•7 - Bugie d'amore.

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Sospiro, massaggiandomi le tempie. Non vorrei mentirgli ma la polizia sta cercando me, non lui.
Se dovessero collegarlo a me e scoprire chi è, finirebbe in carcere. Devo risolvere questa situazione da solo, per una volta, voglio riuscire a cavarmela senza il suo aiuto.

«Dovrebbe essere tutto sistemato entro dopodomani» dice, Lisa, sedendosi di fronte a me.
«Ne sei sicuro?»
«Per tutti sei a Caracas» spiega, con un sorrisetto. «A sorseggiare drink, a ballare con i venezuelani e soprattutto senza sapere di essere un ricercato.»

«Ti ringrazio.»
«Figurati, i bambini buoni non dovrebbero finire dietro alla sbarre con i porci di Gangnam» dice. «I porci di Gangnam?»
«Sì, i ricchi corrotti finiti in carcere. Tutto loro cercano nei ragazzi come te, una puttana da scoparsi.»
Deglutisco e scuoto la testa. «In ogni caso, non dovrò preoccuparmi di loro. In fondo, sono in Venezuela.»

Ridacchia, diverita. «Sta attento, zuccherino, hai più nemici tu che qualsiasi criminale di alto rango. I suoi nemici, sono i tuoi. Cerca di ricordartelo.»
Si alza e sospira, per poi farmi un sorriso.
«Divertiti.»

Appena se ne va, guardo in basso. Lei ha ragione, per questo non voglio coinvolgerlo.
Quella volta, ho davvero pensato di non rivederlo più e non voglio provare ancora la stessa sensazione.

La giornata passa velocemente, tra il locale e i miei pensieri fissi.

Mi stiracchio ed appoggio i fogli sulla scrivania. «Hai ancora molto da fare?»
Alza gli occhi su di me, togliendo la sigaretta dalla bocca. «Ho quasi finito.»
«Penso che andrò a casa» spiego, prendendo la giacca.

«A casa tua o a casa mia?» Domanda, con un sorrisetto sulle labbra. Sospiro, facendo spallucce. «Mia, amore, mia» rispondo, per poi uscire dal suo ufficio.

[...]

Apro la porta di casa e accendo la luce. Era da un po' che non tornavo qui, ho passato molto tempo a casa di Taehyung nell'ultimo periodo.

Appoggio le cose sul divano e raggiungo il bagno, per farmi una doccia.
Appena il mio corpo, viene bagnato dall'acqua calda i miei muscoli si rilassano e la mia mente si svuota.

È incredibilmente tranquillo, vorrei non avere più nessun tipo di preoccupazioni.
Non dovrei averne, visto che per tutti sono a Caracas ma qualcosa, non mi convince e anche se Taehyung non vuole, voglio scoprire di più su chi ha messo la bomba nel Red Bullet.

Afferro un asciugamano e vado in camera, prendendo una felpa e dei boxer che indosso.
Mi asciugo i capelli e mi guardo allo specchio per qualche istante; sono davvero pessimo a mentirgli su tutto ciò. Soprattutto che sto usando la sua identità per scoprire chi ha provato ad ucciderlo.

Sospiro e torno in sala. «Finalmente.»

Sussulto, appoggiando una mano sul cuore e riprendendo fiato mentre lo guardo.
«C-come...oh Dio, non sento il battito.»
Ridacchia, guardandomi divertito.

«Sei proprio un coglione» dico, assottigliando gli occhi, «potrei chiamare la polizia per essere entrato in casa mia, che poi, come hai fatto?»
«Con le chiavi che tu hai lasciato al locale.»

Sospiro, portando le braccia al petto.
Lui schiocca la lingua e percorre il mio corpo con gli occhi. «Devo pensare che mi stavi aspettando?» Chiede, camminando verso di me.
Roteo gli occhi. «Al contrario, speravo di non vederti.»

Ridacchia e afferra i miei fianchi, facendo scontrare i nostri corpi. «Sul serio?» Chiede, sfiorando il mio collo con le labbra.
«Puoi esserne sicuro» dico.

Si allontana e mi guarda negli occhi, mentre mi mordo il labbro inferiore.
«Mi farai impazzire.»
Sorrido, divertito e salto su di lui legando le gambe dietro alla sua schiena.
«L'ho già fatto» sussurro, stringendo i suoi capelli con le dita.

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Where stories live. Discover now