6. Pioggia

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Eravamo ancora in macchina, ed era notte.
La pioggia continuava a scendere, rendendo più piacevole il silenzio.
Appoggiai la testa al finestrino e chiusi gli occhi.
Graham mi aveva consigliato di provare a dormire un po', ma non ci riuscivo, non avevo sonno.
Continuavo a pensare alla mia famiglia e a ciò che probabilmente provavano in questo momento.
Mi chiesi se mi si sarebbe mai presentata l'opportunità di contattare i miei genitori in qualche modo.

Un altro dubbio era il futuro che mi aspettava una volta arrivata nel Regno dei licantropi: come si aspettava che mi comportassi?

<<Non ti sei ancora addormentata>> prese parola dal nulla, non era una domanda, ma una constatazione.

Aprii gli occhi.

<<Non riesco a dormire>> gli risposi semplicemente.

<<A cosa pensi?>>

Ero indecisa se dirgli la verità. Per ora non mi aveva ancora fatto del male, ma non sapevo come avrebbe reagito se gli avessi nominato la mia famiglia.

<<A niente di che>> dall'occhiata che mi lanciò era ovvio che non mi credeva, inoltre i licantropi riuscivano a percepire le bugie dal battito del cuore, ma non disse nulla.

Continuò a guidare e nessuno di noi due parlò.

All'improvviso il mio stomaco brontolò. Arrossii e guardai fuori dal finestrino, per evitare il suo sguardo, ma ero sicura che mi avesse sentito. Per l'agitazione, non avevo toccato cibo tutto il giorno.

<<Hai mangiato qualcosa oggi?>> mi chiese, e dal suo tono trapelava chiaramente la preoccupazione. Mi confondeva, mi confondeva da morire. Tutti conoscevano la natura dei licantropi e dei lupi mannari, tutti sapevano quanto fossero aggressivi e pretenziosi nei confronti delle loro compagne umane, allora perché lui si comportava così con me?

<<No>> gli dissi e lui aggrottò le sopracciglia scure, i suoi occhi rosso fuoco oscurati dal dissenso.

<<Così non va bene>> scosse la testa e, sempre senza distogliere lo sguardo dalla strada, allungò la mano verso i sedili posterieri e afferrò un sacchetto per poi darmelo.

Lo aprii incuriosita e vidi che era pieno di merendine, sia dolci che salate. 

Gli lanciai uno sguardo interrogativo.

<<Sono per te, mangia qualcosa>> mi rispose con voce morbida.

Non me lo feci ripetere due volte. Presi il primo pacchetto di patatine che mi capitò fra le mani e lo aprii. 

Patatine alla paprika, le adoro.

Presa dalla gratitudine, soprattutto dovuta alla fame che provavo, gliene porsi una. 

Vidi i suoi occhi illuminarsi e lui mi sorrise. Aveva un leggero accenno di barba che accennava le sue fossette e mi ritrovai ad arrossire di nuovo.

Lui prese la patatina e la mangiò.

L'atmosfera si era fatta decisamente meno tesa, quasi piacevole avrei osato dire.

Vista la situazione, decisi di provare a porgli la domanda che mi attanagliava lo stomaco.

<<Posso chiederti una cosa?>> la mia voce era talmente flebile e tremolante che mi vergognai, sembravo quasi una bambina.

<<Quando ti ho detto che potevi chiedermi qualsiasi cosa, ero serio>> mi sembrava quasi che mi stesse accarezzando con la sua voce. Piano piano le mie reazioni stavano cambiando, mi resi conto, e mi chiesi se non stessi davvero iniziando a sentire il legame, ma scacciai subito quello stupido pensiero dalla testa.

<<Potrò mai contattare i miei genitori?>> la domanda mi uscì quasi come un sussurro.

Lui sembrò genuinamente confuso.

<<E perché non dovresti?>>

A quel punto spalancai gli occhi. Mi stava prendendo in giro? Era solo un modo per illudermi e per poi farmi soffrire dopo? 

<<Pensavi seriamente che ti avrei vietato di sentire e vedere la tua famiglia?>> dal suo tono sembrava quasi che l'avessi ferito, ma cosa si aspettava? Questo era quello che facevano le creature soprannaturali dopo aver trovato le loro compagne. Le segregavano, le maltrattavano e cercavano di metterle incinta il più volte possibile.

<<Di solito i lupi->> provai a parlare, ma lui mi interruppe subito.

<<Noi licantropi non siamo come i lupi, pensavo di averlo reso chiaro. Noi rispettiamo e amiamo davvero le nostre compagne, non potremmo mai fare qualcosa per nuocerle>>  lo disse con un tono solenne e la mia tentazione di credergli era tanta.

Mi resi conto che in realtà, necessitavo di credergli, avevo bisogno di aggrapparmi alla speranza che il futuro davanti a me non fosse così opprimente come mi aspettavo, come tutte le storie raccontavano.

Ma lui è davvero onesto? I licantropi sono davvero migliori di tutte le dicerie su di loro, migliori dei lupi?

Mi salì un grande mal di testa. 

<<So che sei umana>> continuò a parlare <<ma prova ad avere fiducia in me, Nika. So quanto ti costa abbandonare tutto, ma, te lo giuro, posso davvero renderti felice>> dalle sue parole ero in grando di percepire la disperazione che aveva, il suo bisogno di essere creduto. 

Non sapevo nulla, ma solo che nella mia testa si stava svolgendo un vero e proprio conflitto.

Graham non era assolutamente come mi aspettavo, ma non lo conoscevo ancora bene. Poteva essere solo una farsa per ottenere il mio affetto, oppure poteva essere che avrei visto la sua vera natura, quella feroce, al mio primo errore. 

L'unica cosa che sapevo, al momento, era che il mio destino era incerto e che sentivo un peso piombare su di me, quasi come se mi volesse soffocare.

Ciao a tutti!
Questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri, ma ci tenevo ad aggiornare.
I miei genitori sono risultati positivi al covid e io non mi sento molto bene.
Il 12 ho il tampone, spero solo sia un po' di influenza.
Se vi va, lasciate una stellina e un commento per farmi sapere cosa ne pensate della storia fin'ora!
Al prossimo capitolo!
Black Widow D

Song of Shadows - SOSPESAWhere stories live. Discover now