𝐮𝐧𝐝𝐢𝐜𝐢

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«𝗟o so, sì, scusami, ti avevo promesso di tornare a casa per Pasqua ma non... ma no, non è che non volevo! Non sono riuscita, tutto qua. Magari a fine mese, o comunque prima della sessione, trovo il modo per venire lì. Sì, allora ci sentiamo. A presto, ciao.»

Giada riattaccò, prima di posare il telefono sulla scrivania. Sbuffò.
Sì, aveva davvero promesso a sua madre che sarebbe tornata a Verona per Pasqua, ma per essere al massimo dell'onestà, i suoi amici avevano organizzato un picnic di Pasquetta insieme, e aveva completamente dimenticato di avvisare casa del cambio di programma.

Lo studio procedeva, in qualche modo, anche se ora la stanchezza e la voglia di vacanze estive stava iniziando a farsi sentire, complice la bella stagione che stava pian piano fiorendo, donando giornate di sole e cielo azzurrissimo.

Giada bevve un sorso di tisana che aveva posato sulla mensola affianco, scollando gli occhi dal mattone che aveva davanti riguardo la filologia romanza che faticava ad entrarle in testa.

Di nuovo, le squillò il telefono.
Sorrise quando vide il viso di Matteo fare capolino sullo schermo. Rispose e poggiò il telefono contro il libro di tedesco per sorreggerlo, quindi fece un largo sorriso al ragazzo dall'altra parte del dispositivo.

«Ma ciao.» esordì, vendendo il calciatore salutarla con la mano.

«Che dici? Ti disturbo?» domandò lui.

«No, mi hai regalato una buona pausa dallo studio di filologia. - rispose la giovane - Come va?»

«Tutto apposto. Com'è andata l'altro giorno?» chiese interessato Matteo grattandosi la nuca.

«Bene, abbiamo fatto un picnic visto che il tempo era bello, poi nulla di che. Tu quando giochi?»

Terminò la tisana e mise la tazza sulla scrivania, prima di incrociare le mani dietro la nuca.

«Domenica a Firenze. - rispose il ragazzo - Venerdì sera ci vediamo?»

Giada rischiò di rigettare la tisana che aveva appena ingoiato.
«Ehm, come?»

«Non saprei... possiamo, mh, andare al cinema? Penso stiano riproponendo tutta la carrellata della Marvel. - spiegò Matteo con un sorriso sognante - La segui tu?»

La giovane sorrise e annuì.
«Direi che è un'ottima idea.» rispose, accettando l'invito.
Quando stava con lui non aveva paura di nulla, nè della solitudine nè di rimanerci male. Quando stava con lui tutto diventava inutile per lasciare spazio a loro due solamente, e non riusciva a ragionare come faceva quando lui non c'era. Non riusciva a dubitare di lui, a chiedersi perchè frequentasse proprio con lei, perché le riservasse tutto quel tempo che non meritava, perchè la facesse sentire così importante.
Quando stava con lui, i dubbi scappavano in un angolo remoto della sua mente e non si palesavano finchè lui non se ne fosse andato: inutile negarlo a sè stessa e pure ai suoi amici, Matteo le aveva rotto la barriera che si era costruita attorno al cuore, curando le ferite d'amore che nessuno era mai riuscito a risanare.

Con lui stava bene, e non poteva pensare nemmeno lontanamente a come sarebbe stato tutto se non l'avesse incontrato, nonostante si conoscessero da poco meno di un mese.
Non era ancora un sentimento delineato, ma consapevolezza di essere di fronte a qualcuno che aveva tutte le carte per diventare l'amore della sua vita.
E se mi tradisse?, si domandava nei momenti di riflessione quando Matteo non c'era.
Ma poi, quando Giada vedeva la sua immagine sorriderle nello schermo, gli angoli della bocca sollevati con dolcezza, e i suoi occhi stupendi che la guardavano in quel modo, si domandava, al contrario, come diavolo potesse fare una persona così ad anche solo pensare di tradirla.

«Ti passo a prendere alle 20.00, il film inizia alle 20.30. Ora ti lascio studiare.» concluse.

«Grazie davvero. Ci vediamo venerdì, allora.» fece lei, prima di salutarlo e riattaccare.
Posò il cellulare sulla scrivania, e sorrise.
Già non vedeva l'ora che arrivasse venerdì.

𝐅𝐀𝐕𝐎𝐋𝐄 || Matteo Pessina (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora