•5 - Puttanella Invidiosa.

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Gli affari, vanno veramente alla grande. Incassiamo moltissimi soldi ogni maledetta sera e così, stiamo diventando il locale notturno più conosciuto di Gangnam.
Il nostro City of Sins, la nostra città dei peccati.

«Ehi, Jae, stasera riesci a restare fino alla chiusura? Kyu è malato» spiego, appoggiando le mani sul bancone. «Nessun problema, a patto che Jaena, resti» dice a bassa voce, mentre indica la cameriera.
Ridacchio. «Lei ti piace, vero?»
«Hai visto che schianto?»

Mi giro e guardo la ragazza, che sta lavando i tavoli. «Jaena, puoi venire qui?»
Lei mi guarda confusa, poi si avvicina.
«Cosa succede?»
«Riesci a fermarti fino alla chiusura?» Le chiedo. «Sì, non c'è problema» fa spallucce e io sorrido.

«Grazie, ragazzi, mi avete salvato!» Esclamo, contento. «Ultimamente sta girando l'influenza, penso che non ci saranno molte persone stasera» sospira, Jaesook. «Gli incassi vanno alla grande, possiamo permetterci una serata no» dico, guardando il foglio che tengo in mano.

«Ecco dov'eri.»
Mi giro e guardo Taehyung, che mi raggiunge.
«Kyu è malato, Jae farà il doppio turno insieme a Jaena» spiego, semplicemente e lui annuisce.
«Non vi pesa?»
«Affatto, più lontano da casa sto, meglio è.»

La famiglia di Jaena è piuttosto complicata, quindi capisco la sua voglia di staccarsi da loro.

Alcuni dei ragazzi entrano dalla porta e ci raggiungono. «Minjae e Yangjae sono malati.»
Sospiro, rivolgendo un'occhiata a Taehyung che fa spallucce. «Non possiamo farci molto, stasera andrà come andrà.»

Il City of Sins, è come una grande famiglia. Ha dato l'occasione a molti ragazzi di essere se stessi, di esprimersi senza venire usati.
Ha dato a una casa a chi è stato rifiutato, un lavoro a chi l'ha perso.
Io e Taehyung, stiamo facendo un ottimo lavoro con questo posto.

È il nostro nido. Il luogo che mi ha regalato, mettendo come insegna il nome del locale, inciso in due ali neri.
Nere come quelle dell'angelo della morte, come le mie.
Le ali che lui mi ha insegnato ad usare, facendomi capire che non importa che di colore siano, finché non mi fanno cadere.

Mi ha insegnato ad amarmi per quello che sono, ad amare l'oscurità che c'è in me e di questo gli sono grato.

«A proposito, venerdì io e Jungkook andiamo ad un party quindi non ci saremo» spiega e io aggrotto le sopracciglia, mentre lo guardo confuso. «Che party?»
«A casa dei Park.»
Inclino la testa di lato, portando le braccia al petto. Questo vuol dire solo una cosa: Minseok.

«Io non ci vengo.»

[...]

Sospiro, guardando fuori dal finestrino. «Dimmi ancora come mi sono lasciato convincere» dico, con un sospiro. «Credo che fosse mentre ti stavo scopando contro al muro del locale, no?»

«Allora vieni con me?»
Respiro pesantemente e stringo le sue guance.
«S-sì.»

Alzo di scatto la testa e lo guardo. «Io non parlavo del party!» Esclamo, con gli occhi sgranati. «È stata la domanda giusta, fatta al momento giusto. Tecnicamente potevi interpretarla in due modi.»
«Oh no, affatto. Quando stai scopando e ti dicono "vieni con me", puoi interpretarla solo in un modo.»

Porto le braccia al petto. «Mi hai ingannato.»
Ridacchia, divertito. «Andiamo, piccolo, non prendertela ma altrimenti sapevo che non saresti mai venuto.»
«E per una buona ragione che si chiama: Park Minseok, l'ex snob del tuo uomo» sospiro.
«Basta che stavolta non gli punti un coltello alla gola...»

Guarda la mia coscia e io roteo gli occhi, togliendo il pugnale dal fodero e mettendolo sul cruscotto. «La pistola.»
«Quella non ce l'ho» rispondo. «Kookie...»
«Davvero, Tae! L'ho lasciata a casa tua, me la sono dimenticato sul letto.»

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang