capitolo 2

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POV HARRY

Sì, ho reagito così perché io ero qui per due fottuti coglioni che non avevano un cazzo da fare.
Ero consapevole che una volta entrati qui non si usciva più, ma lei non lo sapeva, ammetto che quella ragazza è molto timida e non sa molto di questo posto, anche perché lei non sembrava pazza o una criminale, poi l'ho vista tutta sola in quel tavolo e volevo mostrargli il lato buono di me e non fare il solito stronzo che sono. Katie era molto eccitante: bionda, occhi azzurri, abbastanza alta, magra, se non era rinchiusa in questo posto, avrei pensato che fosse una modella e portarla a letto sarebbe stata una grande conquista.

POV KATIE

Avevo chiesto alla guardia di chiamare una signora che mi avrebbe cambiato le lenzuola e le coperte del mio letto, e così fece, e la chiamò. Adesso sto aspettando che la signora finisca così che io possa ringraziarla e dopo farla uscire anche se volevo un po di compagnia, ma ero timida e non era da me fare amicizia così facilmente, a parte con Harry anche se non posso definirla amicizia, ci conosciamo a pena, e dopo la sua reazione di oggi credo che non sarà più così tanto facile di come pensavo a parlare con lui.

"Bene, io ho finito" disse la signora con un finto sorriso io lo ricambiai ma il mio era più sincero "beh l'ha ringrazio" e un altro sorriso si formò sulle mie labbra ma lei era gia uscita, sbattendo fortemente la porta e facendomi fare un saltino dallo spavento. Il mio letto non profumava di ammorbidente delle mie lenzuola di casa anzi, queste non odoravano, ma almeno non puzzavano come prima. Decisi però di sdraiarmi e dormire visto che domani avrei dovuto parlare con la psicologa e quindi mi devo preparare il mio grande discorso sul fatto che non centro nulla in questo posto.

*
La mattina mi svegliai meglio della scorsa volta, che ho dormito sul pavimento mentre questa notte su una specie di letto che cigolava in ogni movimento che facevo.
La guardia mi venì a prendere con la stessa delicatezza di sempre, ci incamminammo per i vari corridoi fino alla porta dell'infermeria, la guardia bussò e un lieve 'avanti' ci fece capire che io potevo entrare. "Ciao Katie, ti aspettavo sai?" Mi chiese e io mi limitai solo ad annuire "bene ora voglio che tu stia parlando con la tua migliore amica, devi raccontarmi tutto quello che ti turba e che senti dentro di te okay?" Annuì "il fatto è che io non c'entro nulla in questo posto, una ragazza che mi assomigliava è scappata dall'ospedale i cui era detenuta, e mentre io stavo camminando nella mia bella città mi presero, all'inizio non sapevo cosa stesse succedendo, ma poi mi portarono da una signora che mi disse che non dovevo più scappare e che mi avrebbero portato nell'ospedale più grande e più crudele che c'era e che suppongo che sia questo" presi una pausa e poi ricominciai a parlare "mentre quella donna mi stava parlando, fuori dalla finestra vidi una ragazza che mi fece un sorriso malizioso, in verità mi assomigliava molto ma non tanto da scambiarci, e dopo due secondo si mise a correre. Volevo dirlo alla signora che mi stava parlando ma non feci in tempo che mi portarono fuori, ma con qualcosa in più, delle manette" raccontare questa cosa mi fece male, mi ricordava tutto quello che è successo "mmh io lo sapevo" corrugai la fronte "cosa sapevi?" Chiesi leggermente turbata "che tu sei innocente, guardati sei troppo dolce e timida, non fa per te questo posto e si vede che non sei abituata a questi ambienti, mentre quella ragazza al posto tuo si sarebbe ambientata nel primo momento che la mettessero in cella" mi sorrise "quindi io quando potrei uscire?" chiesi con almeno un briciolo di speranza nella mia frase "tesoro io non saprei, qui tutto parla grazie alla signora Moore" annuì abbassando la testa e una lacrima bagno la divisa che indossavo.

Mi portarono in mensa e stavolta volevo stare sola e pensare ma Harry mi vide e venì verso di me. "Ciao" mi disse sedendomi "ciao" risposi in un sussurro e poi abbassai la testa "mi sto stufando a fare il ragazzo gentile con te lo sai?" Mi chiese e io alzai la testa pronta per la mia risposta "nessuno ti sta obbligando" dissi per poi abbassare di nuovo lo sguardo "Allora vaffanculo" mi disse e se ne andò e io ci rimasi male, nessuno mi aveva parlanto in questo modo ma non dissi nulla perché questo posto era una gabbia di matti e forse uno di quelli era proprio lui. Però non volevo rimanere proprio zitta e mentre lui si dirigeva nel suo tavolo isolato come il mio, parlai però alzando la voce per farmi sentire "non ti ho fatto nulla, ah e per tua informazione sei molto lunatico" si fermò quando parlai e si girò ma questa volta con un sorriso malizioso e si incamminò verso il mio tavolo "allora conosciamoci" disse "okay ma inizi tu" lui annuì con il solito sorriso malizioso e io non capivo il significato del suo sorriso ma non ci feci molto caso "quando sei nata?" Mi chiese "l'8 febbraio 1932 e tu?" Chiesi "l'1 febbraio 1930" mi disse e io mi limitai solo ad annuire visto che toccava a lui "cosa hai fatto per venire qui?" Mi chiese "niente" e lui corrugò la fronte "come niente? È impossibile" io feci una piccola risatina "si, non ho fatto niente, sono stata scambiata per una detenuta e mi hanno portato qui" abbassai la testa volendo scacciare quel ricordo "cazzo che merda" annuì ancora con la testa bassa "e tu? Cosa hai fatto per essere qui?" Ed ecco che il suo sguardo si abbassò, i suoi occhi persero il loro luccichio e la sua mascella diventò tesa "tranquillo non fa niente" lui scosse la testa "no ora te lo racconto" annuì e lui prese un sospiro prima di parlare "mio padre aveva dei grandi debiti con due uomini, mio padre era un'uomo schifoso, si drogava, si ubricava, spendeva i suoi soldi in quello e portava donne a casa quando mia mamma era al lavoro" annuì per dargli coraggio ad andare avanti "così mio padre non aveva più soldi per pagare i debiti e rubava quel poco che mia madre portava a casa, un giorno lui ebbe un infarto, in qualche modo era il giorno più bello della mia vita, ma c'era un problema lui non aveva pagato ancora i suoi debiti" si fermò e prese un sospiro "si vendicarono su mia madre, la violentarono e la uccisero, e beh poi anche io per vendetta uccisi loro ed è per questo che sono qui" per tutto il resto del racconto guardò il tavolo ma non faceva niente sapevo che in qualche modo era doloroso parlarne "Harry, guardami" e lui mi guardò con fatica "non è colpa tua" dissi "lo so, e non rimpiango di averli uccisi, ma ora sono qui e non credo che ne uscirò" mi disse e nel suo tono di voce non c'erano emozioni, come se non provasse nulla ma sepevo che voleva uscire, insomma tutti vorrebbero uscire da qui "usciremo insieme te lo prometto" lui mi guardò con un piccolo sorriso e annuì ma è come se volesse rassicurare me più che lui. "Allora tocca a me fare la domanda?" mi chiese e io risposi con un 'si' "allora sei vergine?" Ecco il significato del suo sorriso malizioso di prima, aveva in mente questa domanda ma come si permetteva? "No, che cosa te lo fa pensare" sapevo di essere rossissima in volto e avevo caldo, e da lui ottenni solo una risatina "beh il tuo viso è passato dal colore di un fantasma a quello di un pomodoro rosso e poi hai la faccia da angioletto, sei troppo innocente e non solo perché non hai fatto nulla per stare qui" mi disse "beh ti sbagli, ma per favore parliamo di altro?" Ottenni solo una risatina che mi provocò irritazione "no tranquilla, eri immersa nei tuoi pensieri e non ti sei accorta che la campanella e suonata" questa volta risi anche io "beh ciao Katie" mi salutò e anche io lo salutai per poi dirigerci in due parti diverse del corridoio. Volevo ancora parlare ma non di quel argomento, mi faceva diventare ancora più timida di quel che ero. Arrivai nella mia cella ma con una persona in più che la mia guardia non aveva notato quando mi ha aperto la cella.

InnocentWhere stories live. Discover now