"Ho paura Draco"

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"EHI FRED, O GEORGE, O CHIUNQUE TU SIA, RIDAMMI SUBITO LA LETTERAA" urlò la piccola Weasley.

Quando Harry Potter arrivò alla Tana, subito accolto da Ron, non poteva credere alla scena che gli si parava davanti: Fred (o George) che correva rincorso dalla sorella nel bel mezzo della sala tenendo in mano una busta.

"Dai Gin, non fare così! Tanto sappiamo che i tre ragazzi ti hanno scritto solo per farla leggere a noi!" le disse Fred. "Proprio così sorellina,  lo sai che Dra..." ma George non finì la frase in quanto si accorse della presenza degli altri due nella stanza.

"Ciao Harry!" esclamò sempre George, sbarrando gli occhi e facendoli sbarrare agli altri due che, piano piano,  si girarono.

"Ciao ragazzi" li salutò Harry, ma non fece in tempo a dire altro che Ron sovrastò la sua voce. "CHI È CHE TI HA SCRITTO?" domandò subito.
"Nessuno di importante... e anche se fosse non verrei mica a dirlo a te!" gli rispose Ginny. "Ginny, io sono tuo fratello maggiore, e in quanto tale sei obbligata a rendermi partecipe della tua vita" le rimbeccò sempre Ron.
La Rossa non poteva credere alle sue orecchie: prima la ignorava per tutto l'anno e poi, quando non ci sono più misteri da risolvere, tutto a un tratto si interessava a lei.
"Se io avessi dei problemi... No, anzi: la mia vita privata non ti riguarda!  Ciò che succede a me, nella mia vita,  è affar mio e se proprio lo devo dire a qualcuno, di sicuro non sarai te!" detto ciò la piccola di casa Weasley strappò la lettera dalle mani di Fred e se ne andò in camera mia.

"Hai esagerato Ron" lo rimbeccò Fred.
"Sia chiara una cosa Ronnino" iniziò George "Se Ginny dovesse mai avere dei problemi,  cosa che dubito, dato il suo carattere e la sua forza, sa che può contare su di noi ogni volta che vuole. Perché noi, a differenza tua, siamo disponibili 24 ore su 24 per 7 giorni su 7. Perciò evita di ficcare il naso negli affari altrui" detto ciò, i gemelli salirono le scale, raggiungendo la sorella.

A quel punto Ron, rosso come i suoi capelli, scrollò le spalle e, con un sorriso, aiutò Harry a sistemare le sue cose in camera sua.

"Miei Weasley, un attimo di silenzio prego!" fu così che Arthur Weasley proruppe durante la cena. Sentendo le sue parole, tutti i presenti ammutolirono e si voltarono a guardare Arthur. "Come ben saprete, tra due settimane si terrà la finale della Coppa del Mondo di Quidditch... Beh, che dire: io e il signor Diggory diamo riusciti ad avere dei posti!
Si partirà tra due settimane esatte all'alba" concluse il discorso, anche perché i gemelli iniziarono a fischiare in segno di ammirazione e, ovviamente,  approvazione.

Ginny non vedeva l'ora di vedere la partita: senza dubbio sarebbe stato uno scontro fantastico,  ma ciò che la rese ancora più felice era il fatto che nella lettera che aveva ricevuto dai tre Serpeverde vi era scritto che anche loro sarebbero andati alla partita.
Avrebbe rivisto Theo, Blaise,  ma soprattutto Draco.

Nel frattempo, a Malfoy Manor, Draco era nella sua stanza, seduto alla scrivania,  quando un gufo un po' impacciato atterrò su di essa. "Ehi, ma tu sei Errol" sussurrò il biondo. Il gufo  stringeva nel becco una lettera e Draco ne riconobbe dubito la calligrafia: Ginny. Prese subito la lettera e quasi strappò la busta per la foga nell'aprirla. Lesse tutto a un fiato: ci sarebbe stata anche lei alla Coppa del Mondo di Quidditch.
Non si accorse di sorridere come un ebete così come non si accorse del bussare alla sua porta. Solo la voce dolce ma imperativa di sua madre lo portò alla realtà. "Draco" gli disse, al che il biondo si voltò di scatto. "Vieni, tuo padre ti vuole parlare". Il figlio annuì e, non appena la madre si allontanò, egli nascose la lettera e mandò Errol a casa. "Vai da lei... capirà" gli disse e il gufo se ne andò.

Si incamminò verso il salone dove, ad aspettarlo, vi era il padre seduto su una poltrona elegante e la madre dietro di lui. "Draco" lo accolse il padre "Ti stavo aspettando".
Solo dopo il discorso del padre Sraco si accorse che la sua vita da lì sarebbe cambiata.

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