12. Palazzo Reale

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Graham's POV
Il giorno prima di incontrare Nika

Detestavo la mia esistenza in quel preciso istante.
Dovevo sempre lavorare, sempre accontentare gli altri, sempre mettere la mia vita in ballo, come se fosse un fottutissimo gioco degli scacchi.

Dovevo indagare per conto del concilio, capire cosa stessero nascondendo i lupi mannari. Quelle dannate bestie causavano un problema dopo l'altro.
Essendo uno dei membri più importanti, non potevo fare finta di nulla e stare con le mani in mano.

Mi trovavo davanti al cancello reale con alcuni dei miei uomini a fianco, ad aspettare che aprissero l'entrata dorata.
Potevo sentire l'irritazione  crescere in me, l'attesa che aumentava solo la ferocia del lupo dentro di me, ma rimasi calmo. Non potevo commettere un solo passo falso.

Rimasi fermo immobile e, dopo quella che sembrò un'eternità, arrivò una sentinella ad aprire. Il suo atteggiamento trasmetteva decisamente astio nei nostri confronti, ma non proferì parola finché non fummo dentro.

Da quel preciso istante iniziava la vera sfida, eravamo bersagli facilmente raggiungibili in territorio nemico.

<<Il Re ha altro da fare al momento. Vi riceverà a pranzo>> queste furono le uniche parole che pronunciò la sentinella prima di indicarci le nostre camere. Non ci degnò di uno sguardo vero e proprio, trattandoci come se fossimo vermi da schiacciare.

Potevo sentire il mio lupo schiacciare, ringhiare, pretendere sottomissione da quel piccolo ed insulso lupetto addomesticato, ma di nuovo non mossi un dito.

Calma e pazienza, Graham, pensai fra me e me.

Seguii le loro indicazioni e presto mi ritrovai in una stanza bianca,piccola, spoglia e anonima.

Il Re tratta proprio bene i suoi ospiti. Soprattutto quelli capaci di ucciderlo nel giro di qualche secondo.

Sistemai le poche cose che mi ero portato dietro, attendendo che arrivasse l'ora di pranzo. Avevo domande da porre, odiavo perdere tempo. Guardai l'orologio, erano le appena le dieci del mattino.

Il concilio aveva richiesto un approccio diretto, e io mi trovavo d'accordo. Dovevo mettere il Re all'angolo, fallo sudare. Non dovevo però assassinarlo, ero qui per evitare una guerra, non per crearne una.

Passai il resto della mattinata a controllare varie carte e formulare ipotesi. I lupi mannari stavano tramando qualcosa, su questo non c'era dubbio. La vera domanda era, hanno davvero avuto il coraggio di sbazzarsi dell'amuleto? E se sì, non temevano l'ira degli Dei?

Prima che me ne accorsi arrivò il fatidico momento. Una guardia bussò alla mia porta e senza dire nulla mi condusse davanti una grande porta di mogano, con sopra inciso "Gloria al Re". Avrei dovuto partecipare al ricevimento da solo, in quanto rappresentante dei licantropi.

Mi trattenni dal fare una smorfia e aprii la porta.
La sala davanti a me era enorme, ma anche questa bianca ed anonima come il resto del palazzo. Era un ambiente vuoto, quasi morto. Decisamente qualcosa non quadrava.

Il mio istinto mi diceva di affrontare subito il Re, ma sapevo di non dover esagerare. Ero comunque in territorio nemico, sarebbe bastato poco per avvelenarmi o infilarmi una lama nel petto.

Nonostante questo, appena i miei occhi incontrarono quelli del Re già seduto a capo tavola, non mi trattenni dallo squadrarlo dalla testa ai piedi. Era un uomo vecchio, piccolo e cattivo. Il suo sguardo era gelato, potente e prometteva rancore.

<<Fermo>> disse il Re. Mi fermai sui miei passi, non capendo cosa volesse. Fece un cenno con la testa verso di me.

<<Guardie, perquisite la bestia>> il disprezzo trapelava dalla sua voce e sentii il mio lupo premere i suoi artigli contro il mio petto, pregandomi di farlo uscire fuori e attaccare quel povero pazzo che aveva il coraggio di insultarci.

Song of Shadows - SOSPESAWhere stories live. Discover now