se ne vada.

La tentazione di controllare quel libro è tanta, vorrei tanto vedere cos'è che scrive e legge sempre.

𝑪𝒍𝒂𝒔𝒔𝒎𝒂𝒕𝒆𝒔 ~ ||𝚂𝚎𝚘𝚗𝚐𝙹𝚘𝚘𝚗𝚐||•𝑅𝐸𝑀𝐴𝐾𝐸• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora