𝐭𝐫𝐞

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«𝗥ullo di tamburi... oggi è il gran giorno, siete pronti?»

Talvolta, al quintetto affiatato di Giada si aggiungevano anche Elia, atalantino sfegatato, e Giacomo, il finto sportivo che, in realtà, era falsissimo e gufava a più non posso di nascosto.
I due erano amici di Davide, ed essendo entrambi bergamaschi aspettavano chiaramente solo il match di Champions di quella sera.

«Sto carico come una molla.» rispose prontamente il toscano, il classico malato di calcio che seguiva qualsiasi partita e che avrebbe voluto visitare tutti gli stadi e avere foto con tutti i giocatori di ogni squadra.

«Sì, peccato che comunque vada stasera, domani non sarà festa nazionale e in uni io dovrò venirci comunque.» borbottò divertita Giada, portando alla bocca una forchettata di spaghetti al sugo.

Elia la guardò con tanto d'occhi.
«Tu non eri mica la giornalista sportiva dell'Eco di Bergamo?»

«Sì, e allora?» chiese confusa.

«E allora se fai servizi sull'Atalanta questa partita non dovrebbe essere per te così indifferente.» concluse per lei Giacomo, trovando l'assenso di un interessato Elia.

«Io non faccio servizi sull'Atalanta. - lo corresse pulendo la bocca nel tovagliolo - Io scrivo ciò che il mio capo mi chiede. A volte è sul calcio, a volte su altri sport. Non è che sono patita per l'Atalanta come voi.» chiarì immediatamente.
Non seguiva così tanto il calcio, ma se lo avesse seguito si sarebbe scelta una squadra preferita diversa, magari la squadra della sua città o della sua regione, come ad esempio il Verona, anche se aveva ambizioni calcistiche minori.

«Comunque, io ora dovrei andare a lezione. Mari?» fece Giada, guardando Mariasole che ascoltava interessata il dibattito tra i ragazzi.

«Mh? - mormorò di rimando, probabilmente con la testa altrove - Oh, sì, devo venire anche io. A dopo!»
Si alzò rapida e si affiancò alla maggiore, prima di incamminarsi verso l'aula prestabilita per il corso di storia contemporanea.

«Dovresti provarci.» suggerì Mariasole.

«Come?»

«Con Elia. A parte il fatto che è prediletto di madre natura, e poi ho visto come ti guardava interessato mentre parlavi.» spiegò convinta la più giovane.

Giada fece spallucce, premendo il pulsante dell'ascensore.
«Non l'ho notato.» liquidò sbadatamente.

Mariasole ridacchiò rassegnata
«Ovvio che non l'hai notato. - borbottò contrariata entrando in ascensore, seguita dall'amica - Sei proprio una suora.»

Quando le porte si richiusero, Giada la guardò.
«Non mi piace Elia, sai come la penso. Sto aspettando quello giusto.» disse.

«Non puoi sapere quale sia quello giusto se nemmeno ci provi a conoscerlo.» obiettò Mariasole, e la mora doveva ammettere che in parte aveva ragione.

«Fidati Mari, so quando arriva. Non è ancora arrivato.» le garantì. Sapeva di avere ragione.

***

Anche quel pomeriggio, durante la passeggiata al parco con Pepe non ci fu traccia di Matteo.
Giada si era quasi abituata alla sua presenza, con quei soli due incontri e, ovviamente, il non trovarlo la confuse un po'.

Al di là di questo, la sera si trovò con Davide e i suoi due amici, Noah, Christel e Mariasole in un bar in città alta per seguire la partita di Champions.
Se, dapprima, avesse pensato di essere disinteressata o piuttosto imparziale, con il passare dei minuti dovette ricredersi, dal momento che, complice anche il clima teso presente nel bar, crebbe l'ansia e il desiderio di vedere la squadra orobica trionfare.

𝐅𝐀𝐕𝐎𝐋𝐄 || Matteo Pessina (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora