𝐝𝐨𝐝𝐢𝐜𝐢

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𝗚iada si era messa dei pantaloni a zampa abbinati ad un maglioncino davvero carino, con sopra il suo unico ed inseparabile giubbino di jeans che ora, ad inizio aprile, poteva iniziare a portare senza patire il freddo.

Era in un anticipo astronomico, era tormentata dall'ansia e aveva una voglia matta di popcorn.
Prese a riordinare la scrivania e gli scaffali della camera per ammazzare il tempo: i mille libri universitari, tutte le penne colorate per evidenziare e fare schemi, i cavi aggrovigliati del computer e i fogli di giornale degli articoli che le venivano pubblicati che teneva per ricordo erano solo alcune delle cose che occupavano la stanza completamente a soqquadro.

Non riuscì a terminare che suonò il campanello.
Giada prese la borsetta e si precipitò alla porta, salutando Pepe con un bacio volante promettendogli che sarebbe stata a casa in un paio d'ore, tre al massimo.

Uscì e raggiunse la macchina grigia che ormai conosceva bene, quindi aprì lo sportello per salirvi.

«Ciao!» esclamò in un grande sorriso non appena richiuse la portiera e guardò Matteo.
Sì, doveva ammetterlo, le era mancato.

«Buonasera! Ti vedo bene, - osservò il ragazzo gettandole uno sguardo prima di mettere la freccia ed immettersi sulla carreggiata che portava fuori dalla via interna e portava su Viale Vittorio Emanuele II - lo studio non ti ha ancora ingrossato il cervello.»

«No, ancora no. E tu, gli allenamenti non ti hanno ancora ucciso.» ribattè lei.

«No, ancora no. - fece Matteo, citando la ragazza - Ho prenotato per Age of Ultron, ti piace?»

Giada sorrise.
«È uno dei miei preferiti.»

Chiacchierando giunsero al cinema, ed entrarono presentando la prenotazione.
Presero al bancone una porzione grande di popcorn da mangiare insieme, quindi si recarono in sala pronti per il film. Ovviamente, com'era abituata lei, Giada iniziò a sgranocchiare popcorn prima ancora che iniziasse la proiezione, e la consolò vedere che anche Matteo stava facendo lo stesso.

La sala si era riempita abbastanza quando il film cominciò, e Giada si mise comoda ad osservare quella pellicola che aveva visto almeno una ventina di volte.
Durante la proiezione, più volte Matteo si sporgeva verso di lei per fare i commenti, oppure era la ragazza stessa a dargli di gomito e sussurrare qualche battuta ironica.

Verso metà film Giada si prese la libertà di appoggiare la testa sulla spalla di Matteo, e il giovane accolse la cosa allungando il braccio destro vicino alla testa della giovane per attorcigliarsi i suoi capelli attorno alle dita.

Quando il film terminò e le luci si riaccesero, Giada scoprì di non volere alzarsi dalla poltrona per andare via, tuttavia fu costretta.
Sollevò il capo dalla spalla di Matteo e lo guardò alzarsi in piedi e stiracchiarsi, quindi fece ugualmente.
Commentarono il film mentre, in automobile, si dirigevano verso casa della studentessa.

«Dai, l'altra volta hai rifiutato, stavolta però la tisana la prendi?» chiese Giada, la cui richiesta velata al calciatore era di entrare in casa sua.

Lui annuì.
«Va bene, come preferisci.» disse, accostando meglio la vettura al cancellino di casa per sostare lì.

Scesero dall'auto e Giada fece strada, aprendo la porta e poi richiudendola a chiave, vista la tarda ora, una volta che i due furono dentro casa.
Pepe venne ad accoglierli, poi stanco si recò nuovamente nella sua cuccetta mentre i due ragazzi si avviarono verso la cucina.

La ragazza prese dallo scaffale una scatola in legno contenente tutti gli infusi.
«Guarda pure che gusto vuoi, nel frattempo metto su l'acqua...» iniziò, ma Matteo la interruppe.

𝐅𝐀𝐕𝐎𝐋𝐄 || Matteo Pessina (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora