capitolo 7

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POV KATIE

Beh non siamo usciti da questo inferno ma almeno siamo ancora insieme, certo la Moore era piú che felice che rimanevo anche se ero innocente, ha una persona in piú da torturare. Per via dell'intervento io mi trovo ancora qui in questo lettino, immobile e per quanto riguarda Harry, 2 volte al giorno gli danno il permesso di venirmi a trovare. Spesso mi ritrovo a pensare, a pensare per filo e per segno il percorso della mia vita e quello che ancora oggi sto percorrendo. La cosa piú strana è che da una parte non rimpiango di essere entrata qua dentro anche per errore, perchè se io non avessi mai messo piede qua dentro, a quest'ora non avevo conosciuto Harry, quel ragazzo scorbutico e lunatico ma che tante volte è dolce con un cuore d'oro. Purtroppo un giorno, quando finalmente scapperemo da qua, ci dovremmo lasciare, quando saremo in un altro continente allora le nostre strade si divideranno. Lui si fará una nuova vita, si troverá un lavoro ben pagato, troverá l'amore della sua vita, e sará circondato da tanti bambini con riccioli, smeraldi, e quelle graziose fossette, mentre io, beh io, non so che vita farò, forse anche io mi sposerò e avrò tanti scriccioli che corrono per casa, ah quanto sono stupida, riesco a immaginare la vita futura degli altri ma non quella che sará destinata a me.

Il rumore della porta mi fece mettere da parte i miei pensieri tanto noiosi quanto importanti. Harry stava avanzando verso di me con un sorrisetto stampato in volto. "Ehi" mi saluto. Io mi alzai cercando di sedermi, ma non ce la feci, non ho ancora ripreso le forze necessarie, ma Harry mi appoggiò un mano sulla schiena e mi aiutò, lo ringraziai con un sorriso.
Risposi anche io con un piccolo 'ehi' gli feci un altro sorriso "come stai oggi?" mi chiese. Io scrollai le spalle in sengno che non cambiava nulla dalle altre volte. "Ancora qualche giorno e potrai uscire da qui" mi sorrise.

"E noi Harry? E noi quando usciremo da qui? Da questo postaccio? Sai benissimo anche tu che non ne usciremo" il suo sguardo si abbasso mentre io feci una piccola rissata nervosa "vedi" dissi "per favore non promettere piú niente di impossibile" guardai le sue mani "non meritiamo di restare illusi" gli alzai il viso con le dita.

"Mi dispiace Katie"sussurrò e alzò la testa, io alzai le sopracciglia per farlo arrivare al punto "per averti promesso un presunta via di fuga, per averti promesso nessuna violenza su di te in mia presenza e per averti promesso altre cose che non ho mantenuto" io gli sorrisi, ma non finí di parlare perchè subito dopo fece un sorriso "ma le cose impossibili sono quelle che ti convincono a lottare e a farti capire che un briciolo di possibilitá ci sará sempre, in qualunque modo, qualsiasi situazione, grande, piccola, ci sará sempre un briciolo di possibilitá, e quel briciolo per noi è essenziale, ci fa capire che ce la possiamo fare, in qualsiasi momento, noi lotteremo, e tu non te ne accorgi ma anche adesso, in questo istante noi stiamo lottando insieme a quel briciolo, perchè niente è impossibile" disse, mi prese le mani e se le portò alla bocca lascianovi un dolce bacio "noi ce la faremo" e un altro bacio "perchè nulla è impossibile" mi sorrise e io ricambiai insieme a qualche lacrima, lacrime di gioia e di sicurezza.

"Grazie" sussurrai.

2 GIORNI DOPO.

Ero uscita dalla piccola stanza dove mi ero riposata dopo l'intervento ed ora sono qui in mensa ad aspettare Harry.
Sorrisi nel ricordare le parole di Harry, mi avevano messo ancora piú forza e determinazioe, noi siamo forti.
Harry entrò in mensa con tutti gli sguardi su di lui, ma lui non ci fece molto caso e vení nel mio tavolo con un sorriso stampato in volto "ehi Katie" mi salutò per poi sedersi difronte a me.

"Ciao anche a te" gli sorrisi.
Aveva fatto la doccia, perchè si vedevano le punte dei ricci ancora umidi. La sirena sopra la porta suonò, indicando un nuovo arrivato nell'ospedale, e tutti gli sguardi si posarono sulla ragazza che vi entrò subito dopo. Era alta, magra, capelli neri e lunghi, e da quanto io possa vedere da qua, ha gli occhi azzurro ghiaccio, simili a quelli della Moore, grandissimi palloni sul busto non le facevano vedere dove stava mettendo i piedi, ma sembrava tanto abituata. Fischi e vari mormorí di apprezzamento si fecero spazio nella stanza, ma io spostai lo sguardo su Harry che era rimasto con la bocca aperta e gli occhi spalancati. La ragazza si avvicinò a noi guardandoci e sorridendoci, ma notai subito dopo che quel sorriso era per Harry che ricambiò subito.

InnocentWhere stories live. Discover now