•22 - Qualcosa di troppo oscuro.

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JUNGKOOK

Mordicchio la gomma della matita, mentre cerco di concentrarmi sui fogli per gli incassi del locali.
«Yurin, va forte» dice, entrando nell'ufficio.
«Sì, è molto brava» rispondo.

Si avvicina alla vetrata e porta una sigaretta tra le labbra, l'accende e fa un tiro.
Appoggio i fogli, scuotendo la testa.

«Sono stanco» sospiro. «Dovresti tornare a casa allora.»
«Intendevo di leggere i fogli» dico.

Posa gli occhi su di me, «allora, non leggere i fogli.»
Ridacchio, leccandomi le labbra.
«D'accordo» dico, alzandomi e appoggiando la spalla contro alla vetrata per guardarlo negli occhi. «Tu non sei stanco?»
«Sto bene» risponde, buttando fuori il fumo.

Afferro la sigaretta e faccio un tiro, per poi spegnerla. «Carino» sospira, roteando gli occhi.
«Lo so» ribatto. Inclina la testa di lato e infila le mani in tasca, poi si siede sul divano, prendendo il pc.

Resto stupefatto per qualche istante. Appoggio la schiena contro alla scrivania e mi sbottono leggermente la camicetta.
«Dovresti riposare» dico. Scuote la testa.
Mi mordo il labbro e cammino verso di lui, gli tolgo il pc, lo chiudo e mi metto a cavalcioni su di lui. «Io credo di sì.»

Avvicino le labbra al suo orecchio. «Voglio solo scopare tutta la notte» sussurro.
Faccio un sorrisetto, mentre lo guardo e muovo i fianchi contro di lui.
«Sai, piccolo, ho sempre avuto un sogno da quando sto con te» spiega. «Che cosa?»
«Vederti fare lo stripper.»

Ridacchio. «Fallo adesso.»
Mi alzo e lo guardo per qualche istante, per poi iniziare ad ondeggiare il mio corpo.
Si lecca le labbra, sedendosi meglio.

Mi sbottono i pantaloni e lentamente li abbasso, fino a togliergli.
«Le mie amiche» sussurra, guardando il mio intimo.

Mi metto a cavalcioni su di lui e sospiro, muovendo i fianchi contro di lui.
Appoggio le mani sulle sue guance, con i miei movimenti lenti e sensuali.
«Dio, gli uomini ti salterebbero addosso.»
Percorre il mio fianco con un dito, facendomi rabbrividire.

Avvicino il mio viso al suo, circondando il suo collo con le braccia e stringendo i suoi capelli.
«A me basta che un solo uomo mi salti addosso» sussurro, sfiorando le sue labbra con le mie. «Il mio uomo.»

«Il tuo uomo è piuttosto fortunato» dice, cercando di baciarmi ma io mi scanso e ridacchio. «Lo è.»
Sorride, divertito. Raggiungo il lembo della sua maglietta e gliela sfilo, buttandola a terra con i miei pantaloni.

Respiro pesantemente, appena avvicina le labbra al mio collo.
Stringe le mie natiche, mordendo la mia pelle e leccandola. Sbottona la mia camicia e la lascia cadere lungo le mie spalle.

Stringo le sue guance, tenendo le mie gambe attorno alla sua vita. Fa unire le nostre labbra e infila la lingua nella mia bocca.
Tiro le ciocche dei suoi capelli, mentre ricambio il bacio.

Mi fa sdraiare sul divano e alza le mie gambe per starci in mezzo.
Si abbassa e percorre il mio interno coscia con le labbra. Stringo le labbra con i denti, appena mi sfila l'intimo e posa la bocca sulla mia intimità.

Stringo i suoi capelli, inarcando la sua schiena.
«Porca puttana, piccolo» dice, alzandosi.
Lo guardo negli occhi e allungo le mani sulla cintura dei suoi pantaloni, la slaccio velocemente e abbasso la cerniera.
Tira fuori la sua intimità ed entra in me, facendomi gemere ad alta voce.

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Where stories live. Discover now