𝐝𝐮𝐞

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𝗚iada non condivideva l'appartamento con nessuno studente, ma il percorso universitario, quello sì.
Aveva conosciuto in primis Christel, una ragazza tedesca, proprio il secondo giorno di corsi, al primo anno.

Poi, il gruppetto si era allargato con l'ingresso di Davide, toscano inconfondibile, anima del gruppo, e Noah, irlandese di un anno più grande.
L'ultimo arrivo fu quello di Mariasole, matricola aggiuntasi ad inizio anno, quando Giada era al secondo.

Con loro, la giovane si trovava davvero bene: poteva essere se stessa, non aveva paura di mostrarsi per com'era veramente, cioè una ragazza impacciata, singolare e molto devota allo studio e al lavoro.
Quel giorno, infatti, giunse in sede prendendo il mezzo pubblico e si recò subito al bar al piano interrato, dove il quintetto si trovava ogni mattina.

«Sei in ritardo.» le fece notare Noah.

Giada alzò le sopracciglia e si sedette di fianco a Mariasole.
«Ciao anche a te. - esordì sbuffando - La linea 1 ha deciso di andare in ferie fuori periodo, quindi ho dovuto prendere quello dopo.»

«Pensavo fosse perchè Pepe ti ha pisciato per casa.» commentò Davide, facendo scoppiare a ridere gli amici.

«Non dirlo, non dargli questo suggerimento, ti prego. - commentò ridacchiando la ragazza - Avete già ordinato?»

«No amore, aspettavamo te. - disse Mariasole, alzandosi dalla sedia e prendendo il bigliettino delle ordinazioni che facevano sempre - Vado io, là al bancone c'è quel figo che mi ha salutato ieri quindi devo andare per forza.»

«Guarda che non ti ha salutato, stava scacciando la vespa che gli ronzava attorno.» la riportò con i piedi per terra Christel.

La rossa sbuffò e la guardò male.
«Eddai Chri, lasciami sognare!» esclamò.

«Io direi che invece deve andare Giada, - intervenne Noah - c'è quel biondino là che ti sta studiando a fondo.»

La ragazza sorrise e nascose la faccia nelle braccia incrociate sopra al tavolo.
«No, i biondi non mi piacciono così tanto.» si lamentò.

«Tu ti droghi.» osservò Christel.

Giada guardò l'orologio.
«Devo andare, che c'ho linguistica antropologica. Ci vediamo qui, a pranzo?» domandò.

«Ma come, la brioche che hai ordinato?» fece Davide confuso.

Giada sorrise.
«Come se vi dispiacesse mangiarne una in più!» commentò, prima di scappare via e dirigersi verso l'aula.

Non sapeva dire come avrebbe affrontato una giornata di corsi, stanca com'era.
Si sforzò di seguire, prendere appunti e capire, ma non c'era verso: quel giorno, proprio, non era sintonizzata sul pianeta Terra.

Nella pausa pranzo si trovò con le ragazze e Noah - Davide era impegnato a lezione - chiacchierando del più e del meno, e seguendo la vicissitudine di Mariasole che aveva avvicinato il figo al bancone il quale, nonostante Christel avesse cercato di riportarla con i piedi per terra, pareva essere vagamente interessato alla bionda.

Dopo aver mangiato, seguì l'ultimo corso della giornata, poi uscì e tornò a casa a piedi. Durante il cammino, le squillò il telefono. Vincenzo.
«Vince?» rispose disorientata. Non aspettava chiamate.

«Ti disturbo? - al 'no' in risposta di Giada, continuò - So di essere completamente fuori dai tempi che ci eravamo prefissati, ma domani c'è Real Madrid - Atalanta di Champions League e stasera la squadra parte. Avrei bisogno, se riesci, di un trafiletto di presentazione davanti al Gewiss. Una foto con didascalia e qualche frase sul match. Se mi dici che hai tempo, ti mando il file con le info che devi inserire sicuramente.»

𝐅𝐀𝐕𝐎𝐋𝐄 || Matteo Pessina (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora