𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐝𝐢𝐜𝐢

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giadasartorii_ ha pubblicato una storia.

«𝗦appiamo tutti perché sei così stanca

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«𝗦appiamo tutti perché sei così stanca... non hai chiuso occhio stanotte, mh?»

Giada e i suoi amici erano seduti al tavolo della mensa, consumando il loro pasto prima dell'ultima lezione della giornata. Inutile dire che alla ragazza stava ciondolando la testa da tutte le parti sin dal primo mattino, complice le poche ore dormite quella notte, per un particolare motivo chiamato Matteo.

«Ma si può sapere allora che rapporto avete? Nel senso, so che avete quel rapporto, ma poi...?» domandò Christell infilzando la sua insalata.
Era desiderosa di saperne di più sulla nuova frequentazione di Giada, come tutti i suoi amici del resto.

Giada fece spallucce tagliuzzando distrattamente la bistecca nel suo piatto.
«Non so, io sto bene con lui, ed evidentemente lui sta bene con me, ma non abbiamo ancora affrontato il discorso... forse perchè so che farlo mi rivelerebbe che mi sto illudendo, e quindi rimando il più possibile l'argomento.»

Davide fece l'espressione tipica di quanto stava per sparare una cazzata. E infatti, versandosi tranquillamente l'acqua nel bicchiere, commentò:
«Comunque, diventerei gay solo per farmelo pure io.»

Per poco Giada non si strozzò.
«Davide! - strillò, in coro con Mariasole. Gli rifilò una gomitata nelle costole, e capì di avergliela data un po' forte dal gemito di dolore che emise in seguito - Sei proprio un cretino.»

«Ti sembrava una cosa da dire dopo le sue paranoie, proprio adesso?» rincarò la dose la rossa.

«Volevo solo stemperare la tensione. - si difese il toscano, sotto lo sguardo completamente allibito di Noah, che probabilmente si stava ancora chiedendo come diavolo avesse fatto a finire in quel gruppo di disadattati - Cosa vuoi che ti dica, altrimenti? Se ti aspetti che ti tranquillizzi, sono quello meno bravo a farlo ma sappi che non ne hai bisogno. Non ti stai illudendo, sta probabile facendo chiarezza con sè stesso anche lui.»

«La gente non ci trova alcun gusto a farti soffrire, G.» aggiunse anche Noah.

Giada annuì, prima di controllare l'orologio e raccattare lo zaino.
«Ho lezione di tedesco ora, ci vediamo... non lo so, prima o poi.» disse, mandando loro un bacio volante e iniziando a incamminarsi verso l'aula.

Ascoltò a malapena ciò che stava dicendo il docente - era già un'impresa rimanere sveglia - e quando l'ora terminò si recò finalmente a casa.
Passò un po' tempo con Pepe, includendolo nelle sue teorie complottistiche riguardo la serie TV che stava guardando, e verso sera si preparò per andare al Botticelli, sperando di non incontrare soggetti come quelli dell'ultima volta ma clienti abituali o per lo meno garbati e non irriguardosi.

Fu così, e quindi quelle tre, quattro ore circa di servizio - le permisero di andarsene verso le undici, visto che avrebbe servito anche il giorno successivo - furono anche piuttosto divertenti, rilassanti poichè si perdeva ad ascoltare i discorsi nei quali i clienti la includevano senza alcun motivo, solo per conversare; a chiacchierare con qualcuno che si avvicinava al bancone per un aperitivo; a commentare insieme alle colleghe durante i momenti morti i look con i quali certe persone si presentavano nel bar.

𝐅𝐀𝐕𝐎𝐋𝐄 || Matteo Pessina (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora