Capitolo 5

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POV GULF

Non lo so cosa sia successo nei minuti successivi al mio allontanamento, so solo che ha desso mi trovo tra le sue braccia, con la testa nascosta nel suo possente petto: mi sento a casa e una sensazione di pace si fa strada dentro di me che non provavo dalla morte di mamma. Le sue braccia mi ricordano quelle di mamma, o meglio la delicatezza con cui mi stringe a sé mi riportano nel passato, quando la mamma mi teneva tra le sue braccia mentre cercava di consolarmi dopo un brutto sogno. "sssh va tutto bene" mi sussurra mentre inizio a respirare meno affannosamente, portando il mio respiro ad un ritmo regolare: lentamente mi stacca da lui, quel tanto che basta per farmi alzare il viso e asciugarmi le lacrime "guarda qua, i tuoi bellissimi occhi sono rossi e gonfi; basta piangere Gulf, ora rimettiti in piedi e ritorna fuori: noi avremo modo di farci una piccola chiaccherata quando ti sentirai pronto, solo non aspettare troppo che tra 7 giorni torno a Bangkok AHAH" mi dice sorridendo. Insieme ci alziamo da terra, per poi dirigerci nella hall dove troviamo nonna insieme ai primi ospiti "oh Gulf, ragazzo mio eccoti qui...che ne dici di accompagnare i signori nelle loro stanze? Grazie" mi dice la nonnina restando nella hall con Mew mentre io mi allontano da loro: mentre osservo gli ospiti sfilarmi avanti, giro la mia testa verso di lui, noto che mi osserva e prima di allontanarmi del tutto, Mew mi fa un occhiolino a mò di incoraggiamento ed io, l'unica cosa che riesco a fare è un sorriso per poi allontanarmi definitivamente da loro. 

La mattinata è passata in fretta e furia, tanto che mi trovo steso sull'amaca che si trova nel grande giardino ad osservare le foglie verdi che ondeggiano sulla mia testa, spinte da un leggero vento "per te" sento dire da una voce maschile, la sua "oh" rispondo mentre cerco di mettermi a sedere e prendere il drink dalla mano di Mew "come stai adesso?" chiede mentre osserva un punto fisso avanti a noi "io, io non so cosa mi sia preso prima scusa per essere sembrato una persona patetica" ed è l'unica cosa che riesco a dire "tranquillo, ognuno di noi ha dei momenti di buio totale ma è da questi momenti che bisogna rialzarsi e riprendere la vita nelle proprie mani: te lo dico perchè anche io ci sono passato e so cosa vuol dire. Ascolta..." dice per poi prendersi una pausa, girarsi verso di me e guardarmi "so chi sei e a chi appartieni; se sei qui hai le tue buoni ragioni e se la nonna ti vuole con lei sa realmente chi sei: so che sei una persona buona, che porti solo una maschera che gli altri ti hanno voluto attribuire per forza ma ti chiedo...ti chiedo di essere te stesso qui, con nonna e soprattutto con me" dice ed io non riesco solo a dire "cosa ne sai di come sono realmente io, senza nemmeno conoscermi?" chiedo "infatti non lo so realmente, ma vedendoti al pronto soccorso, stamattina in magazzino e come tratti i clienti senza volerlo, hai mostrato il vero Gulf Kanawut" risponde con una sincerità disarmante, che mi mette completamente a nudo "Mew io..." sussurro con la testa china verso le mie gambe "io non me lo merito.." penso "non dire nulla, goditi questa nuova vita Gulf...se hai avuto una seconda possibilità, prenditela e vivi senza freni" risponde, come se avesse ascoltato la mia frase silenziosa e gli avesse dato una risposta. "facciamo così, non voglio sembrare un brutto padrone di casa: visto che fino a qualche anno fa venivo sempre qui a passare le vacanze e tu non ci sei mai stato, domani ti farò da guida turistica e ti porterò a visitare le cose più belle di questa isola...unica raccomandazione, porta un costume con te. Tranquillo, ho già parlato con nonna: domani hai un giorno libero Gulf...ora vado che ho alcune faccende da sbrigare in centro. A più tardi" mi dice mentre si allontana mostrandomi le sue possenti spalle, ricoperte da una canottiera: ed io immagino come possa essere passare le mie piccole mani su di lui, stringere i suoi bicipiti, le sue braccia "oh Gulf datti una calmata" penso mentre sorseggio il suo drink. 

Improvvisamente mi sveglio, qualcuno sta bussando alla mia porta "un attimo, arrivo" urlo mentre le bussate alla porta si fanno sempre più insistenti "ma nessuno ti ha dato la buona educazione di non disturbare la gente nel cuore della notte" continuo a dire mentre apro la porta "MEW!" urlo "ssh non vorrai mica svegliare qualcuno..." mi dice mentre mi spinge dentro per poi chiudere a chiave la porta dietro di noi "ma cosa stai facendo?" chiedo mentre lentamente mi fa arretrare verso il letto, fino a quando non ci cado sopra "non riesco a non pensarti, ogni notte mi vieni a trovare nei miei sogni...e facciamo cose Gulf" dice mentre tira un respiro profondo, come se si stesse contenendo "Mew.." sussurro "Gulf aiutami per favore..." risponde, per poi prendere una mia mano e posizionarla sul suo pene, che pulsa dietro la stoffa dei suoi pantaloncini "cosa potrei fare io?" chiedo, con finta voce innocente "davvero non lo sai? Vuoi che ti dia un aiuto?" risponde mentre appoggia la sua testa sulla mia spalla dove posso sentire il suo pesante "forse ho la soluzione al tuo problema" rispondo: improvvisamente cado in ginocchio, portandomi con me i suoi pantaloncini e boxer, lasciandolo nudo dalla vita in giù "Gulf cosa...oh mio Dio! Cazzo!" mugola mentre la sua possente asta si fa strada nella mi bocca "ah..ah...oh si" sussurra mentre geme e mi accarezza la testa. 

Niente e nessuno può fermare la danza d'amore che stiamo facendo, o meglio quella che io sto intraprendendo con il suo pene ma nella stanza inizia a farsi strada un rumore, che non riesco a capire da dove proviene, ma si fa sempre più insistente e in un battito di ciglia mi ritrovo chiuso nella mia stanza, steso sul mio letto da solo senza Mew...

Cazzo era solo un sogno...

EMERGENCYWhere stories live. Discover now