•1 - Odiami.

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Probabilmente è da un mese che sto mettendo Seoul a soqquadro per trovare chi ha piazzato la bomba nel Red Bullet.
Ed è da un mese che io e Taehyung ci trattiamo come due estranei, ci troviamo la mattina al locale e torniamo a casa, ognuno per conto proprio alla chiusura di sera.
Siamo due colleghi...no, siamo due coglioni. Siamo proprio due grandi coglioni, ma stiamo facendo di tutto per convincerci di odiarci.

«Hai controllato gli incassi di venerdì?» Chiede, risvegliandomi dai miei pensieri.
«87467991₩, non è male» dico, appuntandolo sul foglio di carta. «No, per niente.»
Sospira, toccandosi lo stomaco così deglutisco.
Sono veramente preoccupato per la sua salute, si è rimesso a lavoro solo due giorni dopo che è stato dimesso dall'ospedale.

«Dovresti evitare di sforzarti troppo, se vuoi, oggi chiudo io» spiego.
Alza gli occhi su di me, «sei carino ma non devi preoccuparti, sto bene.»
Stringo le labbra e scuoto la testa. «Dovresti ascoltarmi per una volta, invece di fare sempre per testa tua.»
«Sai, se dici così, potrei pensare che tieni a me molto più di quanto vuoi farmi credere.»

Appoggio la penna sul block notes. «E se anche fosse?» Gli chiedo, a bassa voce.
«Sei stato tu a lasciarmi» dice, seriamente.
«E sei sempre stato a tu a piangere quando mi hai visto sveglio in ospedale.»

Arrossisco, deglutendo a fatica, senza sapere cosa dire.

Un mese prima

Butto la sigaretta a terra e la pesto, prima di entrare in ospedale.
Questa sensazione che sento al petto, non si decide a sparire e presto ne sarò totalmente sopraffatto.
Sapevo che sarebbe stato la mia rovina, che l'amore mi avrebbe rovinato la mia vita ma sono stato così stupido da rincorrerlo senza pensare alle conseguenze.

Appoggio la testa contro al metallo dell'ascensore mi guardo allo specchio, per poi scuotere la testa.

Dovrei fingere meglio che non m'importi niente di lui, sicuramente andare nella sua stanza di ospedale due volte ogni giorno non è un buon modo per convincere il mio cuore a scacciarlo.

Ogni tentativo è stato completamente inutile.
Io che sono sempre fuggito dall'idea di far diventare qualcuno il mio tutto, ci sono caduto e non riesco ad uscirne.
Lui è il mio tutto, lo è sempre stato da quando ho capito di amarlo.
Taehyung è il mio fottuto punto di riferimento per ogni maledetta cosa e sapere che potrebbe non svegliarsi più, mi uccide dentro.

Ho bisogno di lui per stare in piedi, come se fosse il mio bastone d'appoggio, come se mi stesse insegnando a camminare...beh, probabilmente lo sta facendo.
Mi stava insegnando a vivere e non è da tutti, dover imparare a farlo. È faticoso, ma ci stavo riuscendo.

Ci stavo riuscendo nonostante tutte le difficoltà che ho incontrato sulla mia strada.
Taehyung non deve andarsene, non può farlo senza prima avermi preso la mano. Se deve crollare, dovrà portarmi giù con lui.

Perché mentre mi insegnava ad amarmi, io imparavo ad amarlo. Ed amare qualcuno non è facile, soprattutto per persone come me, che hanno sempre chiuso il loro cuore a tutti e all'improvviso si ritrovano innamorati di un uomo che fino a qualche giorno prima credevano di odiare.

Già, sarebbe più semplice se fossi in grado di odiarlo come odiavo l'idea dell'amore.
Perché proprio lui? Dannazione, perché tra tutti gli uomini presenti al mondo, dev'essere proprio lui?

Mi fermo sulla soglia della porta e prendo un respiro profondo, ma prima di entrare congelo ogni mio movimento e mi nascondo appoggiando la schiena contro al muro.
Poso una mano sulla bocca, piangendo senza che le lacrime possano fermarsi.

«Dio, ti ringrazio» sussurro, con il fiato in gola.

Adesso però, c'è un altro problema: cosa faccio ora? Entro? Resto fuori? Me ne vado?
La risposta non tarda ad arrivare, non appena l'infermiera che l'ha seguito decide di dire il mio nome con voce un po' troppo alta, che sicuramente l'avranno sentita anche in Europa.

«Jungkook! Che ci fai lì fermo?!»
Scuoto la testa, ma lei afferra la mia mano e mi trascina nella sua stanza.
Lui posa gli occhi su di me, sorpreso e ingoia un groppo.

«Due secondi che cambio la flebo e poi vi lascio soli.»
La prego con lo sguardo di non farlo, ma lei mi fa l'occhiolino e dopo aver cambiato la flebo esce, lasciandoci soli.

«Tieni» dice, porgendomi un fazzoletto. «Stai piangendo.»
Arrossisco e lo afferro, per poi asciugarmi il viso e soffiarmi il naso.
«Allora....come stai?» Gli chiedo, restando in piedi. Lui sospira e mi fa cenno di sedermi sul bordo laterale del letto.

Lo faccio, con una morsa allo stomaco. Mi guarda negli occhi, seriamente.

«Suppongo bene» sussurro. «Sto benissimo.»
Annuisco, guardando in basso.
Mi lecco le labbra e poso gli occhi su di lui, poi all'improvviso il mio corpo viene mosso dal cosidetto impulso chiamato:"l'uomo che ami è vivo!", e così faccio unire le nostre labbra, posando le mani sulle sue guance.

Stringe i miei fianchi e lecca la mia bocca, così la dischiudo permettendo alle nostre lingue di scontrarsi insieme creando un bacio bisognoso.

Una lacrima torna a rigare la mia guancia e mi allontano, poi sfioro le sue labbra con le dita e sorrido. «Mi dispiace» sussurro. «Sono veramente cretino...quindi...n-non so nemmeno perché l'ho fatto, n-no, cioè lo so ma-»
«Shh» sussurra, accarezzando la mia guancia.
«Un bacio non dovrebbe avere mai bisogno di essere spiegato, piccolo.»

Ingoio un groppo e mi alzo. «Ora devo andare.»
«Aspetta» afferra la mia mano e scuote la testa, con gli occhi di chi vorrebbe avere qualcuno vicino. «Lo so che mi odi» dice, «ma allora rispondi a una domanda: chi ti amerà così? Come faccio io. Nessuno potrà mai amarti più o come ti amo io, Jungkook. Nessuno.»
R

esto immobile. Probabilmente ha ragione, anzi, sono sicuro che abbia ragione ma...è impossibile sotto ogni punto di vista.
«Ti ho dato tutto, Jungkook. Ogni cosa che mi appartenesse te l'ho data, quindi adesso perché mi ripugni in questo modo? Cos'ho fatto per meritarmi il tuo disgusto?»

Io non provo disgusto per te, come potrei?
Prendo un respiro profondo. «No, Taehyung, tu non mi disgusti. Affatto. Tu...tu sei il motivo per cui sono diventato così debole e odio esserlo.»
«Tu sei tutto, tranne che debole.»

Mi lecco le labbra e sospiro, portando le braccia al petto. «Ho bisogno di pensare.»
«Non hai bisogno di pensarci, sappiamo entrambi cosa provi per me, altrimenti non saresti qui.»

«Devo andare» sussurro. «Cerca di rimetterti.»

[...]

Non pensavo che si sarebbe rimesso a lavoro così presto e adesso, sono incapace di guardarlo in faccia.
Quella conversazione è la nostra ultima forma di vicinanza che non sia per il lavoro.

«Dio, Jungkook, smettila di arrossire» sospira, passandosi una mano tra i capelli. «Così davvero non riuscirai a farti odiare da me.»
«Come posso farlo?» Sussurro. Alza il mio mento e mi guarda negli occhi. «Piccolo, tu non puoi. Io non posso odiarti, quindi facci pace.»

Mi lecco le labbra, sentendo gli occhi lucidi e le guance rosse sotto il suo tocco.
Sono proprio un ragazzino.
«Smettila» sibila, «non stai riuscendo a farti odiare, quindi vuoi farmi impazzire?»
Spinge il mio corpo contro al muro e stringe i miei fianchi, appoggio le mani sul suo petto mentre i nostri visi si sfiorano.

«Odiami, Taehyung» sussurro, stringendo le sue spalle. «Ti supplico, odiami.»
Stringe i denti. «Ti odio» dice, a bassa voce, sfiorando la mia bocca con la sua.
«Ti odio da morire.»
Annuisco, circondando il suo collo con le braccia e infilando le dita tra i suoi capelli.
«Ti odio da morire anche io» sussurro.

Fa unire le nostre labbra, infilando la lingua nella mia bocca, facendomi mugolare.
Inchiodo le gambe ai suoi fianchi e ricambio il bacio, con il respiro pesante.

«Ti odio» sussurro. Si allontana e morde il mio labbro inferiore. «Non hai la minima idea di quanto io ti odi, piccolo.»

Lo guardo negli occhi, che mi stanno dicendo:"non hai la minima idea di quanto io ti ami, piccolo".
«Nemmeno tu» sussurro.

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin