•12 - Angioletto ribelle.

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«Devo incontrare un cliente ad un party» gli dico, mentre sta guardando il pc.
«Quale party?» Domanda, alzando gli occhi su di me. «Quello all'Hotel Gangnam» spiego.

Sospira, portando le braccia al petto. «Ci va anche Minseok.»
Aggrotto le sopracciglia. «E tu come lo sai?»
«Me l'ha detto.»
«Quando?»
«L'ho visto un paio di giorni fa.»

Mi lecco le labbra e scuoto la testa, incredulo alle sue parole. «Ma che bravo, Taehyung.»
Si alza, confuso. «Che ho fatto?»
Sa benissimo che quando lo chiamo "Taehyung", c'è qualcosa che non va e mi sorprende che ancora non abbia capito quale sia io problema.
«Lo sai benissimo» sibilo.

Ridacchia. «Perché l'ho visto? Davvero?»
Stringo i pugni, sentendo il sangue farsi più caldo nelle mie vene. «Sì, stronzo, davvero.»
«Dovresti smetterla di preoccuparti di lui.»

Cammino velocemente verso di lui, mentre lo guardo dritto negli occhi. «Te lo dirò chiaramente, visto che non capisci niente.»
Metto la mano sul cavallo dei suoi pantaloni, stringendo la presa. «Merda» sibila.
«Odio che un altro ragazzo sbavi dietro al tuo cazzo, d'accordo?»
Deglutisce, tenendo il suo sguardo fisso su di me. «Odio che quella troietta voglia farsi sbattere da te. Odio che faccia la troia con te. Odio sapere che lo vedi, nonostante tutto.»

Prendo il suo viso con una mano. «Odio che tu non capisca quando io detesti quella troia, perché sta cercando di portarti via da me.»
Mi allontano e scuoto la testa, per poi andare verso la porta ma lui afferra i miei fianchi e mi spinge contro al muro. Il suo respiro si posa sul mio collo, mentre tengo le mani contro alla parete.
«Ascoltami bene, piccolo. Noi due siamo unici, sai bene che sappiamo amarci come nessun altro e sì, scopiamo anche piuttosto bene e spesso quindi, cazzo, Minseok non è niente per me. È il niente mentre tu sei il mio fottuto tutto, d'accordo?»

Mi giro e poso le mani sulle mie guance. «Ripetilo...cosa sono per te?» Sussurro. Afferra le mie mani, mettendole sul suo petto e sul suo cuore. «Sei il mio tutto.»
Mi mordo il labbro. «Seriamente scopiamo troppo spesso» sospiro, facendolo ridere.
«Cioè, finiamo sempre per strapparci i vestiti» dico, posando le mani sulla sua cintura.

Faccio spallucce, «dovremmo smetterla di fare così tanto sesso.»
«Sì, hai ragione» risponde, stringendo i miei fianchi.
Fa unire le nostre labbra, facendomi mettere le gambe ai suoi fianchi.
Si siede sul divano, con me su di lui. Stringo i suoi capelli mentre le nostre lingue si rincorrono.
Gli sfilo la maglietta, mentre lui mi abbassa i jeans. «Sto ancora aspettando le mutandine.»

Faccio un sorrisetto. «Arriveranno quando meno te lo aspetti» spiego, a bassa voce, accarezzando le sue labbra.
«Puttana» sibila. Ghigno, leccando la sua bocca. «Puttana di classe» dico, soddisfatto.

Posa le labbra sul mio collo, mordendo la mia pelle e succhiando mentre slaccio la sua cintura e infilo la mano nei suoi boxer.
Avvicina due dita alla mia bocca, così le prendo tra le labbra per inumiderle dopo le infila nel mio intimo, avvicinandole alla mia entrata.

«Merda» sussurro, mentre massaggio la sua intimità. Morde il mio labbro inferiore, facendomi ridere.
Dischiudo le labbra, poi lecco il suo collo stringendo il suo petto.
Prende il mio viso con il pollice e l'indice e infila la lingua nella mia bocca, muovendo le dita dentro di me.
Ansimo, ricambiando il bacio.

«Chiedimelo, piccolo» sussurra. «Mh, fottimi.»

Toglie le dita, ma prima che possa togliermi i boxer qualcuno bussa alla porta.
«No, dio, non è vero» dico, roteando gli occhi.

«Taehyung? Jungkook?»
Sospiro, appoggiando la testa contro la spalla di Tae che ride a bassa voce.
«Cosa succede, Jae?» Domanda. Mi tolgo da lui mi sistemo i vestiti. Indossa la maglietta e va ad aprire. «C'è un tizio di là, Jungkook. Dice che vuole parlarti.»

ANGEL of DEATH 2                                                   City of Sins Where stories live. Discover now