Capitolo 6

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POV MEW

Stanotte non ho chiuso occhio: sono stato l'intera nottata davanti al pc per appuntarmi le località più belle dell'isola da far vedere a Gulf; non voglio di certo fare brutta figura. Controllo l'orario, le 8.20..cazzo!! L'appuntamento è alle 8.30 nella hall, ed io sono ancora qui in intimo, senza essermi rinfrescato...bene, partiamo con il piede giusto! In fretta e furia sono riuscito a prepararmi, ho messo tutto l'occorrente nello zaino: scendo nella hall e lo trovo a parlare con nonna "eccomi! Solo 5 minuti di ritardo...andiamo? Ciao nonna" dico senza distogliere il mio sguardo da Gulf, che indossa una canotta colo azzurro, costume e sneakers "ma quanto sei bello, mamma mia" penso "tenete, il pranzo per oggi" ci dice nonna "ma non dovevi nonnina" risponde Gulf "susu andate, ci vediamo stasera ragazzi...buon divertimento" dice per poi quasi cacciare dal residence.

"dove mi porterai?" chiede Gulf mentre ci dirigiamo al garage dietro alla struttura "è una sorpresa, tu goditi solo il giorno libero" rispondo per poi aprire il garage "quanto mi sei mancata bambina mia" dico mentre scopro la grande moto "tu guidi una moto?" chiede Gulf "si perchè? Hai paura?" chiedo "nah, solo non ti facevo amante delle due ruote" risponde "beh, è solo una delle tante cose che amo...il resto lo dovrai scoprire" rispondo...si sto flirtando con lui "allora non vedo l'ora" risponde mentre prende il casco dalla mia mano "andiamo!" urla ed insieme, sulla mia moto, ci facciamo strada tra le piccole stradine dell'isola, il tutto accompagnato dal panorama estivo. Tra una curva ed un altra, improvvisamente le sue mani stringono ancora di più la mia vita ma non mi fa male anzi, è un tocco delicato: la sua testa, protetta dal casco, poi si appoggia alla mia spalla destra "è bellissimo qui!!" urla mentre la sua faccia viene colpita dal vento "aspetta di vedere dove andremo oggi pomeriggio" rispondo. 

Dopo aver passato l'intera mattinata sulla spiaggetta, a chiacchierare di qualsiasi cosa ci passasse per la testa, noto che è il momento di portarlo nel mio posto speciale "andiamo dai, manca il mio posto preferito" gli dico "mmh e dove?" mi chiede mentre ci avviamo alla moto "è una sorpresa, ma vedrai che ti piacerà" rispondo ed insieme ci avviamo al molo: qui si trova la piccola barca a vela di mamma e papà, che da quando non ci sono più non hai mai più salpato "ma...ma...è tua?" chiede incredulo Gulf mentre fissa la "piccola" nave avanti a lui "è dei miei genitori, ma diciamo che adesso è mia...andiamo su che il capitano aspetta noi per salpare" rispondo, prendendogli improvvisamente la mano e trascinandolo sulla barca "signorino Mew che grandissimo piacere...questa piccola, nonostante i tanti anni è pronta a partire" "benissimo, andiamo dai" rispondo con un entusiasmo alle stelle. Dopo una ventina di minuti la barca viene fermata ai piedi di due possenti rocce, dove tra di esse spuntano i raggi del sole "signore, mi scusi mi sono permesso di assentarmi per un oretta, infatti c'è motoscafo proprio lì che sta arrivando...faccio due commissioni e torno" mi dice il capitano ed io colgo l'occasione per stare un pò da solo con Gulf.

POV GULF

E' bellissimo qui! "E' da quando sono piccolo che volevo andare in barca a vela" penso senza rendermi conto però che l'ho detto ad alta voce "mi fa piacere che ho realizzato un tuo sogno...ora se permetti vado a rinfrescarmi" risponde Mew, mentre si toglie la canottiera per poi tuffarsi nel limpido mare della Thailandia "daaai vieni anche tu" urla Mew una volta tornato a galla ed io non me lo faccio ripetere due volte: così prendo una piccola rincorsa per poi urlare "banzaaai" mentre mi butto. Appena salito a galla Mew subito mi schizza con l'acqua "Mew no dai, non riesco a vedere nulla...aaah. E' la guerra che vuoi? Bene, ti accontento" dico ed inizio a schizzarlo anche io: sembriamo due bambini che giocano e che nessuno dei due vuole arrendersi. Una volta ritornati sulla barca, continuo ad ammirare il corpo seminudo di Mew, o meglio le sue possenti spalle, la schiena e quelle fossette di Venere, che nel frattempo sta affettando una piccola anguria nel piatto: non ho mai provato un emozione così prima d'ora, con lui mi sento me stesso, come quando ero con la mamma ed è proprio a quest'ultima che Mew assomiglia; il modo con cui parla, con cui mi tocca...ho solo paura che il mio passato, la famiglia a cui appartengo possa fargli del male...se succedesse una cosa del genere non me lo perdonerei mai "cosa frulla nella tua testa?" chiede Mew riportandomi alla realtà "nah nulla di speciale" rispondo distogliendo il mio sguardo dal suo "non me la racconti giusta...sii sincero con me, te l'ho detto anche ieri mattina nel magazzino" risponde, prendendo il mio mento tra due sue dita e alzandomi la testa verso la sua "ho paura che mio padre scopra dove mi trovo: sono dovuto scappare da lui, perchè la vita che voleva farmi fare non andava bene per me, sono riuscito a sopportarlo per 6 anni ma quando qualche settimana fa mi hanno accoltellato, lì ho detto basta e insieme al maggiordomo di famiglia sono arrivato qui. Ho paura che le persone al mio fianco soffrano per colpa mia e di mio padre...tu, zia Linda, la nonnina. Se vi succedesse qualcosa io..." dico balbettando perchè la paura mi sta completamente divorando "tu non sei solo, non hai nessuna colpa Gulf...da adesso in poi hai noi capito?" mi dice ed io, come ieri mattina, mi avvicino a lui, stavolta appoggiando la mia testa sulle sue gambe "ti prometto che nel mio piccolo ti proteggerò" mi dice mentre una sua mano si fa strada nei mie capelli umidi accarezzandoli. 

Quanto mi piace questa sensazione, vorrei non potesse finire mai ma purtroppo il capitano ritorna e insieme a lui ritorniamo a riva: dopo un viaggio di ritorno in cui ho tenuto stretto Mew per tutto il tempo, siamo di ritorno al residence dove la nonnina e zia Linda ci aspettano "oh ragazzi...su andatevi a rinfrescare che ceniamo tutti insieme e facciamo le giuste presentazioni a zia Linda" dice la nonnina. Camminiamo in silenzio lungo il corridoio versol'ascensore e mentre aspettiamo lo guardo mentre lui miosserva con la coda dell'occhio: in ascensore siamo soli, ma di colpo, per qualcheinspiegabile ragione, forse la nostra vicinanza in unospazio così limitato, l'atmosfera tra noi cambia, sicarica di una euforica, elettrica aspettativa. Il mio respiro accelera, insieme al battito del cuore: la suatesta si gira impercettibilmente verso di me, con gliocchi color ardesia; mi mordo il labbro "scusami.." grugnisce Mew e si avventa sudi me, sbattendomi contro la parete dell'ascensore.Prima di rendermene conto, entrambe le sue mani sono intorno alla mia testa alzandomi il viso, e le suelabbra sono sulle mie: non fa male anzi, e gemo nella suabocca, lasciando un varco alla sua lingua; lui neapprofitta, esplorandomi la bocca con fare esperto.Non sono mai stata baciato così, in tutte le relazioni precedenti: la mia linguaaccarezza esitante la sua e si unisce a lei in una lentadanza erotica fatta di contatti e sensazioni, sussulti estoccate. Sposta la mano per afferrarmi il mento eimmobilizzarmi:  i suoi fianchi che mi imprigionano, tanto che sento la sua erezione contro il ventre. Oddio, mivuole...

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