•18 - Gli angeli custodi dei peccati.

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JUNGKOOK

Mi tiro giù la maglietta di Taehyung, che addosso mentre scendo le scale.
Raggiungo il bancone della cucina e inizio a fare il caffé.

Sento la porta aprirsi, così alzo lo sguardo.
«Signorino Jeon» dice, Cha sorpreso. «Buongiorno, Cha» gli sorrido. «Vuole caffé?»
«No, grazie.»

Annuisco, prendendo due tazze. «Il signor Kim, dorme ancora?» Mi domanda. «Sì.»
Lo guardo per qualche istante e porto le braccia al petto. «Allora aspetterò» risponde, per poi sforzarmi un sorriso.

«Si tratta di qualcosa di importante?»
«Sì, direi di sì.»
Verso il caffé in una tazza e inizio a berlo. «Immagino che non possa dirmela, vero?»
«Mi dispiace.»

Sospiro, grattandomi il collo e annuisco.
Vorrei che Taehyung, fosse sincero con me e mi dicesse per quale motivo, lo vogliono morto.
Io ho sbagliato a mentirgli, ma lui sta sbagliando a non confidarsi con me.

«Così, lei e il signor Kim, state di nuovo insieme.»
Faccio un piccolo sorriso. «Sì.»
«Ne sono contento, signorino. Taehyung stava iniziando a diventare ingestibile» spiega, con un sospiro. Ridacchio, facendo spallucce.

«Sa, ho visto molti ragazzi entrare ed uscire dalla sua stanza e beh, dal suo letto, ma nessuno di questi era durato di più. Invece, lui non potrebbe stare senza di lei. Ha fatto qualcosa di strabiliante al suo cuore, Jungkook, qualcosa che nessuno prima dei lei, era riuscito a fare.»

Stringo le labbra, con le guance leggermente rosse. «Lei crede?»
«Sì, lo credo.»

Appena sento dei passi, alzo lo sguardo e sorrido. «Wow, siete tutti e due qui» dice, camminando verso di me.
Mi stampa un bacio sulle labbra, per poi prendere la tazza di caffé. «Buongiorno, Kyungmin, devi dirmi qualcosa?»
Cha, annuisce. «Riguarda...» lascia la frase in sospeso e Taehyung aggrotta le sopracciglia.

«Capisco. Aspettami nel mio ufficio.»

Appena Cha, se ne va, lui mi guarda. «Tu puoi andare al locale, se vuoi, non c'è bisogno che mi aspetti. Ci metterò un po'» spiega, posando una mano sulla mia guancia.
Stringo le labbra e annuisco. «D'accordo.»

«Stasera usciamo a cena, quindi vestiti carino.»
Lo guardo confuso e lui mi fa un sorrisetto, per poi andarsene.

[...]

Entro nel C.o.S, con un sospiro. «Ciao, ragazzi.»
«Jungkook, eccoti!» Esclama, Jaesook.
«Che succede?» Domando, confuso, dalla sua espressione preoccupata.

Indica con la testa, un divanetto, dove ci sono due uomini e una donna. «È mattina, Jae, perché siamo aperti?» Gli chiedo.
«Dicono di essere amici di Taehyung.»

Mi lecco le labbra, annuendo. Stringo i denti, appeno capisco che la preoccupazione di Jae riguarda i due porci, che stanno cercando di provarci con lei.

«Scusate» dico, una volta raggiunti. «Apriamo alle ventidue, siete un po' in anticipo» spiego, portando la braccia al petto.
I loro sguardi si posano su di me. «Questo stronzo lavora per te?» Mi chiede, uno dei due, indicando la donna.
Inclino la testa di lato. «Questo? Di che state parlando?»
«Del travestito.»

La guardo e lei deglutisce, guardando in basso.
Oh mio Dio. «Dovete andarvene, signori.»
«Non credo che tu abbia il diritto di cacciarci.»
Sospiro, roteando gli occhi. «Sì, invece. Questo locale è mio e voi siete sgraditi qui dentro.»

Uno dei due, si alza, guardandomi dall'alto in basso e piega le labbra in un sorrisetto.
«Tu sei la troia di Taehyung, non è vero?»
«Non ve lo ripeterò ancora. Andatevene dal mio locale, stronzi.»

Mi lecco le labbra e afferro la pistola. Loro due sgranano gli occhi. «Non fatemi usare le cattive, odio sporcarmi le mani inutilmente.»
«D'accordo, d'accordo» dice, alzando le mani. «Ce ne andiamo.»

Appena escono dal locale, metto via la pistola. «Stai bene?» Le chiedo. Annuisce. «Di cos'hai bisogno?»
«Mi hanno detto che...qui, prendete casi disperati e che aiutate gli emarginati a brillare. Così, mi chiedevo, se...potevate prendere anche me.»

Sorrido e le fanno cenno di seguirmi. «Vieni con me.»
Entriamo nell'ufficio e la faccio sedere sul divano. «Per quale posto sei venuta?»
«Io canto» risponde.

«D'accordo, non credo ci siano molti problemi. Il mio ragazzo, arriverà a breve ma penso che lui la pensi come me» spiego.
Le si illuminano gli occhi. «Grazie...anche per prima, sei stato iconico con quei due.»
«Sì, diciamo che ho imparato a prendere gli uomini per le palle» dico, ridacchiando.

«Sono Jungkook» spiego, porgendole la mano. «Io Yurin» risponde, stringendola.

«Kookie, hai controll-»
Lui si blocca, confuso. «Tae, lei è Yurin, la cantante» gli dico, indicandola.
Mi raggiunge e le sorride. «Molto piacere. Jungkook, ti ha già spiegato tutto?»
«Stavo per arrivarci» dico.

«Ci tengo a dirvi, che vi ringrazio davvero tanto per avermi presa» dice, congiungendo le mani. «Siete i primi che non mi sputano addosso.»
Stringo le labbra e sospiro. «Qui sei al sicuro. Qui tutti diventano unici e nessuno viene escluso, quindi da oggi, questa è la tua casa.»
«Esatto. Staccati dalle cose tristi e vedrai che qui, nessuno ti sputerà addosso» aggiunge, Tae.

Lei si alza e sorride. «Ho sentito parlare molto di voi due...da dove vengo io, vi chiamano gli angeli custodi dei peccati» spiega, poi fa spallucce. «Volevo conoscervi e...hanno ragione, siete fantastici.»

Taehyung, circonda la mia vita con un braccio e io lo guardo con un sorriso. «Tutti voi siete fantastici, Yurin.»

Siamo gli angeli custodi di tutti i peccati: prostitute, omosessuali, transessuali.
Il City of Sins, è il nostro piccolo grande regno dove tutti questi peccati, non esistono più e le persone possono essere ciò che vogliono, senza essere insultati, picchiati, umiliati...

Appena lei se ne va, io mi avvicino alla vetrata e guardo fuori.
«Cosa c'è?» Chiede, avvicinandosi a me.
«Stavo pensando a quello che ha detto Yurin.»
Si appoggia contro al muro e mi guarda.
«Noi stiamo davvero facendo qualcosa di buono?» Gli chiedo.
«Perché stenti a crederlo?»

Faccio spallucce. «Non pensavo che da due persone cattive, potesse nascere qualcosa di buono» rispondo. «Abbiamo creato il nostro posto speciale, dove tutti possono essere se stessi. Magari noi due non saremmo buoni, anzi...non lo siamo ma, questo, il City of Sins, è la cosa migliore che potessimo fare insieme. Sai bene, quanto me, che è molto più di un semplice nightclub.»

Sorrido, annuendo. «A modo suo, ha aiutato anche me» dico. «Gli stripper, i cantanti, il DJ, il barista, i bodyguards, i camerieri...sono tutti fieri di lavorare qui. Di lavorare per noi, Kookie.»

Circonda la mia vita con le braccia, mentre mi abbraccia da dietro. Appoggio le mani sulle sue, guardando la città.

«Non importa di che colore siano le tue ali, finché non ti fanno cadere» dice, «finché ti fanno volare in alto.»

Me lo ripete in continuazione e so che ha ragione.
«Siamo due figli di puttana» sussurro. Lui ridacchia e avvicina le labbra al mio orecchio.
«Due grandi figli di puttana, piccolo. Nessuno è al nostro livello.»
La sua voce, mi fa nascere un brivido che percorre tutta la mia spina dorsale ed esce dalla mia bocca, sotto forma di ansimo.

Mi giro e appoggio le mani sul suo petto. «Dove mi porti, stasera?»
Prende il mio mento con il pollice e l'indice.
«È una sorpresa» risponde. Aggrotto le sopracciglia. «Ti basti sapere che è un posto per gente per bene, tranquillo e romantico.»
«Romantico?» Gli domando. «Beh, è anche un po' eccitante.»

Cerco di non ridere, scuotendo la testa. «Sei un caso disperato, amore» dico, colpendo il suo petto.
«Lo so.»

Avvicina le labbra alle mie e le fa unire. Circondo il suo collo con le braccia, mentre ricambio il bacio.
È tutto ciò che voglio.

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Where stories live. Discover now