•19 - Come gente per bene.

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Guardo le luci della città, che si muovono velocemente mentre lui guida in silenzio.
Penso di non essermi mai vestito così elegante, quindi dev'essere davvero un posto per ricconi.

Appena parcheggia, sbatte le palpebre confuso.
«Ti piace il teatro, vero?» Chiede, rivolgendomi un'occhiata. «Non lo so...non ci sono mai andato» rispondo, guardando l'edificio.
«Beh, c'è una prima volta per tutto.»

Mi sorride e mi porge la mano, che prendo e insieme raggiungiamo il teatro.
Dopo aver fatto vedere i biglietti, andiamo verso la sala e ci sediamo nelle file in alto.
Proprio quelle per ricconi.

«Che cosa guardiamo?» Gli chiedo.
«La Turandot.»
Aggrotto le sopracciglia e lui mi accarezza la guancia con il pollice. «Ti piacerà, piccolo.»

Non pensavo che fosse quel genere d'uomo a cui piace l'opera. Non me lo sarei immaginato che potesse piacergli il teatro e invece, nonostante tutto questo tempo, Tae continua a stupirmi. In positivo.

Sorrido, mentre lo guardo poi appena le luci si abbassano, presto attenzione allo spettacolo sul palco, lasciando da parte quello al mio fianco per qualche istante.

[...]

«È stato bellissimo!» Esclamo, camminando lungo il marciapiede per raggiungere il ristorante. «Guarda - mi fermo davanti a lui - ho ancora gli occhi lucidi» gli dico, per poi indicarli. Ridacchia e afferra la mia mano, riprendendo a camminare.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuto.»

Il mio cuore batte incredibilmente forte e sento un senso di calore nello stomaco.
Sono felice. Sono davvero felice.

«Sono rimasto sorpreso che ti piacciano questo tipo di cose» dico. «Il teatro?»
«Beh sì.»

«Ci andavo spesso con i miei genitori...in un certo senso, mi ricorda di loro» spiega, tenendo gli occhi fissi davanti a lui.
Stringo le labbra. «Il giorno in cui sono morti, stavamo andando a vedere proprio la Turandot.»

Mi fermo e abbasso lo sguardo. «Che hai?»
«Pensavo che...dev'essere stato orribile quel giorno per te» dico, scuotendo la testa.
Alza il mio viso, annuendo. «Sì, ma ormai è passato e soffrire, non li farà tornare da me.»

Resto ad osservare i suoi occhi che brillano, con una scintilla di malinconia che non riesce a nascondere.
Anche qualcuno come lui, riesce a provare malinconia e dolore. Il motivo per cui è così adesso, è proprio dovuto al dolore che ha passato.

Ma nonostante tutto, persino il diavolo una volta era un angelo.
È il Taehyung di adesso, l'uomo che amo ma non dubito il fatto, che sarei riuscito ad amare anche quello di qualche anno fa.

Entriamo nel ristorante e ci sediamo al tavolo.
Al centro c'è una pista da ballo, dove alcune coppie stanno danzando su delle note lente di una melodia classica.
È tutto così tranquillo.

«Signori.»
Alzo lo sguardo sul cameriere. «Due bistecche al sangue e una bottiglia del miglior vino della migliore annata.»
«Subito, signore.»

Appena lui se ne va, guardo il mio fidanzato.
«Anche la mia famiglia era ricca ma...non ho mai visto cose come questa! Sembra di stare sull'Olimpo» spiego, guardandomi attorno.
«Ce lo meritiamo, dopo tutto il lavoro che stiamo facendo al locale» dice.

«Vuoi ballare?»
«Cosa? E se ci vedessero?» Gli chiedo, scuotendo la testa. «La gente è spietata.»
Ridacchia, divertito. «Rimarrai sopreso da quanto l'alta società sia egocentrica.»

Mi porge la mano, guardandomi con un sorrisetto. Io mi mordo il labbro, guardo tutta la gente e sospiro afferrando la sua mano.
Al diavolo, non facciamo nulla di male.

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Where stories live. Discover now